Eppure, Masino non voleva sentir ragioni e se ne stava a letto perché gli facevano male i piedi e si lamentava e frignava e berciava.
Anzi diceva che le fette gli si eran rotte e che il freddo le aveva arrugginite.
Sicché, il babbo, per convincerlo ad andare, gli dice che se non fa lo sciocco e va incontro ai sacchi lui lo fa portare dal cavallo di Francesco.
Masino s'informa subito e chiede se Cesco è lo stesso che parla di Madonna Povertà. Crispino annuisce e dice sì, non è forse lui che Masino guarda sempre con tanta ammirazione?
Masino non ci può credere e ancora meno pensa che Francino, il frate, possa prestare a lui, proprio a lui, il su' cavallo!
Insomma, Masino l'è scettico e inquieto.
Ma il babbo non ha dubbi. Cesco lo farà per i giorni che garbano a Masino di fare una bella cavalcata. In cambio, però, Masino deve andare a prendere quei sacchi. Promesso? Domanda il babbino.
Masino, dimentico delle su' fette arrugginite, salta su come un saltapicchio.
Il babbo, allora, che lo guarda divertito, lo esorta e gli fa notare che mancano poche ore al tramonto.
Masino, però, segnala a sua volta al babbo che gli aveva promesso il cavallo del frate, per andare.
Ma il babbo fa notare al figlio che il cavallo c'è! Ce l'ha fra le gambe. Davvero Masino non lo vede?
Masino si spia fra i pantaloni ma dell'equino non v'è traccia.
Il babbo è spiaciuto di questa strana cecità del figlio. E' un peccato, dice, che lui non veda un cavallo di tal fatta, che poi è in tutto e per tutto simile a quello di frate Francino!
Masino allora capisce. Difatti, Cesco, col su' voto a sorella povertà, non ha mai più posseduto cavalli! Mentre invece ha macinato le miglia co' li su' santi piedi proprio come un puledrino!
Ed ora, in paese, se qualcuno deve andare a piedi in un posto, dice che ci va col cavallo di Cesco, che la gente di diverte.
Della su' novella, la Bona ride di gran gusto che quasi non riesce a smettere.
(improvvisamente delusa) Oh, Bona, guarda! L'è venuto solo il Pietro Longo all'appuntamento! Osservo.
La Bona ne chiede ragione al Longo.
Il Longo ci dice che Francesco s'è recato a Gubbio. Dicono che lì il diavolo vi alloggi e trovi tutto quanto di suo gusto. Propone, se vogliamo, di portarci e poi ci tornerebbe indietro.
Il diavolo alloggia a Gubbio? Si domanda la mia amica impressionata. Il Pietro annuisce e dicono che vi stia con pacchia e agio.
A Bona non pare furba l'idea del Longo d'invitarci là. Ma egli, logico, ci fa notare che se vogliamo incontrare Cesco, Cesco là si trova. Ma la Bona si domanda ancora: cosa potremmo andare a fare a Gubbio? Forse il tifo come alla giostra?
Pietro ride, però poi ci fa la soffiata: dicono che Cesco farà un miracolo. La Bona non è così sicura, anzi l'è proprio scettica, e si chiede, invece, se il diavolo non ci contagi tutti.
Pietro, seccato di quell'indugiare, si dice sicuro che Bona non sarà fra gli appetiti del maligno.
Figuriamoci la Bona, piccata nel su' amor proprio! Che ne sa il Pietro dei gusti del diavolo? E se ne sa, allora è chiaro che nel Longo vive un impronta di diabolico!
(sbuffa) Oh, insomma, la finite? Oh, Pietrino quanto sei villano! dico assai seccata.
Lui si risente ma non lo dice. Chiede solo se, alla fine, Cesco lo vogliamo vedere oppure no.
La Bona è scettica, ma poi si convince che due voci in più, a pregare contro il maligno, potrebbero fare la differenza. Così andiamo.
Giunte a Gubbio, la piazza centrale è gremita. Al centro della piazza c'è Cesco e poco lontano, su di un monticello, il maligno che lo fissa e talvolta mostra i denti, poi sventola la coda. E annusa la circostanza... Sbuffa...E così uggiola verso le nuvole.
|