Ricerche booleane
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Terzani e i robot


Citazione di Tiziano Terzani dallo scritto Il robot e l'imperatore (Tokyo, 1986):

"Nell'oscurità li sento bisbigliare, sospirare, ridacchiare, ansimare.
Si stanno riproducendo. Robot generano nuovi robot.
La notte è fredda; una mezza luna illumina i pendii nevosi e un vento gelido soffia attraverso i vecchi boschi di pini.
La temperatura è di 15 gradi sotto zero, ma dentro l'enorme alcova è di 5 gradi sopra zero.
Col loro stesso movimento, le macchine sviluppano il calore necessario a far battere i loro cuori elettronici.
Non si fermano mai.
Faticano ventiquattr'ore su ventiquattro, un giorno dopo l'altro.

Tokyo è a soli 110 chilometri di distanza eppure, una volta arrivati quassù, si ha l'impressione d'aver fatto un viaggio diverso dal solito.
Fanuc, la fabbrica di robot ai piedi del monte Fuji, appartiene già al futuro.
Massicci figuri di ferro aprono le loro fauci gigantesche, snelle braccia di ferro prendono pezzi di metallo da scaffali ben ordinati e ce li infilano dentro.
Le fauci si richiudono.
Una dozzina di teste roteanti si buttano sul pezzo di robot nascente: alcune trivellano, altre piallano o limano o lucidano.
Il braccio riafferra il pezzo, lo rivolta, e nuove teste appaiono e si abbassano.
Il procedimento continua finché il pezzo viene spinto verso la prossima macchina". [...]

 

 

 

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