Le mani di Arturo Toscanini
Ugo Ojetti in Cose viste scrive della mani del grande maestro:
"Le mani di Toscanini. Non m'ero mai accorto che fossero tanto grandi e gagliarde. Le avevo sempre vedute delinearsi contro la luce velata dell'orchestra, lunghe e nervose, da mago che fa nella penombra evocazioni.
Chi non se le ricorda? La snella persona vibra e ondeggia sui piedi immobili. Del volto, noi spettatori non si vede che il profilo, a tratti. Soltanto le mani parlano, specie la sinistra che, libera dalla bacchetta, ora in un smorzando s'avvicina alle labbra lucide, e comanda agli strumenti di fiatare appena; ora in un lento crescendo s'appoggia al cuore, tasteggiando come sulle corde d'un violino; ora, in fondo al braccio lanciato, tende l'indice verso uno strumento lontano, quasi ad apostrofarlo; ora, riunendo a spatola l'indice, medio e anulare, stacca e muove il mignolo per suggerire una delicatezza da fiore sullo stelo; ora, in un pieno, s'incurva per far argine alla saliente marea: e allora egli piega in cerchio le braccia aperte, e a star seduto in una delle prime file s'ode dentro il rombo dell'orchestra la voce di lui, sommessa come in un sogno, dipanare il filo della musica."
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