Astronube


[Racconto di Giovanna Gra]

Prima parte


JACKIE: (racconta)

Dalla finestra della mia piccola casetta sento qualcuno che urla il mio nome.

Una stridente frenata, e la porta del mio laboratorio si spalanca all'improvviso.
Fuori, solo una foglia parcheggiata vicino al davanzale.
Percepisco un'aria nuova eppure familiare.
Un rubicondo giovanotto paffuto e raggiante mi corre incontro con aria fraterna, mi abbraccia e mi chiama amico mio.
Così, conosco l'Autunno.
Sono mesi che patisco l'assenza della mia mongolfiera e ho provato vari sistemi per procurarmi un mezzo adatto a muovermi nel mondo del polline.
Ne ho pensate (nonché tentate) tante, ma meno, evidentemente, di questo imberbe ragazzino che pratica lo skate sulle foglie di salice.
Bella frenata, ammetto.
Lui si schermisce con allegria, mollandomi una pacca sulla spalla che potrebbe stendere una quercia secolare e m'informa che la sua frenata si chiama in gergo cabrata a bassa clorofilla!
Se lo dice lui...
Sono perplesso, ma cerco di mostrarmi all'altezza della situazione. E manifesto grande ammirazione per la sua foglia biturbo.
Toty, così si chiama l'autunno da queste parti, mi guarda interrogativo.
Biturbo? Non capisce, forse uso termini desueti per uno come lui.
"Lascia perdere", mi affretto ad aggiungere, e domando:
"Potresti chiudere la porta...? Sai, è per la corrente."
Toty scrolla i riccioli rossi e, con aria furba, mi confessa di aver capito tutto.
Mi spiega che, al castello, la mia prolungata assenza è stata notata da tutti ma che se ho il panico per la corrente, non è difficile intuire che abbia contratto una bella influenza.
Ciondola per la stanza e mi fa notare che il mio studio è umido e poco ossigenato, gioca con le provette e mi dice che a corte hanno un sacco di erbe curative che potrei usare.
Tentenna un altro po' e, finalmente, mi svela il motivo della sua visita.
Il rubicondo giovanotto salta sul davanzale e, aggiustandosi le pieghe del peplo, mi illustra la situazione.
Mi confessa di essere appena arrivato, ma di avere già avuto una seria lite con la zia.
Oggetto: il suo eterno ritardo. So già cosa stai pensando, caro Freddie, ma Floriflora non è esagerata perché Toty non è un ragazzo qualunque.
Lui, qui, è l'autunno in persona e se arriva tardi sono guai per un sacco di specie vegetali e animali.
Al Fiorfiore è parecchio che non piove e la regina è molto preoccupata!
Toty promette che rimedierà. Mi confessa che vuole organizzare la cerimonia del suo insediamento con tutti i crismi e che, poi, si dedicherà alla ricerca della pioggia.
Mi confessa di aver già invitato un sacco di amici e indetto gare e tornei.
"Gare e tornei?", domando incuriosito.
Annuisce entusiasta, dicendo che quando arriva la primavera, il Fiorfiore è tutto un vespaio di fiori e di odori, ergo, non capisce perché dovrebbe essere diverso quando arriva l'autunno.
In effetti, il suo ragionamento non fa una piega.
Si sente discriminato perché è una stagione di mezzo.
Di quelle che tutti ritengono, a torto, non esistere più.
Perciò, ha deciso di celebrare il suo interregno giocando alla giostra, alla quintana e ad altri fantastici giochi!
Immagina di allestire banchetti memorabili per i vincitori, con succulente pigne alla piastra e foglie al cartoccio.
"E' scritto nelle Cronache petaliche fin dalla notte dei tempi", dice, assumendo pose da oratore, "che si celebrino stagioni e solstizi".
Cerco ancora una volta di calmare i suoi bollenti spiriti, mi sembra molto impetuoso.
E mi spertico in ipotesi.

"Capisco", osservo, "ma forse tua zia sta cercando di dire che bisognerebbe risparmiare un po' di energia per il benessere dello stato che, in questo caso, sarebbe una bella pioggia a catinelle. Fa ancora così caldo..."
Toty mi guarda sbuffando ma ha una faccia troppo divertente per risultare antipatico.
Mi chiama Astronotus, ma lo fa in modo carino e mi elenca i motivi che inducono la zia a invocare la pioggia come una disperata.
E cioè, INNANZITUTTO, la nuova messa in piega, perché con l'umido i regali capelli pare siano più maneggevoli. Se lo dice lui...
POI, la sorte di raccolti, semi, boccioletti e compagnia cantante, chiosa con tono polemico.
Mi viene da ridere, ma cerco di non farglielo notare.
Intanto, gli ampi gesti di Toty, sbracato sul davanzale, spalancano improvvisamente la finestra.
Impallidisco e mi precipito a richiuderla.
Acc... la finestra!
Lui mi guarda con evidente sospetto e mi fa notare che non ho fatto un solo starnuto da che lui è lì.
Infine, definisce il mio "un curioso raffreddore"... e, alla fine, mi confessa di sospettare che io sia un ipocondriaco. Oppure un bugiardo.
Mannaggia, no! Né l'una, né l'altra cosa! Preciso un po' sulle mie.
Sorride, promette di non insistere ma ripete che il mio laboratorio è troppo umido.
"Torniamo a noi...", lo incoraggio.
Sorride cordiale, è un buontempone, e mi è sempre più simpatico.
Nel frattempo, si è alzato dal davanzale per fornirmi ulteriori ragguagli circa la sua visita.
Mi dice che a corte si parla di me come di un pozzo di sapienza.
Sembra che Jackie Astronotus (cioè tuo fratello, caro Freddie) abbia tolto dai guai la regina Floriflora più di tutte le sue pattuglie di parrucchieri.
Lo guardo e, con aria di finto rimprovero, commento:
"E' una regina, abbi rispetto!"
Lui fa spallucce, dice che nelle favole le regine sono tutte belle e intoccabili, ma la zia... proprio bella non è. Poi ridacchia sfacciato.
Lo osservo con somma riprovazione: no, non sono un irriducibile monarchico, ma ho accettato di vivere sotto un re e gli devo rispetto!
Sto sudando per l'umidità che c'è nella stanza, con acuto senso dell'osservazione, Toty domanda se mi sento bene.
"Mhh...perché?", chiedo indifferente.
Preoccupato, mi dice che vorrebbe mandarmi qualcuno per ovviare all'eccessiva umidità dello studio e si preoccupa che l'aria sia viziata e malsana.
"Sto benissimo in questo laboratorio", replico, "e comunque se avrò bisogno di qualcosa non esiterò a domandartelo", dico troncando il discorso.
Per la prima volta nella stanza cade un silenzio imbarazzante. Annaspo.
Sono stato esageratamente insolente, ma lui è un gentleman, sorvola.
Cambiando discorso mi confessa che mi reputa un grande, perciò vuole farmi una proposta.
Cerco di rimediare al mio atteggiamento evasivo dell'istante prima con frasi tipo: "sono tutt'orecchi Toty, dimmi".
Con aria da cospiratore, il giovane autunno mi annuncia che mi ha scelto come Primo Consigliere! Sì, insomma, mi vuole al suo fianco durante il suo interregno.
Capisci, Freddie? Io viceministro dell'autunno... ah ah!
Sono preso dal panico: adoro il mio laboratorio, non voglio rinunciare ai pomeriggi di studio per nessuna ragione al mondo... ma come fare?
Rispondo con garbo, titubante.
Ammetto di essere molto... molto onorato della sua scelta, ma per studiare, gli confesso, temo che la vita, ehm, di corte, ehm, mi starebbe stretta.
Aggiungo che questa foglia, voglio dire, questa capanna per me è l'ideale. Naturalmente sarò a sua disposizione comunque! Glielo prometto.
Silenzio.
Esito e poi bisbiglio... "occhei?"
Toty mi guarda ironico, mi confessa che sapeva di gettarmi nel panico perché m'immaginava uno sporco individualista.
Provo a difendermi, ma lui mi zittisce con un gesto e annuncia che, siccome sarà un re magnanimo, mi proporrà un compromesso.
Infatti mi chiede di stare alla reggia i giorni che precedono la cerimonia del suo interregno e durante la permanenza dei suoi ospiti. Solo quelli.
Mi vorrebbe come supervisore delle gare e, ovviamente, come suo consigliere personale per vincerle. Poi potrò tornare ai miei studi.
Quindi, a bruciapelo, mi chiede se m'intendo di meccanica.
Qualcosina... confesso, cercando di sminuirmi.
L'aerodinamica? La pratico?
"Ho volato solo su una mongolfiera", osservo, "perciò non saprei... dovrei documentarmi."
Ride e domanda: cosa aspetto a farlo? Vuole una marcia in più per la sua foglia! La gara di skate è la più avvincente e lui vuole vincerla. Obbligatorio fare colpo sulle Margherite!
Tento l'impossibile e butto là:
"Beh, allora sta bene, se mi sarà passato il raffreddore... farò il tuo consigliere."
Toty piroetta su sé stesso e mi fissa negli occhi, più rubizzo che mai: è chiaro che non vuole sentire né se, né ma.
Infatti si siede e mi chiede di parlargli del mio raffreddore.
E mi avverte che, da quello che dirò, potrei diventare all'istante un mendace consigliere.
Insomma, vuole la verità!
Guardo per terra imbarazzato, non so che dire, non so che fare. Ergo, taccio.
Lui insiste, mi chiede se la ragazza che nascondo è carina.
Se ha un nome, molti petali, le antenne.
Ipotizza che sia una fata.
Infine, complice, mi dice che posso portare anche lei a corte.
Mi schiarisco la voce, gli dico che è molto gentile ma che non è esattamente come pensa lui.
Il suo sguardo si fa più penetrante.
Mi difendo dicendo che sono uno studioso e che, talvolta, gli studiosi fanno cose incomprensibili... insomma, intraprendono ricerche improbabili.
Ma lui mi fa giustamente notare che sarà il mio re, che posso confidarmi e che magari, potrei anche scoprire un amico!
Sono in difficoltà, non mi resta che confessare.
"Ecco", dico," io... sto... sto, io sto...", comincio a sudare ma poi mi butto:
"sto covando!!!"
Lo stupore del mio futuro re è totale e forse... forse... non ha capito bene.
Invece ha capito benissimo:
"Io... co... co... covo".
E mi chino leggermente mimando il gesto della cova.
Toty si copre la bocca con le mani e sputa schiumetta, ridendo senza fiato:
"Come una gallina?", chiede.
Beh, lui lo trova splendido.
Insomma, il mitico Astronotus è in periodo di cova!
Mi dice che adesso capisce le difficoltà che ho opposto per andare a corte.
Mi promette che troverà un posto adatto per il mio nido.
"Non ci pensare nemmeno!", urlo in preda al panico.
Nessuno, nessuno deve venirlo a sapere!
Mi aggiro per la stanza come una mosca sotto un bicchiere.
"T'immagini poi le battute caustiche di tua cugina Estefy? Quella non aspetta altro che prendermi in giro!"
Lui scrolla le spalle, mi dice che un genio può covare quello che gli pare.
Poi si compiace di avere come consigliere uno scienziato gallina.
Lo guardo con severità.
"Senti: patti chiari e amicizia lunga, questa cosa non deve uscire da questa foglia.
Hai capito?"
Toty continua a ridere e, quando sta per soffocare, mi promette che manterrà il segreto, ma che dovrò andare a corte come mi ha chiesto.
Farà in modo che io possa covare in pace. E, sghignazzando, mi annuncia che gli devo appuntare gli orari di cova.
Ride ancora.
Lo guardo con freddezza.
Lui cerca di rimanere serio, sorvola.
Poi si blocca all'improvviso:
"Ma cosa cova Jackie Astronotus?"
Lo prego di non urlare, poi raccolgo tutta la dignità di cui sono capace e annuncio solenne:
"Sto... covando una nuvola!"
"Una nuvola?" ripete basito e, subito dopo, sempre ridendo a crepapelle, mi chiede cosa me ne faccio di una nuvola.
Beh, non sempre le cose si fanno per un utile, rispondo convinto.
Mi dice che per lui ha il sapore di una cosa orribilmente romantica.
Sono un po' a disagio.
"Hai saputo del guaio a Micky Mick?", domando, "beh, in quell'occasione ho trovato un libro in biblioteca su come allevare le nuvole e renderle domestiche.
E' un testo antico scritto da una fata dell'Isola di Mann: la fata Nebulosa."
Se la cova darà i suoi frutti, mi suggerisce di parlarne a zia Flo... insomma per la pioggia.
A proposito, saprà piovere la mia nuvola? S'informa.
Sospiro.
Non lo so, è presto per dirlo, ma l'inquinamento è arrivato a un tale livello che certe nuvole non riescono mai a farlo.
E' un problema... lo smog le divora da piccole, specialmente quando regnano Primity e Estefy.
Eh, sì, conviene lui, quando ci sono le sue cugine, fa sempre più caldo: un clima molto favorevole all'inquinamento.
Mi suggerisce di allearmi con un venticello fresco che allontani l'inquinamento e lo sfrugugli un po'! E' agitando le goccioline che ci sono dentro le nuvole che si determina la pioggia.
Sono piacevolmente sorpreso dalla sua partecipazione.
Replico che sì, in teoria sarebbe così, ma a volte le goccioline che abitano le nuvole non riescono a crescere abbastanza da essere sufficientemente pesanti per cadere al suolo sotto forma di pioggia, colpa del caldo e dell'inquinamento.
Il mio sogno sarebbe arrivare a produrre la neve... ma ci vorrebbe una corrente molto più fredda di quella che sono riuscito a ottenere qui.
Toty ormai è euforico e mi confessa che l'idea che io covi una nuvola, spacca.
Mi affretto a zittirlo, sta urlando il mio segreto ai Quattro Venti.
Mi guarda ironico: prima decido di fare la chioccia e poi me ne vergogno?
Non va bene.
Per concludere, mi offre il cinque.
Dunque, io organizzerò le celebrazioni per il suo insediamento.
Perché lui vuole vincere la gara di skate.


Fine prima parte.

 

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