Calici di cristallo


[Racconto di Paola Manoni]

Seconda parte



Jackie: In sogno, sento la voce di Romilda pronunciare parole sinistre ma non ne comprendo la lingua.
Con lei ci sono Nero e Smog.
Nero ha una maschera che gli copre il volto, scura e lucida ed è vestito con un mantello nero.
Smog si manifesta con una puzzolente nube di gas scuro e denso.
Nero fa degli strani segni con le mani e vaticina con un voce stridula:
"Come un castello di sabbia in riva al mare, sparirete... sparirete tutti."
Le spire di fumo di Smog avvolgono in cerchi concentrici gli altri due tetri personaggi.
Quando sono interamente sommersi, si sente la risata agghiacciante di Romilda che si conclude con un tonfo secco e poi cade un'affilata lama di ghiaccio che si conficca nell'impiantito di questo luogo malefico dove si trovano i cattivi.
Mi sveglio sudato, annaspo.
"Era un sogno", dico fra me e me, ma ora che sono effettivamente sveglio, continuo a non essere affatto tranquillo.
Oramai ho imparato che in questo mondo fantastico un sogno può anticipare la realtà e dunque non essere necessariamente solo frutto dell'inconscio.
Mi siedo sul letto e cerco di ragionare.
Dunque, Nero, volatilizzatosi in combattimento
(nell'avventura: Al castello! ) ha raggiunto Romilda e, insieme, tramano qualcosa di grosso!
Purtroppo, lo trovo assolutamente plausibile!
In più mi domando se i timori di Percy non abbiano fondamento in questo.
E inoltre mi domando ancora, chi sia, cosa faccia e come operi la quinta colonna...

Sento il temporale e il vento che scuote le imposte delle finestre; mi riaddormento con l'idea che fuori stia fioccando una clamorosa nevicata a vento.
Mi crogiolo nelle coperte, col solo timore di non riprendere lo spaventoso sogno!

L'indomani la gara delle sculture ha il suo allestimento.
E' una giornata di sole terso e con temperature sotto zero!
Tutto il paese, imbacuccato, è all'aria aperta e fervono i preparativi.
La neve quasi ghiacciata viene sagomata e prendono forma: cani, castelli, fontane di ghiaccio, fiori, sculture astratte, gnomi di neve, lecca lecca di neve colorata, caricature di Fanfauna con corna innevate e ramificate e tante altre bizzarrie.
Arrivati a sera il Fiorfiore ha l'aspetto di un museo di stranezze glaciali... che vedo salendo a piedi verso la reggia.
Sono stato invitato a cena da Floriflora per festeggiare il ritorno di Primity
(dal suo ritiro di bellezza) e per parlare dell'apertura ufficiale dell'esposizione, alla presenza della commissione giudicatrice.
I miei velivoli aerei non sono particolarmente adatti a queste basse temperature!
E poiché la reggia sorge su di un'erta rocca... porto con me i ramponi per camminare con più sicurezza sul manto nevoso ghiacciato.
Spero di capire meglio stasera tutto quel che non mi viene chiaramente detto... cioè vorrei poter individuare i personaggi da proteggere domani e parlare più francamente con Percy.
Si sa che gli inviti di Floriflora sono molto formali... pietanze ricercate, abiti eleganti... e io sembrerò stonato con scarponi ramponati e marsina!


La floreale sovrana mi saluta calorosamente e, contrariamente alle mie aspettative, apprezza il mio abbigliamento, dice che sono un trekker in marsina!
Vorrebbe addirittura fotografarmi per il prossimo numero della rivista Flogue: la moda in voga tra i vegetali...
La lascio parlare... e sono contento che anche stasera ho rispettato il bon ton... nonostante tutto!
La serata è intercalata dall'annuncio dei piatti da portata che il capo chef declama personalmente con un tono vagamente francese:
"Potage ai porri di Provenza... Soufflé edelweiss... Tarte sapin...", e tanti altri manicaretti, fino al dolce: "Delizia di arancio e cioccolata in un trionfo di meringa vanigliata!"
Durante la cena, tento di inviare segnali a Percy Bet il quale sembra non recepirli.
Poi, quando siamo già ai saluti, si avvicina a me e in un orecchio mi dice:

Percy: "Cappuccio rosso! Domani dobbiamo proteggere chi indossa un cappuccio rosso!"

Jackie: "Ma cosa potrebbe mai accadergli?!", chiedo, spazientito da tanto mistero.

Percy: "Potrebbe essere rapito!
E noi non dobbiamo mai perderlo di vista!"
Mi alzo da tavola davvero sazio.
Mi accomiato e sono già in strada.
Procedo con le gambe leggermente divaricate per non impigliare i ramponi l'uno con l'altro e scendo con cautela.
Il freddo mi ha immobilizzato la mandibola e mi fa lacrimare gli occhi.
C'è vento e ho la netta sensazione che verrà ancora più freddo.
Mi sento a disagio: mi sembra che questo freddo eccezionale non sia normale.
Mi dispiace solo di non aver potuto parlare con Vernon della temperatura... ma in queste tavolate si riesce a scambiare qualche parola solo con il vicino di posto perché, per il resto, è una ininterrotta sequela di argomenti di moda e trattamenti di bellezza!
Il tratto ripido è terminato.
Ora tolgo i ramponi e procedo sul sentiero per il laboratorio.
Trovo Cotton che volteggia sulla casa ma, anche se lei non sarà affatto contenta, la voglio ancorare a terra.
Ho paura che con questo freddo si trasformi in un cirro e se ne vada in alta quota!
Pianto la piccozza nella neve e la ancoro a terra, collegandola a una cima con un nodo a bocca di lupo.
Per armeggiare meglio mi levo una muffola ma le dita si congelano subito.
Credo di aver smaltito tutte le calorie della sontuosa cena!


... fine seconda parte.

 

 

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