La risposta di Freddie


[Racconto di Giovanna Gra]

Prima parte


Caro Jackie,
è tuo fratello Freddie che ti scrive.
Come ogni mattino, alle prime luci dell'alba mi sono trascinato in cucina per preparare la mia tisana ai corbezzoli.
E proprio lì, sul tavolo davanti ai fornelli, ho trovato una provetta linda e pinta.
Debbo essere sincero, l'ho osservata a lungo compiacendomi di quanto fosse pulita, di quanto fosse liscia e levigata.
Ne ho ammirato il vetro e, commosso, ho pensato a quante volte detto oggetto è stato costretto a reagire all'azione degli acidi, degli alcali e di altri agenti chimici che insieme ci abbiamo versato per i nostri esperimenti.
Oh, Jackie!
Solo tu puoi capire perché tuo fratello s'incanta a guardare una provetta sgargiante, accorgendosi solo dopo molte ore che l'oggetto è lì non per farsi ammirare ma per segnalare una lettera...
La tua.
L'avevo immaginato, sai?
Avevo capito già da me che non riuscivi più a reggere la vita da laboratorio.
Sei sempre stato un grande esploratore e ho sempre pensato che certe atmosfere non facessero per te.

Ad ogni modo, mi spiace che tu ti sia dovuto accontentare di quella mongolfiera lercia e piena di buchi, pensa che stamane è arrivata quella nuova!
E stai tranquillo, al laboratorio ne basta una, per quello che la usiamo poi.
Meglio l'abbia tu!
Piuttosto, dovrai dirmi come hai fatto a navigarci.
Insomma, è un miracolo che tu non sia colato a picco.
Ma, diciamocelo una volta per tutte, il miracolo sei tu fratello, che riesci a far volare qualsiasi cosa.
E ora, persino le leggende di nonna Lucienne!
Il fatto che tu sia partito con un petalo di primula in bocca per indagare la magia nascosta in detto fiore, lo posso anche capire.
Fra me e te: anche io ho avuto la stessa tentazione diverse volte.
Quello che mi sfugge, fratello mio, è il genere di attrezzi che hai portato con te.
Ma insomma.
Cosa ci farai mai con 50 metri di scotta?
Con il kit per riparare il pallone a gas?
Per non parlare delle gallette integrali e del formaggio!
Se mi avessi messo a parte del tuo piano, avremmo potuto organizzare il tuo bagaglio in modo più sensato.
Ad esempio, e scusa se mi comporto da fratello maggiore, hai portato con te un rametto di sambuco?
Se la tua risposta è no, Jackie caro, mi metterò in apprensione.
Non ci si avventura in regni estranei senza bastoncini di sambuco, è una conditio sine qua non, perbacco!
E comunque, adesso che hai gettato la maschera possiamo tranquillamente confessarci l'un l'altro quanto sia di famiglia essere attratti da queste ricerche para-scientifiche.

E, a giudicare dalla tua intraprendenza, penso che tu sia arrivato a risultati ben più interessanti dei miei.
Tuttavia, mancando nonna Lucienne, mi sento in obbligo di riempirti di raccomandazioni.
Stai per inoltrarti in un nuovo regno non a tutti consentito e spero che ne sia consapevole.
Perciò, guardati dal potere dell'immaginazione, perché è l'energia più forte e incorruttibile che esista al mondo.
E, come del resto saprai meglio di me, detta corrente si genera con ogni probabilità proprio nei boschetti fatati.
E, se il tuo viaggio sarà lungo come io ti auguro, ricorda sempre quel che diceva nostra nonna: al centro di un verde paesaggio regna sempre la Dama fatata e verso di lei dovrai mostrare ossequio e rispetto.
E' lei a governare venticelli e frescure, ariette d'ottobre e furiate invernali.
A soprassedere al lavoro degli spiriti dei pioppi, ai satiri dei salici, ai fauni degli abeti.
La riconoscerai perché ti apparirà avvolta dal suo mantello di paglia e sarà armata di falce e steli.
Del suo regno, i passeri sono i consiglieri e i grilli fatti ossequio al pari dei Re.
Ella cavalca i boschi ordinando ai cespugli di violette di sbocciare, al fieno di appassire e farcisce di gemmule d'oro i baccelli più ampi.
E, quando sarai giunto alla tua destinazione, rammentati per favore di non calpestare i prati, di lasciar spirare i venti, di non cogliere i fiori.
Ricordati, altresì, di non interferire con le armonie dei paesaggi e, anche se il sole brucia, picchia e scotta, non farti un cappello con brandelli di felci o strappando i ciuffi ai licheni fogliosi.
Non gettare in terra le carte, il formaggio, e non abbandonare le scotte sui prati.
Alcuni satiri vorrebbero assaggiarne la sostanza e ciò sarebbe pericolosissimo per degli epici mangiatori di funghi.
Non campionare i muschi anche se sono color turchese o di un verde smeraldo mai visto.

Sovente sono animati e potrebbero mettersi a urlare e a piangere richiamando l'attenzione dei fauni.
Ah, dimenticavo, alcuni sileni, quest'anno, portano la barba tagliata come una foglia di felce, perciò non strapparne se ne vedi fra le rocce.
Potresti commettere l'imperdonabile errore di conservare, fra le pagine del nostro erbario, barba di Silfo anziché un campione di Nephrolepis exaltata.
Non gridare!
E anche se comprendo l'uso che vuoi fare del registratore, ascoltami.
Nel regno delle fate parlano i venti.
A loro è concesso interrompere il silenzio, non a noi.
Non sottrarre ai prati bacche, fiori, semi apparentemente perduti o frutti rari, sebbene caduti.
Quelli sono patrimonio della Dama fatata ed eventualmente sarà lei a offrirtene.
Se ti troverai a sorvolare sulle brughiere potresti incontrare fazzoletti di terra coltivati con grano d'oro.
Continua a sorvolare fratello e non ti far cogliere da tentazione alcuna, perché quello è il grano dei giusti e solo ai giusti darà pane.


... fine prima parte.

 

 

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