Terza e ultima parte
Jackie: Il molo è pieno di gabbiani che volano bassi e schiamazzano fra loro.
Parte un traghetto con l'ultimo carico di passeggeri... che andranno a fotografare la Statua della Libertà.
Mi siedo su delle reti da pesca per riprendere fiato.
Il sole è appena tramontato.
Sento vibrare il terreno: si avvicinano delle persone, due paia di piedi giganti.
Mi tuffo nella trama di una rete, aspetto!
Uuuumpf! Ridono, meno male.
Non sono una minaccia ma solo due fidanzatini che passano abbracciati!
Si sta alzando il vento, inizia a fare freddo e il mio nascondiglio mi protegge.
Il tempo cambia, il vento è più forte e io devo uscire per forza allo scoperto per rendermi conto della situazione.
Una sventagliata d'aria mi colpisce e mi ributta nella rete.
Ho paura che il vento possa spingermi in acqua... mi tiro su nuovamente.
Dal parco non lontano il molo, arrivano cartacce, foglie... come queste che vedo avanzare e... mamma che botta!
Cado a terra per via di una collisione con un cartoccio che mi è volato davanti.
Domani avrò sicuramente un bernoccolo...
Improvvisamente sento miagolare... non capisco che accident....
Mi sfiora una coda, poi una zampina... sensazione amica!
"Iggy!", urlo felice, "Non ti vedo nel buio, ma sì! Sei tu!!!"
Il gatto mi risponde con un tono bassissimo.
Mi ricorda che nel mondo in cui ci troviamo i gatti miagolano e basta e non vuole essere scoperto...
Io ribadisco come la nostra dimensione fisica sia sufficiente a renderci alieni... ancor prima del parlare.
Iggy mi avvisa però che è la voce a tradirci di più... mi spiega come LUI sia in ascolto!"
"Ma LUI chi?", replico sottovoce.
Iggy mi spiega che si tratta del servo di colui che ci ha voluti in città.
Poi si interrompe e mi implora di muovermi verso il parco.
Battery Park ha molti scoiattoli che salgono e scendono dagli alberi.
A un certo punto, Iggy si ferma davanti a un albero e bussa sul tronco che suona cavo.
Contento, mi dice che possiamo entrare: il suo nascondiglio è libero e nel tronco si potrà parlare più tranquillamente.
Incredulo gli domando come abbia fatto a organizzarsi così bene.
Iggy fieramente mi spiega che ha avuto l'aiuto degli scoiattoli.
Appena ci accomodiamo imploro il gatto di spiegarmi per filo e per segno l'avventura che lo ha condotto a New York.
Iggy esordisce dicendomi che, durante il censimento degli animali, ha fatto numerose scoperte interessanti: ha registrato numerose specie di animali che sono minacciate di estinzione, contato i cuccioli nati nell'anno, registrato i deceduti e, infine, rinvenuto un uovo di un animale preistorico!"
Gli domando sei sia davvero sicuro di quanto afferma ma il gatto si mostra molto sicuro circa la natura dell'uovo, rimasto nel Bosco Fitto, che descrive come immenso.
Ma l'enfasi del racconto non è su questa scoperta bensì su un altro fatto... ebbene, una vicenda incresciosa, perché il gatto ritiene che la disavventura sia cominciata con l'aver ingoiato qualcosa che ha scambiato come croccantini... e che invece erano... escrementi!
A sentire questo racconto mi prende ovviamente un colpo... perché anche io li ho ingeriti!
Iggy mi conferma si tratti di guano di uccello!
Ma di un uccello particolarmente strano: dal corpo cromato, con una bocca enorme e dotato di braccio meccanico... pronto a distruggere.
Un mostro notturno che ulula sguaiatamente, sorvola i grattacieli e volteggia sopra la piazza di Times Square.
Ho il sospetto si tratti dell'ultima creazione ideata dai nemici del nostro mondo: Smog e i suoi compagni.
Ma nel tentativo di fare il punto della situazione, tutto mi sembra orrendamente caotico: tutte le mie congetture sembrano inefficaci... non capisco!
Poi il pensiero, poco alla volta, sembra chiarirsi... mi balena alla mente un'idea e dico ad alta voce:
"L'unico aspetto sembra essere quello dell'evento casuale!"
Iggy mi chiede sorpreso che cosa io stia farneticando.
Per un istante non sento niente e nessuno, sono totalmente preso nelle circonvoluzioni dei miei pensieri.
Poi spiego:
"Evento casuale, random o, altrimenti, evento probabile!"
Iggy aggrotta i baffi, ma io continuo:
"Esistono tre definizioni: per la prima, quella classica, la probabilità oscilla tra il numero degli eventi favorevoli e il numero di tutti gli eventi possibili.
Per la seconda, la probabilità corrisponde alla frequenza con cui l'evento si verifica nel tempo, in una lunga serie di condizioni simili.
Infine, la terza: la probabilità che un evento si verifichi segue una regola intuitiva, non dimostrabile!", concludo quasi in estasi.
Iggy rifiuta le mie congetture perché ne ha paura e allora cerco di spiegare più semplicemente:
"Dico che è inutile trovare una spiegazione: qui siamo e tant'è.
Catapultati in questo mondo per caso!"
Ma Iggy alle mie parole rimane ancora più stupefatto.
E tutto sommato, anch'io ne sono stupefatto... poi tutto di un fiato il gatto mi riversa le sue preoccupazioni.
Iggy era convinto che questa storia fosse la catastrofe annunciata da tempo...
E mi dice senza troppi convenevoli che non ho capito un'acca del caso: teme che non avremo la soluzione per tornare a casa!
Iggy parla in modo nervosissimo, quasi trattenendo il pianto.
E' veramente provato!
Sotto certi aspetti, lo ammetto, Iggy ha ragione!
Ma questa storia è totalmente atipica, fin dall'inizio.
Siamo all'interno di un rompicapo e dobbiamo uscirne.
E io percepisco il fatto che ci siamo troppo dentro per riuscire a capire... temo che i nostri avversari vogliano proprio questo!
Il gatto, volendo supporre che io abbia ragione, mi domanda come fare per risolvere.
E io di getto gli rispondo:
"Ne usciamo ponendo un altro dilemma!"
E con quest'affermazione ammutolisco il gatto.
Tiro fuori dalla tasca quei croccantini (cercando di non pensare alla loro provenienza) che mi sono rimasti e avanzo la proposta folle di mangiarne ancora un altro per vedere cosa accade.
Il gatto mi ascolta, rimane in silenzio.
Poi allunga una zampa, in segno di assenso.
Ho una certa paura anch'io ma alla fine ingeriamo entrambi le... crocchette.
Poco dopo, la testa gira, perdo il controllo della situazione, mi sembra di precipitare e... volo da un'altezza vertiginosa con Iggy. Siamo sospesi nel vuoto, tenuti dal verricello di una gru che si muove all'impazzata!
Ora, capisco... l'idea dell'uccello cromato di Iggy... non ha saputo come meglio descrivere una gru, poveraccio!
La carrucola si ferma e ci deposita sul tetto di un terrazzo altissimo.
Qui attendiamo attimi eterni, prima di sentire dei passi.
E' l'uomo senza volto, Nero, che prende le mie sembianze, e che nell'ultimo duello sparì lasciandomi da solo coi suoi vestiti vuoti... (nel racconto: Al castello).
Nero si avvicina e mi ammonisce dicendomi, con la sua terrificante voce metallica, che il duello fra noi non è terminato!
Io ho una nausea fortissima e le orecchie otturate.
Mi sembra di sentire un sibilo che mi martella le tempie.
Accanto a me, Iggy non se la passa tanto meglio.
Ha la pelliccia arruffata e sudaticcia. E' steso in terra, abbattuto.
"Cosa vuoi da noi?", dico con un filo di voce.
E lui, dopo una risata agghiacciante ci spiega.
Nero è l'anti-eroe, è la realtà prepotente che vuole vincere sulla fantasia!
E' il mio opposto ma col mio identico volto!"
Non mi faccio intimorire: sono pronto a battermi per il mio popolo!
E domando quale sia l'arma con cui ci sfideremo.
E Nero, apostrofandomi come l'eroe dei fiori: mi dice che ci sfideremo a colpi di logica!
Mi mordo la lingua per cercare di svegliarmi.
Ho bisogno di essere lucido, estremamente lucido per questo duello.
E questo dimostra la malvagità del mio avversario perché, così stordito dai croccantini venefici, non potremo combattere ad armi pari!
Nero mi sottopone un rompicapo che se sarò in grado di risolvere ci garantirà il ritorno a casa.
La voce di Nero sembra provenire da lontanissimo ma con l'idea che io possa vincere il nostro ritorno a casa mi faccio forza... mi sembra quasi di riprendermi.
Nero mescola delle carte da gioco e mi fissa col suo sguardo perverso.
Poi dispone in fila orizzontale tre carte coperte.
Di queste tre carte, mi dice, due sono assi e una è un re.
Lui sa la loro posizione ma io ovviamente la ignoro.
E dovrò individuare uno dei due assi indicandogli la carta tra le tre, senza scoprirle...
Potrò avvalermi di un aiuto: una sola domanda a cui Nero risponderà con un sì oppure con un no.
Nero sarà tenuto a dire la verità se io, ignaro, sceglierò la carta di un asso; risponderà invece a caso (bugia o verità), se sceglierò il re.
E poi... arriva a rincarare la dose.
Mi incita a fare il mio gioco ma mi avvisa: in caso di fallimento... nessun ritorno e un'altra scossa tellurica abbatterà completamente il Fiorfiore, così che il nostro mondo si ridurrà a un pugno di petali sgualciti.
Deglutisco a fatica... Iggy miagola disperato... io... accetto la sfida, non ho altra scelta.
Nero tira giù tamburella le dita sulle carte, il volto immobile e senza espressione.
Io chiudo gli occhi ripasso nella mente le parole di Nero.
Dal fondo dei miei pensieri, mi giunge un suggerimento.
Apro gli occhi, guardo il gatto: meccanicamente indico la carta centrale e pongo LA domanda che vale la nostra vita e quella del Fiorfiore:
"La carta di sinistra, è un asso?"
Nero mi guarda indifferente e poi parla ma per aggiungere un'altra regola del gioco cioè quella di fare due ipotesi prima di rovesciare le carte!
Mi domanda a sua volta: se alla mia domanda lui risponderà sì... infine che carta sceglierò di scoprire?
Iggy lo interrompe: interviene furibondo, rimarcando la slealtà di questa nuova regola che non era nei patti iniziali!
Ma Nero lo silenzia col suo ghigno malefico... semplicemente affermando come nel gioco del caso sovente capitino imprevisti!
Poi aggiunge, rivolgendosi nuovamente a me: se alla mia domanda lui risponderà no... che carta sceglierò di scoprire?
Scende un silenzio carico di tensione....
E poi con tono sicuro replico:
"Se mi risponderai di sì... dovrò fidarmi... visto che fa parte del gioco... e allora, logicamente, sotto la sinistra c'è un asso...
Ma se tu risponderai di no... la carta centrale può essere tanto il re quanto l'asso.
Infatti, se c'è il re tu rispondi a caso ma, allora, le altre due carte sono comunque assi e io dunque non sbaglio mentre se al centro c'è l'asso, allora tu dici la verità e ne consegue che io scelgo la destra... dunque, Nero, che risposta vuoi fornirmi?"
Nero è spiazzato e... lo ammette: dice che sono un eroe troppo forte e che dovrà liberarci... ma ci minaccia ancora perché afferma che il peggio per il nostro piccolo mondo dovrà ancora arrivare.
Non mi faccio spaventare e pretendo da Nero di indicarmi la via di casa.
Il mio perfido antagonista mi consegna un cronometro, di forma tonda e col vetro panciuto.
Mi dice di andare col gatto al centro del terrazzo e poi di far scattare il cronometro.
Ci avviamo come razzi.
Procedo subito con l'esecuzione di queste istruzioni che ho ancora nelle orecchie:
"...Dopo sessanta secondi, ferma il cronometro... e tornerete nel vostro tempo, dentro il vostro mondo... ma fai attenzione:
se anticipi o se perdi anche un solo secondo, sarà tutto vano e rimarrete qui!"
Faccio partire il cronometro senza respirare.
La lancetta corre, corre e... zac! Sessanta secondi!
Tutto si oscura, veniamo risucchiati come in un imbuto (temporale... chissà!) e usciamo da un pertugio... Ah! Il Bosco Fitto!
Dopo qualche attimo in cui rimaniamo a terra storditi, sentiamo un profumo delicatissimo di fiori, gli uccelli cantare, l'acqua della cascata gorgogliare...
Siamo a casa!
Ci incamminiamo fino alla reggia a piedi e... inutile raccontare l'accoglienza e i festeggiamenti per il nostro ritorno!
Fanfauna, impazzita dalla felicità, stritola di baci il gatto.
Io riferisco ogni dettaglio delle vicende trascorse a Flowers, il quale resta molto turbato perché il futuro è sempre più incerto.
Mi godo tuttavia il momento presente, pieno di calore e di amicizia.
Poi tra la folla vedo Nimphea, mi avvicino a lei, le sfioro una mano e il terremoto di emozioni stavolta prorompe in me:
sono felice di essere a casa!
FINE
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