"Signore e signori, vogliate scusarci per l'interruzione del programma di musica da ballo, ma ci è appena giunta una notizia: alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell'Osservatorio Mount Jennings, nei pressi di Chicago, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute a intervalli regolari sul pianeta Marte.
Accurate indagini hanno stabilito che il gas in questione è idrogeno e si sta muovendo verso la Terra a elevata velocità..."
Sono le prime parole della Guerra dei Mondi di Orson Welles, celebre sceneggiato radiofonico andato in onda il 30 ottobre 1938, negli Stati Uniti, dai canali della CBS: nella trasmissione si descriveva con toni realistici un'invasione aliena.
Molti radioascoltatori si riversarono nelle strade presi dal panico.
Poi lentamente capirono che era tutto uno scherzo, un falso, un fake, come diremmo oggi, e la vita tornò a scorrere normalmente.
All'epoca lo ignoravano tutti, ma l'eco di quella trasmissione era destinata a propagarsi nello spazio e nel tempo.
E' fatto di cronaca che avvistamenti di UFO abbiano inizio poco dopo, negli anni '40.
Quel giorno, da uno studio della CBS di New York, qualcuno aveva lanciato il primo sasso nello stagno.
Siamo nello Stato di Washington, sono le ore 15 del 24 giugno 1947.
Il trentaduenne Kenneth Arnold, un dirigente di azienda con la passione per il volo, sta pilotando un ultraleggero in località Mount Rainer, un vulcano dormiente a 80 chilometri da Seattle.
|
| |
"Era una bella giornata", disse anni dopo Kenneth Arnold intervistato da un'emittente radiofonica, mi alzai in volo poco dopo l'ora di pranzo con il mio Call-Air modello A, un monoposto molto affidabile che usavo spesso per le mie ricognizioni.
All'epoca ero membro dell'Associazione piloti da Ricerca e Salvataggio del vicino stato dell'Idaho, e proprio quel giorno ero alla ricerca di un velivolo militare che da più di un'ora non rispondeva alle chiamate della torre di controllo.
Sorvolavo la zona a poco più di 1000 piedi di altezza, quando vidi qualcosa di strano, una specie di luce intermittente.
Qualcosa là fuori si spostava a velocità molto elevata.
Non avevo mai visto nulla del genere.
Non sembravano aerei e poi... si spostavano in maniera troppo irregolare."
Il Call Air poco dopo atterra all'aeroporto di Yakima, 100 chilometri a Sud-Est del monte Rainer, e fa rapporto all'amministrazione dell'aeronautica Civile.
Arnold dopo qualche anno è ospite di una trasmissione radiofonica.
"Tra me e la montagna all'improvviso vedo questi oggetti, una fila di nove strani oggetti volanti, che si muovono in formazione.
Erano simili a... piattini da caffè, ma terminavano con due punte.
Erano sottili, più arrotondati nella parte posteriore.
Immaginate dei piattini che volano, o meglio dei dischi."
Il paragone è quanto mai fortunato e in breve tempo genera la nascita di una nuova espressione destinata ad avere grande diffusione: disco volante.
Un miraggio? Un meteorite? Un gruppo di aerei ad ala volante impegnato in un test di volo?
La fantasia, la suggestione, che vede a bordo di piattini da caffè cosmici il viaggio di omini verdi extraterrestri, hanno dato luogo a tanta letteratura e filmografia fantascientifica.
Vi è però oltre alla fiction anche una certa persistenza nei fatti di cronaca.
Al di là della veridicità dei racconti e delle storie sugli avvistamenti, si può dire che dal '47 a oggi si registrano migliaia di cronache di provenienza varia da ogni angolo del pianeta che parlano di oggetti volanti dai più svariati aspetti.
L'intelligence della Army Air Force riceve l'ordine di indagare mentre le testimonianze della gente comune si moltiplicano.
"Ero in macchina con mio marito", disse al telefono una donna in evidente stato di shock.
"A un certo punto vediamo due luci venirci addosso.
Mio marito sterza per evitare lo scontro, e quando ci voltiamo le luci erano salite in alto nel cielo... e si erano separate."
Un'altra donna, anch'essa in preda al panico, parla di un oggetto diverso: "Era un globo arancione", dice con voce tremante, "enorme e luminoso, che si muoveva... che si muoveva rapidamente sopra di noi... no... non assomigliava a nessuna delle stelle."
Una buona parte di queste testimonianze passa sotto silenzio o resta relegata nell'ambito dei circuiti ufologici.
Ma qualche altro episodio ha invece eco diversa.
Se ad esempio ci riferiamo agli avvistamenti nella stessa zona di Mount Rainer, scopriamo che essi ammontano oggi a circa 120 mila dopo quanto riportato da Mr. Arnold.
Il 9 luglio del 1947 il Corriere della sera scrive:
"Dall'Oceano Atlantico al Pacifico, dalla frontiera canadese a quella del Messico gli abitanti dei 49 stati della confederazione americana sono oggi affascinati da un mistero più appassionante di qualsiasi recente caso poliziesco, più strano e sorprendente della ormai famosa storia del mostro di Lochness: il mistero dei dischi volanti."
| | | |
Nell'occhiello l'autore dell'articolo Ugo Stille si chiede:
"Arma segreta oppure fenomeno di suggestione collettiva?"
Facciamo un balzo in avanti di quasi trent'anni.
Sono le ore 00:30 del 19 settembre 1976.
Siamo a Teheran, capitale iraniana.
Dagli archivi del dipartimento della difesa USA preleviamo un documento riservato ormai accessibile a tutti.
La relazione, di portata sensazionale,
segnala un avvistamento di UFO nei cieli di Teheran.
Le basi di aviazione sono allertate.
Si decide per il decollo di un caccia F-4 dalla base di Shahrokhi.
Alle ore 1.30 il caccia a reazione si alza.
Missione di intercettazione.
Top gun nel cielo iraniano contro un nemico ignoto.
Il pilota comunica alla base che si sta dirigendo verso il punto segnalato.
40 miglia nautiche marine a nord di Teheran.
Si avvicina... lo vede..
è lì a poche decine di metri... lo vede distintamente...
Ma prima che possa avvisare o reagire in qualche modo, accade che tutti gli strumenti e i mezzi di comunicazione (VHF e Intercom) vadano totalmente in tilt.
Il pilota non può fare altro che interrompere l'intercettazione.
E' costretto a tornare alla base.
Ma mentre si allontana, oramai a una certa distanza dall'oggetto, d'incanto la strumentazione torna funzionante.
La decisione alla base aerea è molto rapida.
In pochi minuti viene inviato un secondo caccia Phantom F-4.
E' a bordo un pilota che vanta una forte competenza di elettronica.
L'aereo decolla alle ore 1.40.
"Vedo sul radar una presenza non identificata a circa 27 miglia nautiche", comunica il pilota alla base, "l'UFO è davanti a me.
Visibile a ore 12.
Viaggia... viaggia a una velocità di circa 150 nodi.
Cerco di ridurre la distanza.
Ora sono a circa 25 miglia nautiche.
Ma che fa?
L'UFO ha accelerato di colpo.
Non sono riuscito a stimarne le dimensioni.
Potrei dire che grosso modo è grande come un Boeing 707."
Ma la sua luminosità non consente una vera e propria descrizione sia della forma che delle dimensioni.
Il verbale informa inoltre circa la qualità di luce emessa dall'UFO, che è la medesima vista dagli osservatori a terra.
Paragonabile a luci simili a quelle stroboscopiche di colore blu-verde.
E poi all'improvviso una parte dell'UFO si stacca dirigendosi a velocità contro l'F-4.
"Ci stanno attaccando", comunica il pilota.
"Rispondiamo al fuoco.
Missile pronto.
Lanciato.
Rettifico, il missile non è partito.
Qui è tutto in avaria.
L'elettronica di bordo è in stallo."
Gli apparati bellici e i mezzi di comunicazione vanno fuori uso.
Il caccia è isolato e il pilota decide di darsi immediatamente alla fuga.
Con una repentina manovra perde quota.
Scende in G negativo.
E' in salvo.
E, soprattutto, l'UFO non lo segue.
E' ancora il pilota a parlare: "Ho raggiunto una posizione di osservazione sicura e sono in grado di notare che il secondo oggetto si dirige nuovamente presso l'UFO principale.
Ripeto: l'oggetto primario e l'oggetto secondario si incontrano.
| | | |
E... Si fondono... i due oggetti si fondono l'uno nell'altro."
Se non si trattasse della DIA si potrebbe ben dubitare della serietà di questo resoconto.
Non parliamo di fantascienza, ma di documentazione ufficiale.
"Segnalo un terzo oggetto nel cielo", comunica il pilota.
"Ripeto: un terzo oggetto nel cielo.
Proviene da un altro lato dell'UFO primario.
Il terzo UFO si dirige direttamente verso il basso.
Procede a velocità molto elevata e punta verso terra."
L'equipaggio del jet F-4 non ha dubbi.
E aspetta ciò che sembra ormai inevitabile.
"E' incredibile", comunica il pilota, "l'UFO rallenta, sfiora la superficie terrestre e...
Non riesco a vedere bene.
C'è una luce intensa sparsa sul terreno.
Iniziamo la discesa.
Ci portiamo a quota 15.000 piedi."
Al di là di ogni sensata previsione l'UFO controlla l'atterraggio.
L'equipaggio dell'F4, poco a poco, riprende il controllo degli apparati dell'aereo.
La verifica tecnica evidenzia un danno ai visori notturni del caccia.
Tuttavia, poco dopo, il caccia rientra alla base.
Il giorno dopo, alle sei del mattino, alla base militare viene decisa una ricognizione sul luogo di atterraggio dell'UFO.
Il pilota e altri militari raggiungono la zona in cui la notte è atterrato l'oggetto luminoso.
Ma non trovarono nulla, come confidò anni dopo il pilota del caccia iraniano.
"Non trovammo la benché minima traccia di quanto avvenuto.
Nulla.
Come se, come se la terra se lo fosse inghiottito...
A quanto mi risulta, negli anni, ci furono ulteriori esami per verificare la presenza di radiazioni lasciate sul luogo.
Ma, cosa volete che vi dica?
Gli esiti di tali verifiche non sono mai stati resi noti."
E non sono nemmeno resi noti in altre relazioni.
Capita che curiosando tra le carte della CIA, tra i documenti declassificati cioè tra quelli disponibili al pubblico, ci si imbatta in evidenti cancellature accompagnate dalla scritta deny in toto, ovvero totalmente negato.
Vuol dire semplicemente che quella comunicazione di argomento ufologico (come si evince da alcune frasi lasciate in chiaro) è stata resa per sempre top secret per tutti i posteri.
Ce ne domandiamo il motivo.
| | | |
Delle tante testimonianze registrate all'epoca dei fatti, in quella notte di luna piena, senza nuvole, rimane agli atti quella di una donna rimasta anonima e mai più rintracciata.
Tutto quello che ci rimane è solo la sua vecchia registrazione telefonica
Ve la riportiamo fedelmente, parola per parola:
"Poco fa ero fuori nel giardino, innaffiavo le piante, come tutte le sere, annaffio le piante a quell'ora, quando all'improvviso ho sentito una specie di ronzio, su in alto, e d'istinto ho alzato lo sguardo al cielo, verso Ovest.
... E allora li ho visti."
|
|
|
|
| | | |