Un fiore simbolico




[Racconto di Paola Manoni]


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durata 20 minuti - Credits


Adattamento liberamente tratto dal libretto La Traviata


Atto I

In casa Valery c'è aria di festa.
Il salotto è stato preparato per le grandi occasioni: le fodere tirate via dai divani, lucidata l'argenteria e disposti i fiori con grandissima cura.
La cucina lavora a pieno ritmo, i camerieri hanno allestito i tavoli per il buffet e i musici sono già pronti a eseguire il loro repertorio.
Giungono i primi invitati e Violetta riceve tutti con grande classe.
Il mal sottile non la lascia nemmeno per la festa ma lei, pallida ed emaciata, spende tutte le sue energie per gli amici che l'hanno sostenuta nella sua malattia e che oggi la festeggiano.
Violetta è bella, soave ed elegante nel portamento e soprattutto felice nella sua vita da cortigiana.
Ha fatto girare la testa a molti parigini più o meno giovani, più meno facoltosi, più o meno nobili.
Il suo protettore, il barone Douphol, le consente una vita nel lusso e in società.
Flora Bervoix e il visconte Gastone de Letorières arrivano alla festa in compagnia di un amico, Alfredo Germont.
Violetta riceve tutti con grande calore, abbracci, baci e sorrisi.
Alfredo le bacia la mano, posandole gli occhi con uno sguardo penetrante:

"Enchanté, brinderò alla sua salute ritrovata!"

"Merci, Monsieur! Ho saputo che più volte vi siete informato del mio stato di salute... la qualcosa non può dirsi per il barone Douphol", disse Violetta guardando in tralice il barone..., "Voi sì che avete un animo gentile... n'est-ce pas?"

Alfredo arrossisce e devia lo sguardo... poi si ode un motivetto musicale, proveniente da un'altra stanza, che l'aiuta a distogliere l'attenzione.
Violetta invita tutti a seguire la musica... si apron le danze!
Ma lei ha un piccolo mancamento, si appoggia allo stipite della porta e quando si riprende, nota riflesso nello specchio Alfredo il quale si è fermato ad aspettarla.
Dietro al suo volto pallido, gli occhi dell'uomo sono dardeggianti d'amore.
Alfredo si avvicina e le sussurra parole...

"Vi sentite bene?
Posso porgervi il mio braccio?"

"Grazie, cheri, era solo una défaillance momentanea..."

"Violetta... sin dal primo momento che vi ho vista il mio cuore ha palpitato per voi..."

Alfredo le solleva la mano destra e la racchiude fra le sue mani.
Violetta non si ritrae e benevolmente lo osserva.

"Diventate mio amico... accontentatevi...", lo sollecita dolcemente, "per la vita che conduco... non potrò ricambiarvi... voi sapete perché."

"Da più di un anno io spasimo in segreto per voi!"

Violetta è visibilmente colpita.
Lentamente si libera la mano e Alfredo fa per andarsene ma lei, velocemente, stacca un bocciolo di gardenia da una composizione floreale e lo porge al giovane innamorato.

 

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Immagine di Violetta in abito da sera (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Violetta con un vistoso abito di colore rosso.Particolare dell'ampio vestito a campanaParticolare del busto
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"Riportatemi domani questo fiore!", sussurra dolcemente Violetta.

Alfredo rapidamente lo coglie e si allontana sorridente, contento di siffatta promessa...
Perché sa che il fiore simboleggia devozione... e una speranza lo accende!
Alla fine della festa, una volta che anche l'ultimo ospite è andato via, Violetta si interroga allo specchio:

"Dopo tutti questi anni di mondanità cortigiana può il mio viso pallido innamorare qualcuno di sincero amore... e io per questo cambiare vita?"

Le luci della casa si abbassano, Violetta si ritira nella sua stanza da letto, col pensiero che domani... sì, sarà un altro giorno...


Atto II

La residenza di campagna di Violetta è inondata dal sole.
E' l'alba di una nuova vita nel ritiro agreste.
La salute è ritrovata; l'amore per Alfredo è ormai sbocciato e Violetta lo protegge, lontana dal clamore cittadino.
Alfredo dal patio vede tornare Annina, la governante, vestita da viaggio.

"Da qual buon vento provieni... di fatica... di viaggio?", chiede Alfredo.

Annina ha un punto debole, non sa essere riservata.
Sicché rivela ad Alfredo dove si sia segretamente recata e perché.
Violetta le ha dato l'incarico di vendere i suoi beni: il cavallo, il cocchio e i gioielli... ci sono problemi economici... il mantenimento della vita di campagna è una spesa che senza ulteriori entrate di denaro va comunque colmata.

"Infamia e rimorso!
Ma come ho potuto trascurare siffatto problema... andrò io a Parigi a svincolare i miei beni e dunque a lavare quest'onta...
Annina, dite alla signora che farò ritorno prima del tramonto ma non aggiungete altro!"

Violetta, che è in casa, non si avvede della conversazione e quando incrocia la governante apprende che Alfredo è uscito.
Intanto riceve una lettera dall'amica Flora che ha scoperto il suo ritiro e l'invita a recarsi, per la sera, a una festa di Carnevale presso il suo palazzo...
Ma no, Violetta decide subito di non andare!
La mattina è assai movimentata perché subito dopo riceve una visita veramente inaspettata.
E' il padre di Alfredo, Giorgio Germont, che concitato chiede di parlare con Violetta.

"Sicché voi osate millantare che vostro figlio sia ammaliato da me... eppure io non ho questi poteri, signore!", si difende Violetta.

"L'incauto mio figlio sembra voler risolutamente cedere tutti i suoi beni per mantenere voi, Violetta, in questa alcova bucolica.
Prova ne è che è partito per Parigi per svincolare il suo patrimonio...", ribatte l'uomo.

"Nulla ho chiesto a vostro figlio, non c'è nulla di vero nelle vostre supposizioni!
Vi ho detto che ho cambiato vita, ho chiuso col passato...
Ora voglio dedicarmi interamente all'amore per Alfredo, mio caro!"

Ma il genitore con calma espone le sue preoccupazioni.
Egli ha due figlie e la secondogenita è in età da marito...
La scelta di Alfredo... di ritirarsi con una cortigiana, dilapidando il patrimonio, allontanerà per certo il futuro genero e la figlia sfiorirà senza andare in sposa... e tutto questo per colpa di Violetta!

 

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Immagine di Alfredo e Violetta (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). I due innamorati, uno accanto all'altra. Particolare delle braccia di Violetta. Particolare dei volti di Alfredo e di Violetta.
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"Sicché voi siete qui a chiedermi di allontanarmi da Alfredo per un certo tempo?", chiede Violetta.

"La posta in gioco è più alta... io vi imploro di lasciare definitivamente mio figlio."

"Giammai!", esclama Violetta, "Come potrei rinunciare all'amore vero e in cambio... di cosa e... per cosa... per una convenzione... per una iattura sociale di un cognato che troppo guarda alla vita di relazione altrui?
Signore... siate ragionevole e non chiedete a un cuore di comprendere una ragione impossibile!"

"Insisto nella convenienza anche per voi, Violetta, di siffatta decisione.
Permettetemi di dire... il tempo cancella l'avvenenza, sicché passerete il fiore degli anni e la bellezza sarà avvizzita... come potrà durare questa vostra relazione nemmeno benedetta dal Cielo?
Allora Alfredo se ne andrà, stanco di voi, quando comprenderà che ciò che pareva amore era invece un abbaglio."

"La tisi mi consuma e ora anche il tarlo del dubbio che voi state insinuando...", ammette affranta la donna, "Il mio sacrificio è grande... avete vinto.
Sia quel che sia... per il bene di Alfredo e della vostra famiglia... mi allontanerò e persa sarò... senza il riparo di un sentimento sincero... di sicurò io morrò!"

Violetta resta sola e inizia a scrivere una lettera di addio da lasciare ad Alfredo... il quale tuttavia rientra inaspettatamente.

"Oh cuore mio, scrivevi?!", chiede Alfredo amorevolmente.

"Eh... Sì... cioè... No!", risponde interdetta Violetta.

"Perché leggo nel tuo volto un turbamento?", insiste l'uomo.

"Ma no... e va bene... scrivevo a te!"

"Orsù... dammi il foglio!"

"No... non ora!", lo difende Violetta.

"Ho visto uscire mio padre che mi ha lasciato un severo messaggio... e io ... io sospetto vi sia un turbamento da lui provocato!", confessa preoccupato Alfredo.

Allora Violetta gli chiede concitata: "Ma tu m'ami Alfredo, non è vero?"

"E non sai quanto!", la rassicura l'amato, "Ma perché ora piangi?"

"Ma no... tranquillo... Lo vedi?
Ora ti sorrido!", e poi aggiunge nervosamente:
"Sarò per te... per sempre là... tra quei fiori!
Amami, Alfredo, quant'io t'amo...
Addio!
"

Violetta corre via in giardino...
Alfredo prova a rincorrerla ma inciampa nel tappeto e cade a terra.

"Santo Cielo che botta!", prova a riprendersi Alfredo, "Ma quante volte devo dire ad Annina di non dare la cera al pavimento?!"

Alfredo si rialza ammaccato e zoppiccante e quando esce di casa Violetta è già andata via.
Un domestico lo insegue per porgergli un vassoio con un biglietto.
Alfredo, si ferma per leggere:

"Cuore mio, quando tu leggerai questa missiva io sarò già lontana... torno alla mia precedente vita di cui sento la mancanza... voglia tu perdonarmi per il dolore che ti arreco e che colpisce anche me.
Devo rinunciare all'amore e non farmi dire il perché...
Addio per sempre."

Alfredo non fa in tempo a reagire che sopraggiunge il padre...

"Padre voi siete qui!", esclama mentre l'abbraccia sconvolto.

"Torniamo insieme a casa, figlio mio!

 

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Immagine di Violetta che tossisce (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Violetta tossisce e stringe un fazzoletto in una mano.Particolare del busto di Violetta e del fazzolettoParticolare dell'ampio abito.
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Il tuo allontanamento rischia di provocare tanto dissesto in famiglia... abbiamo tua sorella da maritare e poi anche tu, pensa al tuo futuro, trova una brava ragazza da sposare e tutela i tuoi beni!"

Padre e figlio escono di casa.
Alfredo raccoglie il biglietto e altre carte che senza leggere si mette in tasca
La scena si sposta.

È sera. Il Palazzo di Flora Bervoix è pieno di inviatati.
Si svolge la festa Carnevale: un ballo in maschera.
Violetta entra nel salone accompagnata dal barone Douphol.
E' vistosamente vestita e pesantemente truccata, come piace al suo protettore.

Intanto Alfredo, sperduto, si aggira per le stanze della casa paterna, con un macigno sul cuore.
Decide di prendere una boccata d'aria ed esce di casa.
E' una serata piuttosto fredda, si tira su il bavero del paltò e infila le mani nelle tasche.
Tira fuori un biglietto, pensando di rileggere la dolorosa lettera di Violetta... ma... invece no!
E' l'invito di Flora al ballo in maschera!
Il respiro gli si fa affannato, le mani gli sudano... ha deciso, sì!
Andrà al ballo e affronterà Violetta col suo barone.
Torna a casa e si veste per la festa, lasciando l'invito in bella mostra sul tavolo da pranzo.
Flora lo riceve e lo introduce nella sala.
Poco dopo scorge Violetta mentre il barone è al tavolo da gioco.
Alfredo fa la sua puntata al tavolo celandosi dietro la maschera.

Ha buona mano e vince, vince, ancora vince e riscuote il denaro!
La fortuna è con lui e lo accompagna fino al termine del gioco... quando infine compare Violetta.
La presenza della donna rende molto carica la tensione nella stanza.
Alfredo si alza e getta la maschera in terra.
E' furente e compresso in tante emozioni contrastanti.

"Dunque sei qui!", sussurra Violetta intimorita.

Alfredo non riesce a trattenere le urla: "E non domandarmi che io sia venuto a fare perché ti rispondo subito... son venuto a vedere quanto tu sia sgualdrina e triviale col tuo impomatato barone!"

"Ma non osare!", ribatte allora Violetta offesa.

"E invece oso...", continua Alfredo urlando, "Tu gettasti alle ortiche il nostro amore..."

"Se solo tu sapessi... tuo padre..."

"Mio padre cosa?!
Piuttosto prendi questi, in conto perdita dei giorni trascorsi con me!"

Davanti a tutti, Alfredo getta ai piedi di Violetta una borsa piena di soldi.

Interviene il barone che lancia il suo guanto di sfida.
Alfredo lo raccoglie e mentre sta per lanciarsi contro il barone, interviene suo padre, sopraggiunto alla festa, che lo afferra dalle spalle...
Alfredo si gira.

"Voi qui... come mai?!", chiede Alfredo imbestialito.

"Ho trovato il biglietto d'invito...", gli risponde il padre, "Figlio mio vieni via!"

"Non prima d'aver chiarito con Violetta!"

Allora Violetta non si trattiene: "T'ho amato, t'amo e per sempre t'amerò ma la nostra unione è cosa impossibile... chiedi a tuo padre se ne sa qualcosa... verrà il giorno che tu capirai... e solo Dio sa se mi biasimerai!"

 

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Immagine del mezzo busto del padre di Alfredo (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). L'anziano signore in doppio petto e cilindroParticolare del volto.Particolare del busto.
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Atto III


Violetta è in camera, distesa sul canapé fra grandi cuscini di seta e merletti.
Si sente male, respira a fatica e gli occhi sono socchiusi.
Annina, la governante, è con lei.
Violetta appare stremata dalla malattia e dalla pena d'amore che cela nel suo cuore.
Annina non sa come agire, sicché chiama il dottore perché sospetta che la malattia sia stia aggravando.
Violetta chiede di bere.
Il dottore la visita e le rivolge parole di conforto.
La tisi non la lascia ma questa prostrazione è solo un affaticamento... presto si rimetterà in forze.
Ma il medico, prima di andare via, svela ad Annina la verità.
Violetta ha poche ore di vita... non resisterà a lungo.
Bussano alla porta e la governante, sconvolta dalla notizia che ha appena appreso, riceve piangente una lettera per Violetta, da parte del padre di Alfredo.
Violetta a fatica si tira sui cuscini e legge:

"Violetta carissima, vi giunga questa missiva con tutta la mia stima per aver mantenuto il segreto.
Non mi avete tradito e, nonostante il dolore nella rinuncia, avete mantenuto la parola data...
Vi voglio inoltre dire che la sfida a duello si tenne e il barone fu ferito...
Alfredo è illeso.
Ora, in conseguenza di tutte queste vicende... carissima Violetta, io vi chiedo perdono.
Alfredo sa tutto, gli ho spiegato il mio torto.
Ho raccontato del sacrificio che vi ho chiesto e che fu soltanto un atto spregevole da parte mia!
Vi anticipo dunque che Alfredo verrà lì da voi, affinché l'amore vi riunisca."

Dalla strada arriva il rumore e il suono della sfilata di Carnevale.
La gente canta e balla mentre nella penombra della sua stanza Violetta piange di commozione.
Suonano nuovamente alla porta... Annina va ad aprire.
Entra nella stanza Alfredo, nella mano ha un bocciolo di gardenia.

"Questo fiore, ricordi?", chiede Alfredo a Violetta abbracciandola, "Tutto ebbe inizio così..."

E un lungo bacio sulle labbra bollenti di Violetta suggella l'amore ritrovato!

"Ma la tua bocca è ardente!", esclama Alfredo allarmato.

"D'amore ma non solo... oggi son molto malata!"

"Ma nulla è perduto!
Ricostruiremo tutto... da dove abbiamo lasciato.
L'amore trionfa!
Dimentichiamo il barone, i soldi e le promesse vane: non ci saranno più problemi...
Uniti... vinceremo tutto!"

Annina con discrezione si affaccia sulla porta e annuncia un'altra visita.
E arrivato il padre di Alfredo che chiede di vedere Violetta.

"Annina, lascia pure passare!", le dice Violetta.

"Mio padre è qui per chiederti perdono!
Ha capito di aver sbagliato e compreso la lezione: due cuori sinceri non si separano!"

"Il futuro sarà ancora felice!
E' ritornato l'amore mio e voglio dirgli che ho forza ancora di vivere.
Ora che le mie pene sono finite... non voglio morire così giovane!"

"Ma no che non morrete!", la incoraggia Giorgio Germont, "Son qui col capo cosparso di cenere, seppur sia ancora Carnevale...
Scordiamo gli affanni e le promesse ingrate... son qui per abbracciarvi come nuora coraggiosa... son qui infine per chiedere perdono... perdonate lo strazio che ho causato al vostro cuore!"

Sentite queste parole, Violetta tenta di alzarsi ma ricade sul canapé.

"No, no non vi affannate!", la esorta il padre di Alfredo.

"Oh Cielo, son troppe le emozioni... ancor più intenso il pallore", osserva il giovane preoccupato, "Non ti agitar non è il caso di muoverti... mio padre comprende comunque la tua emozione!"

Violetta chiude gli occhi e resta qualche minuto immobile e in silenzio.
Poco dopo si riprende e con un gesto forzato si alza.

"Ah, la forza che scorre... eccola, la sento... di nuovo circola in me!
Io vi perdono e vi chiedo di accogliermi come figlia!"

E poi, ancora Violetta, rivolta ad Alfredo:

"Ricordi che ti dissi...
Sarò per te... per sempre là... tra quei fiori!
Amami, Alfredo, quant'io t'amo... Addio
!"

Ma pronunciate queste parole, come ultimo canto del cigno, Violetta ha un fremito e ricade sul canapé.

"Tesoro distenditi...", le sussurra Alfredo, "Il futuro sarà ancora felice, il dubbio non c'è!"

Da un angolo della stanza Annina piange in silenzio: il suono del Carnevale è passato e ora la stanza risuona muta.

"Gran Dio... morir sì giovane!", esclama Germont padre.

"Violetta, angelo mio non mi lasciare!", la impolora Alfredo.

Violetta ha un ultimo sussulto e lentamente spira tra le braccia di Alfredo.

Cala l'ombra della morte e con essa... il sipario.

Il caso di puntata:
sapreste dire quale elemento, presente nella narrazione, non corrisponde al testo originale?

 

 

 

 

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