Un vecchio trombone




[Racconto di Paola Manoni]


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durata 16 minuti - Credits




Al mercato delle pulci, una domenica mattina, un anziano rigattiere allestisce il suo banco con meticolosa cura.
Stende sul tavolato un consunto telo di velluto rosso, raccoglie le briciole e dispone i pochi oggetti da vendere, pezzi unici di diversa fattispecie.
Monete, francobolli di serie incomplete, pipe, orologi russi, coltellini intarsiati, libri e cartoline d'epoca e quando capita qualche altro pezzo di maggiore valore.
Stavolta espone una cosa più importante: con tutte e due le mani solleva una custodia di pelle nera, con una lampo rotta... sembra uno strumento musicale.
La sistema delicatamente proprio al centro del banco e, con un gesto sacrale, ne scoprendone il contenuto.
Una tromba di ottone, in buone condizioni, campeggia ora nel mezzo delle cianfrusaglie, accanto a un libro ingiallito dal titolo: Il Jass degli italiani.
L'anziano ha completato l'allestimento e ora siede sul suo sgabello in paziente attesa che si animi il mercato.

Si avvicina un ragazzo che getta uno sguardo sul banco ma distrattamente continua a inviare messaggi col telefono.
Il rigattiere, indifferente, legge il giornale.
Poco dopo si ferma una coppia, incuriosita dal singolare oggetto.
Il ragazzo, Carlo, gira attorno al tavolo e osserva attentamente lo strumento, ispeziona l�ottone.

"In perfetto stato... giusto qualche graffio... che te ne pare Silvia?"

"Beh tesoro non saprei, il musicista fra noi... sei tu, no?!
Guarda invece questo libro... con un errore nel titolo..."

"Jass??? No, no è corretto... agli albori, quando la musica era ancora legata al ragtime, lo chiamavano così a New Orleans, con due esse."

A queste parole il rigattiere si desta e chiude il giornale:
"Ve ne intendete, ragazzi?", chiede l'uomo.

Silvia annuisce timidamente.

"Eccome... la signorina è una vera esperta!"

"Ma cosa dici?", lo ammonisce Camilla imbarazzata.
Poggia la tromba sul banco e dà alla ragazza un buffetto affettuoso sulla guancia; poi si allontanano mano nella mano, ringraziando il rigattiere.
Circa un'ora dopo, i due ragazzi ritornano sui loro passi.

"Eh, dai, chiediamo quanto costa...", esorta Silvia, "Magari te la regalo per Natale...!"

"Ma se siamo a luglio!", replica lui divertito.

"E va beh che importa... ti piace... sarei contenta di regalartela... potrebbe aiutarti a dare una svolta creativa alla tua musica... e magari a lasciare il bar dove ti sfruttano e basta...
Sai come staresti meglio se lavorassi come musicista senza dover fare il cameriere?"

 

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Immagine di un suonatore di contrabbasso (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il musicista suona il contrabbasso e sullo sfondo una falce di luna.Particolare della parte superiore dello strumentoParticolare della parte inferiore dello strumento
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Carlo acconsente... e con una simpatica contrattazione, la tromba viene infine acquistata!
Il rigattiere, soddisfatto della compravendita, regala a Silvia il libro sul jazz.
I due ragazzi tornano a casa.

"Pasta col pesto... ti va bene"?, chiede Silvia.

Il ragazzo, in attesa del pranzo, lucida con grande vigore l'ottone che a poco a poco si libera dalla patina opaca del tempo e torna come nuovo.

"Senti qua cosa c'è scritto sul retro del libro. Nella Germania nazista il jazz veniva ascoltato ovunque: lo swing era la musica popolare più diffusa.
Il Terzo Reich aveva bandito il jazz come
musica degenerata ma gli ufficiali SS permettevano la trasmissione radio dello swing in tutti i paesi occupati... e nel ventennio fascista la musica clandestina veniva suonata nei club musicali sotto falso nome...
Confesso di non saperne proprio nulla... mai sentito parlare della musica degenerata!"

"Eh! Ricordiamoci pure che il figlio del Duce, Romano Mussolini, era un pianista jazz... suo padre lo faceva suonare a Villa Torlonia mentre, fuori di casa, il regime reprimeva la musica libera."

"Dai, mangiamo, che la pasta si scuoce...", conclude Silvia tornando al presente.

A tavola i ragazzi continuano a parlare allegramente.

"Ma lo sai che mentre pulivo la tromba è comparsa una data dentro la campana??", rivela Carlo.

"Che data?"

"Torino 1935."

"Sarà la data della fabbricazione...", ipotizza silvia.

"Non credo...
Sai che data è per il jazz in Italia??

"No...", ammette la ragazza.

"E' come una pietra miliare...
E' il primo concerto di riferimento... che si tenne proprio a Torino... del grande Armstrong."

"Ma vuoi vedere che..."

"Siiii va beh...", la interrompe immediatamente Carlo, "non ci pensare proprio che sia la tromba del grande Fortebraccio!!!
Hai idea che colpo sarebbe...
Roba da collezione... da soldi veri... da asta di Christie's..."

"Beh, potremmo diventare ricchi... pensa a che prezzo potrebbe arrivare questa tromba..."

"Quindi mi stai dicendo che conosci Luigi Fortebraccio...!", ribatte meravigliato Carlo.

"No, non proprio... ma sapevo che durante il Ventennio tutte le parole straniere venivano tradotte, cognomi inclusi.
Ora mi dici della censura contro il jazz e dunque... arm, braccio e strong, forte!"

"Brava amore mio... a furia di stare con un trombettista fallito, ti stai facendo una bella cultura musicale...
Intanto oggi ho le prove col gruppo e non vedo l'ora di fare lo splendido con la mia nuova tromba...
Oh, il suono è proprio buono... anche se ci scordiamo che sia appartenuta al king...
E poi... si dice che Armstrong si sia fatto seppellire con la sua tromba."

"Con la sua ultima tromba...", precisa Camilla, "Magari questa è una precedente... oppure è di qualcuno che era presente al concerto e si è fatto incidere la data memorabile!"

"Penso sia plausibile la seconda... in ogni caso, questa incisione alza il valore dell'oggetto proprio perché lo data."

"E perché, potrebbe essere stata aggiunta dopo!", controbatte la ragazza.

 

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Immagine di una cantante (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). La figura di una cantante, al microfono. Particolare delle braccia e del  microfono. Particolare del busto.
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"In teoria sì...", ammette Carlo, "ma un esperto sa stabilire l'autenticità anche di un graffio... figurati se non sa dire se i caratteri utilizzati, l'incisione sul metallo, eccettera, siano effettivamente d'epoca!"

Dopo il caffè il ragazzo saluta Silvia ed esce di casa mentre lei, oramai incuriosita, si immerge nella lettura del libro Jass:

"La data più antica che certifica la prima fase del Jass è il 1917, quando a New Orleans l'Original Dixieland Jass Band, orchestrina di bianchi, incide il suo primo disco.
Due dei cinque membri della band erano siciliani.
Cornettista e leader del gruppo era Nick La Rocca, carpentiere, figlio di un ciabattino di Salaparuta.
Il compaesano Tony Sbarbaro era invece il batterista; poi vi erano gli statunitensi Edwin Daddy Edwards al trombone, Larry Shields al clarinetto e Henry Ragas al piano.
I musicisti italiani erano nel jazz fin dagli albori... a New Orleans scendevano in piazza: portavano i propri strumenti e suonavano con i neri.
Così troviamo il violino e la chitarra nel jazz, introdotti per la prima volta proprio da due italiani: Joe Venuti ed Eddie Lang, che all'anagrafe risultava come Salvatore Massaro... quando l'unico strumento a corde nel jazz era inizialmente il banjo...
Nel 1917 gli USA entrano in guerra e il porto di New Orleans viene destinato ai soli fini militari... e dunque le autorità danno seguito ad una vera e propria moralizzazione della città: niente più localini notturni, niente prostitute o altri malaffari.
I musicisti Jazz si trasferiscono nelle città del Nord, in particolare a Chicago e a New York... e da qui inizia la grande espansione del fenomeno musicale che si propaga oltre oceano.
In Italia in quegli anni il jazz è diffuso solo in ristretti ambiti intellettuali
Nel Paese predomina infatti la melodia della grande tradizione napoletana... mentre i futuristi guardano allo swing come trasposizione in musica del progresso industriale, dell'uomo nuovo che con le sue macchine produce cultura.
In realtà, i futuristi avevano già sperimentato l'intonarumori, marchingegno per realizzare rumori ispirati alla città industriale...
A ben guardare, coi loro manifesti visionari, i futuristi stavano in qualche modo anticipando la musica tecnologica che si svilupperà dal secondo dopoguerra...
Ma rimaniamo nell'ambito del jazz... in alcune balere italiane compaiono i primi fox-trot, accanto al valzer, ai tanghi, alle polche e alle mazurche...
Il Mirador, soprannome di Arturo Agazzi, introduce ufficialmente il jazz a Milano nel 1919, portando nei tabarin il banjo, la tromba, il sax e la batteria ... Insomma, anche se in sordina, ha inizio la musica sincopata!
Negli anni Venti... l'intrattenimento musicale è ancora canzonetta, varietà che a Napoli si tinge di sceneggiata ma a poco a poco lo stile si rinnova... è l'inizio della musica nuova, il jazz, che tuttavia si consolida solo nel decennio successivo.
Compositori e cantanti salgono alla ribalta in regime di semiclandestinità: la cacofonia dei negri era dichiarata musica degenerata per eccellenza... che nonostante i divieti, inesorabilmente si espande: la via di fuga dallo stile canzonettistico è suonare e cantare all'americana."


 

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Immagine di un fumetto (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). la rappresentazione stilizzata di un cantante nero su un pentagramma, su sfondo nero.Particolare fumettato di un cantante neroParticolare della chiave di violino.
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"Amore mio sono qui", annuncia Carlo, rientrato in casa, "non parte la macchina, mi sa che devo rinunciare a uscire... tra l'altro piove a catinelle e non ho voglia di prendere l'autobus... faccio venire il gruppo a casa... ma non dirmi che stai ancora su quel libro!"

La ragazza interrompe la lettura:

"Chi era Gorni Kramer?", chiede.

"Attenzione... stai citando un genio!"

"Allora chi era?", insiste la ragazza.

"E' l'incarnazione del jazz anteguerra!
E' il maestro dell'improvvisazione in grado di far suonare jazz pure col coperchio di una pentola!
Era il senso del ritmo e del feeling... e sai che fece?
Prese uno strumento musicale, popolare come la fisarmonica, e vi interpretò il jazz... in puro Italian style!
E non solo... alle sonorità folkloristiche ci associò la lingua nostrana... meglio ancora il dialetto... considera che era nativo di Mantova."

"Quindi realizzò il jazz in lumbard?"

"Esatto. Hai presente Crapa pelada?!", le chiede Carlo.

"Come no?" rispose Silvia

Fu un capolavoro assoluto tra scat e swing-jazz.
All'origine venne interpretato da Kramer, alla fisarmonica, insieme ad altri jazzisti di eccezione.

"Ero convinta che Crapa pelada fosse una canzone fox-trot del Quartetto Cetra!", ammise Silvia.

"Anche loro si divertirono a cantarla... ma se per questo fu interpretata dalla star dell'epoca Alberto Rabagliati.
La critica interpretò che il testo fosse un'allusione a Mussolini... la testa pelata... in ogni caso resta un gioiello del jazz italiano!"

Gli amici arrivano e il gruppo si sistema in salotto mentre Silvia continua la sua lettura...
L'Italia del dopoguerra gode finalmente dell'ascolto libero dello swing.
Fred Buscaglione è uno degli swinger più popolari, nel suo studiato personaggio: baffi stile Clark Gable, brillantina sui capelli, sigaretta pendente dalla bocca e bicchiere di liquore.
In quegli anni la patria del jazz italiano risiede nei locali notturni di Milano.
Ad esempio al Santa Tecla, dove prima si balla e poi si ascolta il jazz.
Oppure alla Taverna Messicana.
All'Eiar, il sabato pomeriggio, si svolge una trasmissione jazzista in diretta, dove i musicisti venivano invitati a esibirsi.
La circolazione del jazz in Italia negli anni Cinquanta è testimoniata inoltre da un'opera divulgativa, l'Enciclopedia del jazz, pubblicata nel 1953.
Ma si deve attendere l'arrivo degli anni Sessanta per una vera e propria modernizzazione del fenomeno jazz nel Paese.
Nel 1960 la circolazione discografica si fa più ampia e sistematica, mentre i fenomeni televisivi restano legati alla canzone italiana dei grandi nomi come Mina, Milva e Celentano.
L'attività concertistica jazz è ancora modesta, nonostante si svolgano storici concerti come quelli della big band di Quincy Jones e del grandissimo Nat king Cole."

 

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Immagine della sagoma di un trombettista (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Un trombettista intento a suonareParticolare del busto.Particolare della coda del frac.
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Carlo, col suo gruppo, è nel pieno delle prove.
Camilla chiude subito il libro e va in salotto.

"Ma che succede qui da voi?", chiede allarmata.

"Difficile a dirsi... non abbiamo toccato niente... quando è partito il mio assolo di tromba... il vaso di cristallo di tua zia è esploso in mille pezzi."

"Vedo! Certo che è assai singolare...
Pensi sia una vibrazione ad aver fatto crepare il cristallo?"

"In realtà ogni oggetto colpito da un suono vibra.
Il punto è che certi tipi di suoni possono arrivare a mandare in mille pezzi gli oggetti."

"Sì, ma se la rottura l'ha provocata questa tromba... vendiamola e non se ne parli più...
Magari scriviamo a Renzo Arbore che come swinger e storico del jazz potrebbe essere interessato all'acquisto... ricordiamoci che c'è sempre l'incisione di quella data!"
Ma dai. E' roba di fisica. Si chiama frequenza di risonanza..."
Tutti hanno una frequenza di risonanza..."

"Ma tutti chi?", chiede la ragazza.

"Ogni cosa del mondo... tu inclusa.
Ogni oggetto ha una frequenza di risonanza diversa.
Ma la cosa assurda è che per rompere un vetro, il suono dovrebbe emettere una frequenza parecchio elevata. Non riesco a capire quale nota abbia causato la frattura del cristall."

"Vabbè... Ma non è che per caso, avete bevuto troppo?
O è il fantasma di Fortebraccio che aleggia nel salotto?"

Per quel pomeriggio le prove erano praticamente finite.
I ragazzi, ormai distratti, depongono gli strumenti nelle custodie, lasciando Carlo alle sue curiose elocubrazioni di fisica.
Ma voi, sapreste dire invero a quanti decibel può frantumarsi un vetro??

 

 

 

 

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