Adesso parlo io

[Racconto di Giovanna Gra]

 

Prima parte


Madre Natura:

Ormai son abbastanza vecchia per riconoscere i segni dei secoli.
Tempo è mio compagno dalla prima notte dei tempi e quando mi vuole inviare un segnale, un segnale di una certa importanza, sa sempre come fare.
Io, d'altro canto, so sempre come riconoscerlo.
Insieme abbiamo visto scorrere tante storie.
Le storie s'intersecano con il tempo e di istanti è decorata la loro trama.
Le attese sono matasse preziose.
Sì, il tempo compone le storie, ma sono io che mi occupo del mondo.
Forse non ci avete mai fatto caso, durante una passeggiata nel verde, in quelle splendide giornate di primavera, eppure mi avete sempre vista.
Perché io sono lì.
Il mio regno è nel cuore dei boschi.
Il mio scettro è la radice decorata dalla dura pirite e da grezzi smeraldi.
La mia corona è fatta di gocce d'alba e rugiada.
Ai piedi indosso coturni di morbido muschio.
Spesso il mio volto è velato dell'ombra della foresta, eppure tutti mi conoscono e, quando mi chiamano, mi chiamano Madre Natura.
In effetti di questo mi occupo.

 

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Immagine dell'anello (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Sullo sfondo di un cielo si staglia la forma di uno sferico anello d'oro. Una fascia ben levigata di aureo prezioso metallo. Simboleggia l'anello di Re Salomone. Particolare dell'anello.
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Sono la moglie del Tempo, governo le stagioni del mondo.
E ho fra le mani i fili del sole e le fettucce di luna.
Ho un pregiato mantello di felci che si trascina per migliaia di miglia.
E' ricamato da fate minute e sopra vi crescono tutte le piante e i fiori di questo universo.
Le mie collane son di ciliegie e, per bracciale, ho i pomi dell'albero dell'immortalità che cresce nel mio giardino preferito, il giardino delle Esperidi.
Spesso ho la testa fra le nubi e venti lievi intrecciano i miei capelli, fatti di erba e di spiga.
Sono io che ho piantato tutti gli alberi secolari del mondo, sparso i primi semi, raccolto i frutti.
Nel mio regno ho visto nascere il primo cerbiatto, intrecciare il primo nido, ululare il primo lupo.
Nelle mie acque ha nuotato il primo salmone e il primo orso che lo ha pescato.
La storia che voglio raccontarvi ha origine in questo periodo, dove secoli or sono regnava un sovrano saggio e potente.
Un re colto e curioso, Salomone.
Di lui, oggi ci restano poche testimonianze ma, grazie alla sua instancabile curiosità, moltissime leggende.
Si racconta di lui che fosse un sovrano pacato, furbo e giusto.
E si racconta che avesse un tappeto lunghissimo e che con esso potesse sorvolare l'universo.
La guida gli era stata regalata dalla regina di Saba.
Il tappeto, raccontano cronache leggendarie, si dice fosse fatto di giunchi intrecciati e tempestato di pietre rarissime, ovviamente preziose.
Ma, al contrario del mio mantello intessuto dalle fate e perciò fatato, nel tappeto di Salomone non era la trama a renderlo magico.
La natura volante della stuoia, infatti, sembra fosse dovuta ai colori con cui era stata decorata.

 

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Immagine di Frank Coccino (Per leggerne la descrizione proseguire nel link) Si vede un omino coccinella, seduto su una foglia di spalle. Sulla schiena ha la struttura corporea della coccinella, di colore rosso con i puntini bianchi. E' seduto con le gambe incrociate. Dalla testa sporgono delle protuberanti orecchie a punta nonché due lunghe elitre, ritte come due antennine ma con le punte attorcigliate. Particolare del busto di Frank. Particolare delle gambe di Frank.
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Si diceva che l'artigiano a cui era stata affidata la fattura avesse utilizzato pitture magnetiche.
Qualcuno se ne domanderà la ragione e questa è presto detta: le pitture composte da pigmenti e polveri colorate erano originate da quelle sostanze che giacciono al centro del nostro pianeta, il cui cuore è un pulsante magnete.
Grazie a queste spinte e forze piene di energia, grazie al loro legame, quel tappeto volava. Per questa ragione era degno di un re.
Il tappeto di Salomone, per giunta, sembrava potesse contenere fino a quaranta uomini, poco più, poco meno, e bastava montarci su per essere trasportati dall'altra parte del mondo.
Questo fu proprio l'uso che ne fece Salomone che, essendo particolarmente affamato di sapere, utilizzò l'omaggio per visitare il globo terrestre.
Sarà per aver viaggiato ovunque, sarà perché il suo nome divenne leggenda prestissimo, ma gli oggetti magici in suo possesso ben presto aumentarono.
Il secondo elemento associato al suo nome, si dice, infatti, fosse uno specchio.
Uno specchio in cui il re poteva vedere rifratto il suo volto, ma una volta girato e puntato verso il cielo poteva, per magie arcane, ammirare ogni luogo il proprietario desiderasse conoscere.
Ovviamente, con cotanto patrimonio fatto di un tappeto volante e di uno specchio magico, il re divenne ancor più chiacchierato e famoso.
Era tanto chiacchierato e famoso che gli stessi giganti, potendo andare in giro per il mondo con pochi semplici passi, si dice avessero costruito in suo onore templi e città.
Ma deve essere stato in uno dei suoi molti viaggi, forse nel mercato delle cose incredibili o, meglio ancora, in un mercato fatato, che Salomone entrò in possesso anche di un meraviglioso anello.
Altre leggende narrano che Salomone l'avesse ricevuto in prossimità di un crocicchio da una misteriosa viandante.
Beh, in tutta confidenza, potete credere a quest'ultima versione perché, in effetti, quella viandante ero io.


... fine prima parte.

 

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