Impronte odorose




[Racconto di Giovanna Gra]


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durata 25 minuti




Come vi avevo annunciato la volta scorsa, eccomi ancora qui.
Sono tornato per raccontarvi altre passeggiate vissute insieme alla mia compagna e padrona.
Come molti di voi sanno già, si chiama Susanna ed è una ragazza non vedente.
Io sono un giovane pastore tedesco, mi chiamo Slalom e sono il suo cane guida.

L'idea sarebbe raccontarvi un po' di vita, nonché le difficoltà, le incertezze e i problemi che possono incontrare due tipi come noi.
Eh, sì, in effetti troppo poca gente si sofferma a pensare quanto possa essere complicato un territorio urbano per una persona con problemi di vista.
E, sic, sembra ancora lontana l'idea di una città veramente accessibile a tutti.

La mattina di cui vi voglio parlare è caduta in Ottobre.
Susanna aveva appena ricevuto una telefonata da una voce che non avevo mai sentito prima.
Si trattava di Laura, una sua vecchia amica delle elementari che non avevo mai visto.
Laura, essendo una manager di un'importante azienda turistica, viaggiava molto per lavoro.
Così le due, che un tempo erano molto amiche, si erano un po' perse di vista.

Ma tant'è, quel giorno Laura si era rifatta viva.
Nel sentirla parlare al telefono ho capito che Susanna usava parecchi toni acuti.
Questo, per me, voleva dire che era molto eccitata e contenta.

Quando ha posato il cellulare è corsa a fare una doccia, poi l'ho vista aprire l'armadio e indossare giacca e pantaloni.


Quello che mi interessava di più, però, era vedere quale sarebbe stata la scelta delle scarpe.
Dalle scarpe, infatti, dipendevano molte cose.
E ne avrei capito di più.

Vi faccio qualche esempio:
se si fosse messa un paio di stivali, avrebbe significato che avremmo passeggiato, presumibilmente, sotto la pioggia.
Per me, il più delle volte, significa una bella inzuppata, ma io amo l'acqua, l'amo da impazzire, quindi non mi sarei certo lamentato!
Per il nostro andamento, invece, avrebbe significato evitare il trotto, stare attenti al terreno scivoloso ed evitare le pozzanghere, cosa che faccio con una certa nostalgia perché mi divertono un sacco... ma, per cento pointer, il lavoro è lavoro!
Le scarpe da tennis, invece, avrebbero indicato una passeggiata lunga.
Forse in una villa o in un parco, dove magari ci sarebbe scappata per il sottoscritto la conoscenza di qualche cagnolina...
Significava anche terreno incerto, prati, buche, all'occorrenza anche ghiaia.
Oppure, se avesse indossato scarpe eleganti con il tacco a spillo, avrei dovuto aspettarmi una passeggiata corta e in punta di zampa.
In questi casi, capitava che cambiassi anche io vestito, indossando il mio collare migliore:
rosso sgargiante, molto, ma molto elegante.
Scarpe con un po' di tacco appena accennato, invece, avrebbero significato per me passo lento e molto accorto.
Diciamo... andante.
I mocassini, con ogni probabilità, commissioni in posta o lunghe attese presso qualche sportello in banca.
Noiosissime!
Quindi passo frettoloso, sostenuto, facendo attenzione che:
scartoffie, bolli o quant'altro non cadessero nella fretta o nel pressing di una lunga fila.

Ma quel giorno, l'ho capito più tardi, nulla di tutto questo era in programma.





Susanna ha indossato un vestito elegante e ai piedi ha messo... un bel paio di scarpe da tennis!
La più comode, le sue preferite, quelle da tragitto piuttosto complicato.

Dunque, dove eravamo diretti?
Non capivo.

Laura abitava a Roma, ma dell'altra parte della città.
Ergo, io e Susy, per la prima volta da che l'avevo conosciuta e seguita nelle sue passeggiate, avremmo preso la metropolitana.
Ero sereno, ma non molto contento.
Sapevo che la metropolitana correva nel sottosuolo e, detto fra noi, io non sono un cane da tana.
Forse un bassotto se ne infischierebbe di stare nella pancia di quel lungo verme metallico, ma io no.
Per giunta, la metro costringe la gente a stare accalcata in un'area molto limitata e, per me, questa è una cosa difficilmente sopportabile.
Ma a scuola mi hanno insegnato che un cane guida deve vivere concentrato e quindi lo sarei stato.
Parola di Slalom.
Avrei cercato di tacitare il mio istinto e qualsiasi pulsione aggressiva verso esseri umani poco, ehm, graditi, dimenticando di essere costretto in uno spazio chiuso.

Così, con un po' di cautela e qualche fila, eccoci nel primo vagone della metro A di Roma.
L'ora non è felicissima e il convoglio è zeppo.
Uffa.
Non c'è un posto a sedere a pagarlo oro.
Io aspetto fidando nella buona educazione di qualcuno.
Susanna si tiene salda alla maniglia del mio guinzaglio e controlla le spinte e le riprese del vagone ben aggrappata a una maniglia che pende dal soffitto del vagone.

Incomincio a valutare le persone che abbiamo intorno.
Ho diversi motivi per farlo, sapete?
Il primo è che un cane guida deve avere sempre il polso della situazione.
Deve badare alla sicurezza del suo padrone e alla sua incolumità.
Secondo motivo:
è la mia indole.
Io sono un cane da difesa, nasco per questo, è un mestiere scritto nei miei geni.
Quindi sto all'erta, anzi, a dire la verità, io all'erta ci sono nato.

Ricordo ancora quando Susanna ha incominciato il training come conduttore e il mio addestratore le ha detto:
"Si ricordi sempre che il suo cane è un pastore tedesco.
Il pastore tedesco nasce come cane da guardia e ha un istinto molto sviluppato.
Per cui, se lei sente che il cane ha delle resistenze con alcune persone, tipo... che so, si rifiuta di prendere l'ascensore con l'inquilino dell'ultimo piano, lo assecondi.
Eviterà uno stress al suo amico a quattro zampe, all'inquilino e contribuirà al quieto vivere del condominio
".
Ricordo che Susanna aveva sorriso a quelle parole, ma non le ha mai dimenticate, ed è sempre stata molto sensibile alle mie necessità.

"Slalom, so che per te sarà un sacrificio prendere la metropolitana, ma durerà poco amico mio, vedrai", mi mormora mentre ci accingiamo a salire.

Sì, sì, immagino che qualcuno possa pensare:
beh, che sarà mai prendere la metro per un cane?

E invece, credetemi, fra i rumori, la folla e il vagone che limita qualsiasi possibilità d'azione, è una bella impresa!

Comunque, noi cani guida siamo abilitati a salire su qualsiasi convoglio.
Tutti gli altri cani (quelli cosiddetti normali) hanno la possibilità di salire sull'ultimo vagone e, se non sbaglio, c'è un limite alle presenze nel medesimo scompartimento.





Detto ciò, alla fine siamo partiti.
I vagoni venivano sbatacchiati a destra e a sinistra, la gente si aggrappava dove poteva e faceva scommesse con l'equilibrio.
Il viaggio, meno male, non era lunghissimo.
Non ho contato quante volte si è ripetuta l'apertura e la chiusura delle porte perché ero un po' teso... ma è successo abbastanza spesso.
Poi, purtroppo, mentre venivo a patti con i miei istinti più selvatici, le cose sono precipitate.
Fatto positivo:
ci stavamo preparando a scendere.
Fatto negativo:
la gente incominciava a pressare da dietro e la cosa non mi piaceva nemmeno un po'.
Fatto insopportabile:
i freni facevano un rumore che se ci penso mi fanno ancora male le orecchie.
Ciò detto si esce, sballottati, fra gli umori di tutti.
Poi è un attimo:
percepisco una forte spinta che viene da destra, sento Susanna che dice "Non c'è di che" e dopo un secondo che grida:
"Al ladro, al ladro!
Mi hanno rubato il portafogli!
"

È un attimo e mi trasformo in una furiosa macchina da guerra.
Conduco Susanna, delicatamente ma decisamente, vicino ad una panchina.
Un addetto alla sicurezza raccoglie la sua testimonianza che, immagino, sfocerà in una denuncia.
Poi, poso la mia zampa sul ginocchio di Susy.
Lei sa cosa vuol dire, infatti mi carezza il testone e mi domanda:
"E se poi ti perdi?"
Pigio la zampa con più forza.
Lei capisce e mi sussurra:
"Ok.
Solo dieci minuti però
..."
Un abbaio breve e due alitate fra noi vuol dire .
Susanna mi sgancia.
Sono libero e mi attivo.

Il resto del racconto ve lo faccio correndo, quindi venitemi dietro!
Arf, arf...!

Dovete sapere che ci sono molte differenze fra gli uomini e i cani, ma quella che spicca in modo particolare è l'olfatto.

Per capirci, se un uomo ha dieci centimetri quadri di epitelio nasale, il cane ne possiede da settantacinque a duecentocinquanta centimetri quadri.
Il grosso divario è sparso fra le varie razze.
Di più:
se l'uomo possiede circa trenta milioni di recettori olfattivi, il cane ne ha niente po po di meno che duecentocinquanta.

Io ho un amico carissimo, un amico d'infanzia.
Siamo cresciuti insieme, cioè, nello stesso allevamento.
Si chiama Toby.
Toby è un Bloodhound.
Come?
Cos'è un Bloodhound?
È un segugio, ma un segugio davvero particolare.
Tanto per dire, oggi Toby è un sergente di Scotland Yard.
Già, Scotland Yard, c'è poco da ridere!
Pensate un po', nei tribunali inglesi, il fiuto di un Bloodhound è considerato prova legale.
Quindi non vi sto parlando di un pivello.
Beh, si dà il caso che Toby, fissato com'è con le tracce, gli odori, le piste, gli indizi, i gialli e i detective, abbia insegnato due o tre cosine anche al sottoscritto.

Certo, questo, il ladro non poteva saperlo, mi spiace per lui... ma in ogni caso, vi pare tanto intelligente andare a rubare ad una donna in compagnia di un tipo come me?



Quindi, ho organizzato le idee.
Prima pista:
l'odore della paura.
Gli uomini hanno molti odori.
Noi cani possiamo sapere un sacco di cose di un uomo, dopo averlo annusato.
Percepiamo il suo stato fisiologico, che genere di cose ha mangiato, in che fase riproduttiva è e qual è il suo generico stato di salute.
I miei colleghi labrador, in verità, si stanno specializzando per individuare malattie molto gravi, tanto per dirne una.
Anyway...
Un'altra cosa che percepiamo distintamente degli esseri umani sono le emozioni.
Fra tutte, ne spiccano due a cui siamo davvero ipersensibili:
la paura e lo stato di eccitazione.

Bene, io dovevo seguire la via della fifa.

Toby, come tutti i Bloodhound, è definito un cane molecolare perché lavora sulle molecole dell'odore; io sono più un cane da ricerca in superficie, ma me la cavo comunque piuttosto bene...

"Ricordati sempre", mi diceva Toby, "che se devi inseguire un uomo hai tre fonti a cui riferirti:
le mani, le ascelle, i piedi.
Sono queste le tre cose che lo tradiranno inevitabilmente.
Piano A:
segui il piede.
Se segui il piede devi aspettare che frantumi, strusci, sfiori o smuova il terreno.
Durante l'impatto col suolo, infatti, il piede produrrà delle molecole odorose:
quella è la tua traccia.
Questo sistema d'indagine è più conosciuto come tracking, ed è fisso sul terreno.
Tanto più pesa la preda, tanto più sarà efficace la tua pista.
Bada, però, perché questa è la traccia più volubile.
La sua intensità dipenderà moltissimo dall'impeto del tracciatore, dal terreno e dalle condizioni climatiche.

Se la cosa si fa complicata, caro Slalom, e se riesci a carpire l'odore individuale del soggetto che ha commesso il reato, allora puoi affidarti al trailing."
"Al... che?"
"Trailing, ragazzo, è un sistema americano."

Aveva sempre ragione!
Grande, vecchio Toby.

Nel trailing, infatti, il cane si affida la scia odorosa ed è più libero di (come si dice in gergo) tagliare la traccia e seguire il vento.

Il naso è uno strumento per giudicare, indagare, conoscere, ed è buffo perché in questo frangente posso comunicare con Susanna, certo di essere capito.
Per un non vedente l'olfatto è molto importante ed è uno strumento maggiormente sviluppato e raffinato che in una persona qualsiasi.
È anche provato che le donne percepiscono gli odori meglio degli uomini.

In realtà non esiste una scienza per gli odori, com'è per l'acustica o per l'ottica, tuttavia, anche l'olfatto, come le note, come i colori, può vantare i suoi odori primari.
Gli odori primari sono:
canfora, muschio, menta, fiori, etereo, pungente, putrido.
Mentre la vaniglina è l'odore a cui l'uomo è più sensibile.

Nel cervello di un uomo, più o meno all'altezza degli occhi, fluttuano all'incirca cinque milioni di neuroni olfattivi sensibilissimi alle correnti, ai refoli, alle essenze più varie.
Le cellule nervose portano i messaggi a quella parte di cervello che si occupa dell'olfatto e vanno a sfiorare e a sfruculiare il sistema limbico che governa un mucchio di sentimenti, fra cui la rabbia, la paura, la nostalgia i ricordi...
Per questo nella nostra vita gli odori sono così importanti!

Comunque, ero sulla pista.
Il clima era perfetto e io ero sulle tracce del ladro.
Il vento, debole ma percettibile, mi garantiva una buona dispersione delle molecole odorose.
In più, il ladruncolo doveva essersi parecchio agitato perché il messaggio arrivava forte e chiaro.
Un clima così, pare che aumenti la POD.
Cos'è la POD?
Ma è la Probability of Detection!

Toby me l'ha spiegato bene, a suo tempo...
Pensate, se fosse stata estate avrei avuto molte più difficoltà, perché, con il forte irraggiamento solare, le correnti d'aria si posizionano quasi esclusivamente in verticale con un POD bassissimo.
Per fare un altro esempio, sotto una coltre di neve l'esito della ricerca di un disperso dipende dal calore del suo corpo.
Se il corpo è caldo, l'odore sale oltre la neve ed è facilmente percettibile per il tartufo, sì insomma, il naso, di un cane cercatore.
Ci sono cani che sanno individuare le sostanze che accelerano un incendio e alcuni riescono addirittura a stanare i corrieri della droga che hanno inghiottito la merce annusando il posto su cui si sono seduti.
Altri che sanno segnalare la presenza di bombe ed esplosivi.
Altri ancora che individuano l'inchiostro delle banconote false.

L'impronta odorosa di un individuo (per la cronaca, tutti ne abbiamo una) si modifica nel corso della nostra vita e raggiunge il suo massimo nell'età puberale.

Io avevo individuato il mio uomo seguendo la traccia del suo sudore.
Era sudato perché era in fuga ed era spaventato!
Il sudore umano contiene precisi significati emotivi.
È molto forte, chiaro e persistente, ed è un odore cosiddetto contagioso.
Si dice che sia il fattore scatenante negli attacchi di panico collettivi.
Sapete perché?
Grazie alla sua diffusione immediata e netta.

E infatti, eccolo lì il mio uomo, aveva appena girato l'angolo.
Gli sono saltato addosso in un istante:
pochi secondi dopo avevo fra le mascelle il portafogli di Susanna.
Come dite?
Ah sì, certo, è naturale, avete ragione:
in una stazione potevano esserci molte persone sudate, e magari anche spaventate, giusta osservazione.
Ma voi dimenticate che solo lui, per me, aveva un segnale esclusivo.
Lo aveva fra le mani ed era quel portafogli che aveva l'odore unico, inconfondibile, indimenticabile di Susy.
Il caso era risolto.
Susanna era raggiante e Toby molto, molto fiero di me.
Cos'altro dire... non ci resta che abbaiare, Watson!

 

 

 

 

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