Maionese alla birra




[Racconto di Giovanna Gra]


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durata 23 minuti




Buondì, amici, oggi è una giornata pigra.
E' una calda ottobrata romana e io mi beo dei raggi del sole che baciano la mia cuccia in lungo e in largo.

Susanna sta facendo colazione.
E' al telefono con sua madre e dovrebbe averne ancora per un po'.
Spero non troppo perché dobbiamo scendere per la mia passeggiata.

Mi metto in ascolto degli odori della giornata.
Sì, sì, ho detto odori, non rumori.
Sapete, gli odori di una giornata dicono molto di quello che sta avvenendo intorno a noi.
E, per quanto mi riguarda, dicono certamente più di quello che potrebbero raccontare i rumori.
L'uomo si fida molto della propria vista, anzi direi che ci si affida totalmente.
Secondo me sbaglia.
Vi faccio un esempio:
difficile riconoscere la macchina con cui vostra moglie o vostro marito torneranno a casa, perché ce ne sono tante uguali a quella.
Molto più facile è anticipare la notizia tramite l'odore delle persone che stiamo aspettando.
Sì, sì, direte voi, tu parli da cane e pontifichi dall'alto del tuo super tartufo!
Infatti, amici miei, questa è una rubrica tenuta da un pastore tedesco!
Tuttavia, credetemi, il mondo degli aromi e degli odori è un universo variegato, fitto e abitato.
Una sorta di web delle essenze che comunica e veicola tante informazioni.
Gli inglesi lo chiamano odour type ed è l'odore di ciascuno di noi.
Una sorta d'impronta odorosa che è talmente unica per ciascun individuo che non ne esistono due uguali.

 

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Immagine di Slalom che sbuca da un cespuglio (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede il pastore tedesco semi-nascosto da un cespuglio sullo sfondo di un prato verde. Particolare del cespuglio.Particolare del mezzo busto del cane.
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Per questa ragione, studi recenti vorrebbero utilizzare l'odour type come un codice per criptare i dati personali delle persone e usare il loro odore come pin.
Non so se questi studi avranno grandi sviluppi, ma l'idea non sarebbe affatto male!

Ad ogni modo, per quanto riguarda me che sono un cane, le tracce olfattive sono miliardi e da esse raccolgo dati, ricevo coordinate e studio l'ambiente.
Infatti, conosco a memoria tutti gli odour type delle persone che frequentano la mia Susanna e che mi interessano.

Forse nelle pagine scientifiche non lo troverete scritto, ma posso giurarvi che non solo conosco il DNA olfattivo di ciascuno, ma spesso sono in grado di riconoscere... i sentimenti delle persone che mi girano intorno.
Prendete la signora Ruffini, quella del terzo piano.
Beh, ogni volta che viene a chiedere un pizzico di sale, un goccio d'olio, o una testa d'aglio, io la sento arrivare appena esce di casa.
Volete sapere perché?
Perché la signora Ruffini ha il terrore dei cani e, si sa, anche la paura ha una sua fragranza.

Come so benissimo che Gino, il nostro portiere, sebbene cerchi di non darlo a vedere, è cotto della signorina Bergonzini.
Non avete idea degli effluvi di feromoni che fluttuano dalla portineria all'ascensore quando la signorina Anna paga il condominio...
E' il mondo dell'infinitamente piccolo, fatto di molecole e atomi con le ali, invisibile agli uomini, ma non ai cani.

Per tornare a noi, la giornata annuncia le seguenti novità:
il fornaio di fronte a casa ha appena sfilato dal forno delle ottime baguette per il pranzo.
Arrivano effluvi di pane tostato che farebbero svenire un San Bernardo.
Al quarto piano, Memè, il gatto bianco del notaio Andreoli, deve aver fatto di nuovo la pipì sulla grondaia.
Detesto gli odori dei gatti, anche se sotto sotto, Memè mi è anche simpatico.
La giovane coppietta del terzo piano ha appena messo a scaldare il latte per il bebè... e se fra due minuti non lo levano dal fuoco gli si brucerà, come al solito.
Ecco, il portiere, in questo momento, sta spazzando il nostro pianerottolo... sento il suo odour type distintamente davanti alla porta!

Io non leggo i giornali, ma questo mondo rarefatto che viaggia e vive all'altezza di un metro da terra, per me, è un po' come un telegiornale.

Nella realtà, l'unica persona con cui posso condividere questo tipo di considerazioni, come al solito, è la mia preziosa Susanna.

 

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Immagine di Slalom in figura intera, all’uscita di una portafinestra che si apre su un giardino. (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vede il cane davanti alla distesa erbosa, ai lati sedie a sdraio da giardino e vasi di piante .Particolare del divanetto di vimini da giardino.Particolare del cane.
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Da non vedente, Susanna, nel corso della sua vita, ha affinato moltissimo l'olfatto.
E oggi è davvero incredibile quello che può sapere avendo una persona davanti!
Tutto può avvenire anche senza che Susanna l'abbia sentita parlare.
Gli esperti parlano di sorgenti odorifere e di molecole.
Parlano di chemiorecettori del naso e di percezioni sensoriali.
Naturalmente, la variabile, specie negli spazi aperti, è il vento.
Tuttavia, molto spesso è una variabile che gioca a favore.

Finalmente, finita la telefonata, incomincia la nostra giornata e, se non ho capito male, credo che si parta per diverse commissioni.

Prendiamo l'ascensore e Susanna mi offre subito una piccola conferma di quello che vi ho detto prima.
In ascensore entrano con noi la signora Bollini e l'avvocato Oggiaro.
I due sono quel genere di persone a cui salutare pesa.
Lui la risolve con un anonimo grugnito.
Lei con un rapido e tronco "... orno."
Arrivati al piano terra, dopo che i due si sono diretti in fretta verso il portone e hanno guadagnato la strada, Susanna mi guarda complice e commenta:
"E così la signora Bollini ha cambiato lacca, eh?"
Scodinzolo divertito.
Eh, già, infatti sulla sua testa attualmente campeggia un'orribile e arzigogolata messa in piega.
Poi Susanna aggiunge:
"E l'avvocato Oggiaro deve aver fatto molto tardi, stanotte.
Col profumo del dopobarba non è riuscito a coprire quel terribile odore di tabacco... deve aver fumato parecchio!"
Emetto un latrato entusiasta:
anche stavolta ha fatto centro.
Dovevano essere le tre di notte quando ho sentito l'avvocato che infilava le chiavi nella porta per rientrare.

Dunque, fin qui tutto ok.
Alla fine della strada entriamo alla Posta.
Strappiamo il nostro numeretto e ci mettiamo in fila.
Davanti a noi ci sono almeno sette persone.
L'aria, nell'ufficio postale, è ferma e stantia.
Sul fondo, le porte a vetri sbattono per il viavai delle persone che entrano e escono.
Un ragazzo con un motorino frena rumorosamente e parcheggia sul marciapiede davanti all'ingresso.
Che modi!
Una vecchia signora entra lamentandosi della tramontana che da ieri tira e spira.

Alle spalle della donna, un pulmino portavalori si ferma e spegne il motore.
Un uomo scende e comincia a scaricare sacchetti.
Mi guardo intorno:
sulla parete più grande dell'ufficio postale c'è un orologio che segna l'ora e il giorno... di un mese fa!
Una giovane donna sta firmando un documento allo sportello e sento distintamente il rumore della penna che sfiora la carta con piglio deciso.
Il signore davanti a noi deve aver mangiato dell'aglio, ieri sera...
La donna di colore dietro di noi sta scartando una caramella che, a occhio e croce, dovrebbe essere al latte.
L'uomo con i sacchetti portavalori entra accompagnato da un collega e deposita la merce vicino allo sportello blindato.
Parla a gesti con un dipendente della Posta che dovrebbe aprire un passadocumenti.
All'entrata, improvvisamente si materializzano il giovane del motorino, più altri due loschi figuri vestiti come lui.
Tutti e tre hanno un casco grigio metallizzato in testa e all'unisono estraggono due pistole e un fucile a canne mozze.
Poi urlano in faccia agli astanti la tipica frase:
"Fermi tutti, questa è una rapina!"
Sento la mano di Susanna stringere a sé la maniglia del mio guinzaglio.
E' spaventata, forse teme una mia reazione.
Vorrei tranquillizzarla e dirle che non reagirò.
Con il muso le sfioro la gamba, fra noi è il segnale che va tutto bene.
Mi volto verso i tre uomini e percepisco un odore che si fa sempre più nitido:
è un impasto di smog e vestiti molto usati.
Forse qualcuno di loro è stato in una friggitoria di recente.
E soprattutto sento che sono sudati.
Sudati e terrorizzati.
La paura ha un odore unico e tipico e con i bipedi non mi sbaglio mai.
Sono stato addestrato bene e so che l'umano, quando ha paura, è imprevedibile.
In quanto cane, so di essere un pericolo per loro, infatti mi tengono d'occhio mentre obbligano le persone a mettere le mani dietro la testa.
Quindi, quello più alto si avvicina a Susanna.
Anzi, a dir la verità, le si fa sotto, prepotente.
Un ringhio sordo mi muore in gola.
Susanna scuote il guinzaglio per farmi capire che non devo assolutamente reagire.
E' lei che decide.
Mi taccio.
Da sotto il casco, il losco figuro sibila la sua minaccia:
"Tieni a bada quel maledetto cane o vi impiombo tutt'e due:

 

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Immagine ravvicinata di Slalom semi-nascosto da un cespuglio (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Si vedono il pastore tedesco e il cespuglio e sullo sfondo un prato verde.Particolare del cespuglio.Particolare del cane.
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questo ferro non è un giocattolo, chiaro?"
"Non sarà della polizia?", chiede uno dei due complici, allarmato.
"Naaa...", sibila il tizio.
"Come fai a esserne sicuro?"
L'altro si volta aggressivo.
"Ahò, t'ho detto di no, chiaro?"
E sventola a due millimetri dal naso di Susanna la pistola.
Devo mordermi la lingua per non azzannare il suo polpaccio come vorrei.
I tre prendono i sacchetti abbandonati dalle guardie del portavalori e, urlando e minacciando le persone terrorizzate, fuggono via.
In un istante, due volanti della polizia piombano frenando davanti all'ufficio delle Poste.

La gente, calata la tensione, è logorroica ed eccitata.
Tutti raccontano, dicono, confermano, correggono... anche a sproposito.
La polizia incomincia a raccogliere le testimonianze e ciascuno dà la sua versione dei fatti.
Dopo pochi minuti una volante inchioda fra le altre due.
Dall'auto scende un bel giovane, sguardo vispo e passo atletico.
Dietro, due poliziotti arrivano trafelati tenendo due dei malviventi che, polsi legati, vengono introdotti nell'auto civetta fra l'entusiasmo generale.
Il giovane ispettore si fa largo:
"Signori, purtroppo il capo della banda non l'abbiamo ancora preso.
C'è qualcuno fra voi in grado di fornire qualche particolare per aiutarci?"
Un uomo alza la mano deciso:
"Era alto!"
"Sì, questo lo sappiamo", conferma il commissario.
"Era biondo!", urla una signora un po' isterica.
Subito un'altra le risponde:
"Ma come fa a saperlo?
Aveva il casco in testa, e sotto il casco un passamontagna!"
"Sì, però, secondo me, s'intravedevano dei baffi... forse biondi...", chiosa un giovanotto dall'aria annoiata.
"Ne è certo?", domanda speranzoso l'ispettore.
"Beh, no, certo no.
La mano sul fuoco non ce la metterei."
La cosa va avanti per almeno mezz'ora.
Io mi guardo intorno e spio Susanna che sta seduta da una parte con aria assorta.

Come sono volubili i ricordi delle persone!
Passa un piccolo lasso di tempo e nessuno è più sicuro di quello che ha visto.
Ognuno ha una versione diversa, tutti litigano e discutono sinceramente convinti di ciò che dicono, ma alla richiesta di testimoniare in tribunale, quasi tutti si tirano indietro.
Il motorino era grigio.
Forse era verde.
Bianco!
Aveva il parabrezza?
O un portapacchi?

Il giovane ispettore cerca di orientarsi, ma non è facile.
Improvvisamente, Susanna alza la mano.
L'ambiente è fumoso e caotico e allora decido di attrarre l'attenzione del poliziotto con un latrato.

Lui si volta e viene verso di me.
"Dica, signora."
Susanna si schiarisce la voce e annuncia:
"Quell'uomo lo troverete in via Silone, alla friggitoria Fumo di Londra."
Il giovane si avvicina a Susie e le domanda:
"Ma come fa a saperlo?"
"Per minacciare me e il mio cane mi è venuto molto vicino, ispettore, e la sua giacca aveva un vago odore di fritto.
Era un odore di cibo condito con la maionese alla birra.
Quell'odore lo conosco, c'è un solo negozio che cucina in quel modo, ed è in via Ignazio Silone.
Si chiama Fumo di Londra.
Inoltre, quando il complice gli ha chiesto se, visto il mio cane, non potessi essere un poliziotto, lui ha risposto: "No!" in modo estremamente deciso.
Chiaramente mi conosce.
In effetti io vado spesso a comprare fish and chips in quel posto.
Solo lì li sanno cucinare come a Londra!"
"Va beh!", esclama il ragazzo annoiato, "Non ci faccia ridere!
Adesso si catturano le persone seguendo gli odori!
... Bah..."

L'ispettore lo ignora, compone un numero di cellulare e ordina:
"Una volante in via Ignazio Silone alla friggitoria Fumo di Londra.
Sì, certamente.
Uomo bianco, alto circa un metro e ottantacinque, probabilmente lavora in loco e potrebbe avere un casco grigio metallizzato ... naturalmente, vi raggiungiamo il prima possibile."
Poi si rivolge a Susanna:
"Grazie signora.
Posso avere l'onore di conoscere il suo nome?"
"Susanna.

 

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Immagine di Slalom in primo piano al parco (Per leggerne la descrizione proseguire nel link). Il muso del pastore tedesco, visto dal basso, dietro uno sfondo, orientato a 45 gradi verso destra, in cui svettano gli alberi di un parco urbano.Particolare degli alberi.Particolare del muso del cane.
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Susanna Manniti", risponde lei in un soffio.

Susie accenna un sorriso.
Perché avverto fra i due un'atmosfera... così strana?
Sembra la stessa che esce dalla portineria quando...
Ma improvvisamente il cellulare dell'ispettore squilla.
"Dica, Farisei.
Bene, molto bene:
trattenetelo, arrivo subito."


Volete sapere come è andata a finire?
Aveva ragione lei.
Ha sempre ragione lei e io sono un cane molto fortunato, fiero del mio posto nel mondo.

 

 

 

 

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