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Moni Ovadia
Senza confini. Ebrei e zingari, prodotto da Promo Music di Marcello Corvino, scritto e interpretato da Moni Ovadia e dalla Moni Ovadia Stage Orchestra, va in scena al Teatro Quirino di Roma il 31 ottobre alle ore 21.00.
Un concerto-spettacolo di grande coinvolgimento, protagonisti da una parte l’amore per la battuta, tracce poetiche, storielle e barzellette ebraiche e dall’altra i ritmi incalzanti delle sonorità e delle melodie zingare e klezmer, la bella musica che “attraversa” le genti e la cultura dall’Europa all’Est, in sintesi un’opera teatrale originale e senza confini fatta di memorie e di grandi emozioni.
Moni Ovadia nasce a Plovdiv in Bulgaria nel 1946, da una famiglia ebraico-sefardita, greco-turca da parte di padre, serba da parte di madre
Alla fine degli anni '40 si trasferisce a Milano con la famiglia.
Già negli anni del liceo comincia la sua attività artistica come cantante e musicista nel gruppo dell’“Almanacco Popolare” sotto la guida dell’etnomusicologo Roberto Leydi.
Dopo la laurea in Scienze Politiche nel 1972 fonda e dirige il “Gruppo Folk Internazionale” che incentra la sua ricerca sulla musica tradizionale di vari paesi, in particolare dell’area balcanica.
Nel 1978 il gruppo cambia orientamento e diventa “Ensemble Havadià”, dedicandosi a musiche di propria composizione e sviluppando una forma inedita di concerto teatrale. In quegli anni alterna l’attività dei concerti con quella discografica anche come produttore.
L'attività di teatro vera e propria inizia nel 1984 quando avvia una serie di collaborazioni con numerose personalità della scena tra cui Pier’Alli, Bolek Polivka, Tadeusz Kantor, Giorgio Marini, Franco Parenti. E proprio per il Teatro Franco Parenti crea, in collaborazione con Mara Cantoni, lo spettacolo Dalla sabbia dal tempo in occasione del I Festival di Cultura Ebraica nel 1987.
È questa, per Moni Ovadia, l’occasione di fondere le proprie esperienze di attore e di musicista, dando vita alla proposta di un “teatro musicale” lungo il quale ancora oggi opera la sua ricerca espressiva.
Nel ’90 fonda la TheaterOrchestra e inizia a lavorare stabilmente con il CRT Artificio di Milano che produce lo spettacolo Golem messo in scena con la collaborazione di Daniele Abbado che debutta al Petruzzelli di Bari e viene presentato con successo a Milano, Roma, Berlino, Parigi e New York.
Da non dimenticare nell’90 Progetto Ritsos Delfi Cantata, ispirato al poeta greco Ghiannis Ritsos con le musiche di Piero Milesi e ripreso nel 1994 in una nuova edizione per il festival Suoni e Visioni di Milano.
A memoria del Venticinquennale del terremoto che distrusse la valle del Belice, per le Orestiadi di Gibellina del 1993, costruisce con la collaborazione di Studio Azzurro e le musiche di Alfredo Lacosegliaz, Ultima forma di libertà, il silenzio ambientato nell’inquietante scenario del Cretto di Burri e sempre per il Festival di Gibellina del 1996, parteciperà allo spettacolo evento Pallida madre, tenera sorella con la regia di Piero Maccarinelli.
Ma è nel 1993 con Oylem Goylem, una creazione di teatro musicale in forma di cabaret, che Ovadia si impone all’attenzione del grande pubblico. Oylem Goylem, osannato dalla critica, ha avuto ad oggi circa un migliaio di rappresentazioni ed è stato pubblicato in DVD nel 2005 per Einaudi.
Nel 1994, inizia il sodalizio artistico con Roberto Andò debuttando nell’opera multimediale Frammenti sull’Apocalisse di Daniele Abbado, Nicola Sani e dello stesso Andò presentato nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara e, in forma di spettacolo, al Festival Roma Europa. Sempre con Andò, nel febbraio 1995 collabora a Diario ironico dall’esilio una coproduzione CRT Artificio e Teatro Biondo Stabile di Palermo.
Partecipa insieme all’attore tedesco Bruno Ganz al primo lungometraggio di Andò Diario senza date (Diary with no dates), presentato alla 51° Mostra del Cinema di Venezia nella sezione Finestra sulle Immagini.
Nel gennaio 1995 crea, con la collaborazione di Mara Cantoni, Dybbuk, spettacolo sull’Olocausto accolto come uno degli eventi più importanti della stagione teatrale.
Sempre nello stesso anno, con Pamela Villoresi - che ne firma anche la regia - debutta con lo spettacolo Tàibele e il suo demone, una co-produzione CRT Artificio-Piccolo Teatro di Milano.
Rinnovando la collaborazione con il Piccolo Teatro e con Mara Cantoni, nel febbraio ’96 dà vita allo spettacolo Ballata di fine millennio, grandissimo successo di critica e di pubblico, con il quale intraprende un’impegnativa tournée nelle principali città italiane.
Nel 1997 riprende la collaborazione con Andò mettendo in scena Il caso Kafka, una coproduzione CRT Artificio e Stabile Biondo di Palermo.
È dell’ottobre ‘98 uno spettacolo prodotto in esclusiva per il Teatro Stabile Politeama Rossetti di Trieste, Trieste… ebrei e dintorni, una conferenza-spettacolo sul tema della presenza ebraica nella città.
Nel novembre dello stesso anno, apre la stagione del Piccolo Teatro di Milano con Mame, mamele, mamma, mamà… scritto, diretto e interpretato da lui stesso e dalla TeatherOrchestra.
Seguiranno nel dicembre '99 Jossl Rakover si rivolge a Dio tratto dall'omonimo libro di Zvi Kolitz e lo spettacolo Tevjie und mir, uno studio libero ispirato al racconto Tevjie il lattivendolo di Sholem Alekem da cui fu tratto il musical Fiddler on the roof, la cui versione italiana, Il violinista sul tetto, Ovadia dirigerà ed interpreterà nella stagione 2002/2003.
Nel 2001 debutta con Il Banchiere errante, spettacolo semiserio sul denaro. Poi, nell'autunno 2003 crea dirige ed interpreta lo spettacolo L'armata a cavallo, un libero adattamento del testo omonimo di Isaak Babel’ che ha concluso la sua tournée a Mosca nel giugno 2005.
Per la stagione 2005-2006, crea lo spettacolo Es iz Amerike, un viaggio teatral-musicale sull’epopea ebraica nella cultura e nello show biz statunitense.
L’anno seguente, di nuovo in collaborazione con Roberto Andò, mette in scena “Le storie del sig. Keuner” libera interpretazione dei famosi testi di Bertolt Brecht.
Nella stagione 2007-2008, allestisce una coraggiosa pièce sulla fine del Comunismo, La bella utopia, dove intreccia la drammaticità degli eventi storici ad un umorismo urticante.
Nel 2009 allestisce Shylock, il Mercante di Venezia in prova.