I violoncelli di Santa Cecilia: Villa-Lobos - Bachiana Brasileira n. 1

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    AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
    Sala Sinopoli                   

    I Violoncelli dell ’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

    Rosa Feola
    Soprano

    I VIOLONCELLI DELL’ACCADEMIA NAZIONALE DI SANTA CECILIA
    Gabriele Geminiani
    Carlo Onori       
    Diego Romano
    Francesco Storino
    Bernardino Penazzi
    Francesco Di Donna
    Matteo Michele Bettinelli
    Sara Gentile
    Giacomo Menna
    Danilo Squitieri



    Heitor Villa-Lobos
    (Buenos Aires 1887 - 1959)         
    Bachiana Brasileira n. 1
    Introduzione (Embolada) - Animato
    Preludio (Modinha) - Andante
    Fuga (Conversa) - Un poco animato

     

    Le musiche in programma
    Tratto dal programma di sala dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
    di Andrea Penna

    “L’America siamo noi: poi ci sono gli abitanti dell’America del Nord”. Questione di punti di vista, si potrà obiettare, ma le parole taglienti e ironiche di Luis Bacalov testimoniano bene la consapevolezza di non essere, anche musicalmente, secondi a nessuno, tenendo ben presente il ruolo che il Sud America ha svolto per oltre due secoli nella storia della musica: crogiolo di influenze, laboratorio di linguaggi, serbatoio di artisti, musicisti, danzatori come pochi altri al mondo. In un concerto dedicato alle tante sfaccettature delle musiche dell’America Latina, risalta quindi la centralità di quel continente nella vicenda musicale dell’Occidente, testimoniata da un itinerario che, nota per nota, svela quale debito la cultura e l’immaginario odierno abbiano contratto con una tradizione secolare, ancora oggi ricchissima e in gran parte da recuperare e da scoprire.

    Talvolta, per raccontare sommariamente la storia musicale di un paese, si tende ad identificarlo con un singolo musicista, impegnandosi in un esercizio estremamente difficile, oltre che sostanzialmente inutile. Forse solo in un caso la scelta potrebbe avvenire con una facilità e una concordia sorprendente: Heitor Villa-Lobos rimane infatti ancora oggi il simbolo della musica di ascendenza colta in Brasile.

    Il Brasile in cui cresce Villa-Lobos (1887 - 1959) è una nazione nuova, in pieno fermento, da poco liberata dalla stretta coloniale del Portogallo, pronta ad iniziare un lento e faticoso percorso di evoluzione. Villa-Lobos sviluppa la passione per la musica grazie allo studio del violoncello, o meglio studia su una viola “da braccio” a cui il padre aveva applicato un puntale in modo che il piccolo Heitor, a sei anni, potesse utilizzarla come viola “da gamba”. Morto suo padre, la madre cerca in tutti i modi di spingere il giovane Heitor allo studio della medicina, con il risultato che in breve il ragazzo abbandona la famiglia per unirsi ad un gruppo di musicisti di choro. Genere musicale nato negli anni Settanta dell’Ottocento, il choro (dal portoghese, pianto, lamento) costituisce la vera e propria anima della musica popolare del Brasile, ben prima del samba o della bossa.

    Il choro prendeva le mosse dalle danze importate dall’Europa, soprattutto polka e valzer, trasformate e fuse con elementi folcloristici, grazie alla pratica dell’improvvisazione, con grande sfoggio di virtuosismo. Il choro infatti si suona tradizionalmente in cerchio, la cosiddetta “roda”, nei bar o nei caffè, ma anche nei giardini o sulle scene dei teatri municipali.

    Villa-Lobos gira lungamente il vastissimo paese con i musicisti di choro, raccogliendo un tesoro di esperienze umane e musicali (soprattutto legate al folclore indigeno e agli elementi naturali) che saranno di estrema importanza nello sviluppo della sua personalità artistica. L’altro polo di attrazione per Villa-Lobos è la grande tradizione musicale europea, per la quale ha una vera e propria venerazione: il compositore legge avidamente le partiture dei musicisti ottocenteschi e dei contemporanei, e il soggiorno parigino (1923-1929) del compositore carioca – che nel frattempo si era perfezionato con la pianista Lucilia Guimarães – diviene un’altra tappa fondamentale del suo percorso di maturazione artistica. Le Bachianas Brasileiras sono tra gli esempi più felici e significativi dell’incontro delle diverse anime dell’artista: il variegato bagaglio di musica popolare, le esperienze della musica tradizionale brasiliana e la grande letteratura musicale europea, qui incarnata dalla figura monumentale di Johann Sebastian Bach.

    Scritte fra il 1930 e il 1945, le Bachianas Brasileiras sono un gruppo di nove composizioni per diversi organici strumentali, che Villa-Lobos immagina come un omaggio a Bach, sulla scorta dei Concerti brandeburghesi: si tratta di brani che fondono con straordinaria originalità elementi formali provenienti dall’esperienza bachiana con modi, elementi melodici e strutture della musica popolare brasiliana. Ciascun movimento delle Bachianas Brasileiras ha un doppio titolo: uno di chiara ascendenza bachiana, l’altro brasiliano.

    L’organico per cui è stata scritta la Bachiana Brasileira n. 1 è proprio un’orchestra di violoncelli, una sorta di ideale tributo, in apertura della serie, allo strumento favorito del compositore carioca, di cui sfrutta con sapienza le possibilità armoniche. La partitura venne completata nel 1930 ma il primo movimento fu aggiunto soltanto otto anni dopo, in occasione di un’esecuzione tenuta alla Sociedade Pro Musica.

    Magnifico esempio di equilibrio tra ricchezza armonica, uso del contrappunto e felicità di invenzione melodica, l’Introduzione (Embolada) si struttura come una Toccata, che trae ispirazione nelle sue linee melodiche da un motivo della tradizione nordestina. Il successivo Preludio (Modinha) si incentra invece su una canzone popolare di argomento amoroso, il cui incedere dolce ed aggraziato richiama in maniera evidente i movimenti lenti dei Concerti di Bach. Il brano si chiude con una Fuga (Conversa), anch’essa rivisitata alla luce della tradizione popolare, con un gioco musicale che sembra replicare le improvvisazioni “botta e risposta” tipiche dei musicisti di strada, una pratica che aveva accompagnato l’infanzia e l’adolescenza di Villa-Lobos a Rio de Janerio.

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