Lirica italiana Patrimonio Immateriale dell'Umanità
L'opera lirica italiana, dalle origini ad un percorso europeo
Il 17 Ottobre 2003 la Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) ha adottato la Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale con lo scopo di salvaguardare il patrimonio culturale immateriale, assicurare il rispetto per il patrimonio culturale immateriale delle comunità, dei gruppi e degli individui interessati, suscitare la consapevolezza a livello locale, nazionale e internazionale dell’importanza del patrimonio culturale immateriale e assicurare che sia reciprocamente apprezzato e promuovere la cooperazione internazionale e il sostegno.
La Convenzione ha specificato che "s’intende, per patrimonio culturale immateriale, l’insieme di pratiche, rappresentazioni, espressioni, conoscenze e i saperi – così come gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati ad essi – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale. Tale patrimonio culturale intangibile, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro un senso d’identità e continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana".
L’Opera Lirica è invenzione italiana, è stata strumento di unificazione culturale attraverso la lingua, ancor prima che politica, ed è principale veicolo di diffusione e insegnamento della cultura italiana e della lingua italiana nel mondo. E’ inoltre fucina di conoscenze orali e manuali per tutte le professionalità che contribuiscono alla sua messa in scena e diffusione.
Infine è costante laboratorio di tradizione e rinnovamento allo stesso tempo.
A fronte di questa Convenzione, e ritenendo di rientrare a pieno titolo negli scopi che essa si prefigge, C.P.I. si è fatto promotore, a partire dal 2011, della candidatura dell’Opera Lirica Italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco ed ha avviato la verifica per la congruità del progetto con il dettato della Convenzione. In seguito ai primi contatti istituzionali con l’Unesco, sono stati compiuti i primi fondamentali passi di un iter protocollare particolarmente complesso. L’associazione ha verificato presso i referenti politici e istituzionali deputati (Mibac, commissione Unesco) la reale possibilità di proporre una candidatura tesa a collegare le numerose e diversificate componenti della comunità operistica italiana, tra di loro e con le comunità residenti all’estero.
E’ stata poi avviata una campagna di adesione e di raccolta firme tra personalità del mondo della cultura italiana (registi, compositori, direttori d’orchestra, musicologi) e presso teatri, conservatori, scuole di musica, e circoli lirici, che ha trovato una sollecita partecipazione. Infine sono stati stabiliti collegamenti con istituzioni estere quali l’Istituto taliano di Cultura di Vienna, il Teatro Wallonie a Liegi, Amigos de la Opera a Santiago (Cile), l’Associazione Sibitala, la Facoltà di Canto e l’Orchestra da Camera di Krasnoyarsk(Russia), il Gran Teatro del Liceu a Barcellona, l’Istituto Italiano di Cultura di Madrid, il Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano, il Metropolitan Opera di New York, il National Center for Performing Arts di Mumbai.
Le prossime tappe della candidatura prevedono la catalogazione del bene (affidata a un antropologo), l'individuazione di immagini (foto ed un breve film) rappresentative, la compilazione del documento di candidatura e una serie di iniziative vòlte alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica, del mondo scientifico e degli addetti ai lavori. Il 2013 sarà l’anno del duecentesimo anniversario verdiano: obiettivo del C.P.I, è l’essere pronta ad onorarlo con questa iniziativa.