Opera
Madama Butterfly
in onda Lunedì 11 agosto 2014 alle 24:30
“La storia di ‘Madama Butterfly’ è basata su una vicenda di quello che oggi si chiama turismo sessuale. Questa è la visione sulla quale ho incentrato la mia lettura dell’opera”. Con queste parole il trentottenne regista veneto descrive la sua messa in scena del capolavoro di Giacomo Puccini.
Lo spettacolo, recentemente rappresentato dal Teatro Regio di Torino con la direzione di Pinchas Steinberg - esperto conoscitore del ricco e complesso linguaggio musicale pucciniano – vede protagonisti Amarilli Nizza nel ruolo del titolo, Massimiliano Pisapia in quello di Pinkerton, Alberto Mastromarino nei panni di Sharpless, Giovanna Lanza in quelli di Suzuki e Luca Casalin come Goro.
L’esotismo in Butterfly, all’epoca della prima scaligera nel 1904, era rappresentato da kimono, sensu (il tipico ventaglio giapponese) o sontuosi obi. Oggi, nell’era della globalizzazione, quegli stessi simboli non sono più codici di un mondo lontano, ma semplici oggetti che hanno perso il loro profondo significato e la loro origine. Da queste riflessioni nasce il lavoro di Michieletto, che ricopre l’opera di nuovi simboli.
“Le ali spezzate di Butterfly – dice il regista – diventano una tragedia contemporanea: il libretto ci dice che Cio-Cio-San è una ragazza di quindici anni che, caduta in miseria, viene venduta da un sensale a un americano sconosciuto, che per cento yen l’ottiene in sposa. Non è un matrimonio: è una compra-vendita e Cio-Cio-San viene ribattezzata da quell’uomo con un nome americano: Butterfly. Dopo poco tempo, forse un mese, quell’uomo la abbandona per continuare i suoi viaggi e suoi affari”.
La regia televisiva è curata da Francesca Nesler.
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Lo spettacolo, recentemente rappresentato dal Teatro Regio di Torino con la direzione di Pinchas Steinberg - esperto conoscitore del ricco e complesso linguaggio musicale pucciniano – vede protagonisti Amarilli Nizza nel ruolo del titolo, Massimiliano Pisapia in quello di Pinkerton, Alberto Mastromarino nei panni di Sharpless, Giovanna Lanza in quelli di Suzuki e Luca Casalin come Goro.
L’esotismo in Butterfly, all’epoca della prima scaligera nel 1904, era rappresentato da kimono, sensu (il tipico ventaglio giapponese) o sontuosi obi. Oggi, nell’era della globalizzazione, quegli stessi simboli non sono più codici di un mondo lontano, ma semplici oggetti che hanno perso il loro profondo significato e la loro origine. Da queste riflessioni nasce il lavoro di Michieletto, che ricopre l’opera di nuovi simboli.
“Le ali spezzate di Butterfly – dice il regista – diventano una tragedia contemporanea: il libretto ci dice che Cio-Cio-San è una ragazza di quindici anni che, caduta in miseria, viene venduta da un sensale a un americano sconosciuto, che per cento yen l’ottiene in sposa. Non è un matrimonio: è una compra-vendita e Cio-Cio-San viene ribattezzata da quell’uomo con un nome americano: Butterfly. Dopo poco tempo, forse un mese, quell’uomo la abbandona per continuare i suoi viaggi e suoi affari”.
La regia televisiva è curata da Francesca Nesler.
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