Wayne Marshall: Prokof'ev Pierino e il lupo, Arturo Brachetti voce narrante
Auditorium Arturo Toscanini di Torino
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Wayne Marshall
direttore
Arturo Brachetti
attore e regista
Sergej Prokof’ev (1891-1953)
Pierino e il lupo, fiaba musicale per bambini op. 67 (1936)
su testo proprio
Questo brano è preceduto dall’esecuzione della Troïka, dalla suite LieutenantKij
op. 60 di Sergej Prokof’ev
adattamento, scena e regia Arturo Brachetti
bambina che disegna Rebecca Covaciu, EveryOne - Group for International Cooperation on Human Right Culture
costumi Roberta Spegne
effetti speciali Michele Guaschino, Joy Project, Danilo Bassetto
animazioni Dario Picciau
In collaborazione con il Centro di Produzione Rai di Torino
Sergej Prokof’ev
Pierino e il lupo, fiaba musicale per bambini op. 67
su testo proprio
Prokof’ev per i bambini
Tratto dal libretto di sala dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
La nascita di Pierino e il lupo non fu un fulmine a ciel sereno. Prokof’ev nel 1935 era padre di due bambini alle prese con i primi compiti e le prime letterine. Spesso amava stare li, fermo per ore, a osservare i movimenti dei suoi figlioletti, ammaliato dalla spensieratezza dei giochi infantili. Quanto a educatore, pare che non fosse dei migliori; ai due piccoli ci pensava soprattutto la madre. Ma la produzione di quel periodo riflette un acume didattico straordinario,
quell’esigenza di spargere i semi della bellezza che matura solo in chi è da poco diventato padre.
Il primo passo, come sempre, venne dal pianoforte: Dodici pezzi infantili che fondono psicologia infantile, sensibilità artistica e tecnica elementare. Ma l’anno successivo, il 1936, era già tempo di Tre canzoni infantili, che alla didattica tastieristica aggiungevano i primi problemi della vocalità: un pezzo alla volta, proprio come si fa quando si impara qualcosa da zero. Da lì il passo era breve alla fase successiva: l’educazione all’ascolto. E la commissione del
Teatro Centrale per l’Infanzia di Mosca giunse proprio nel momento più opportuno, mentre Prokof’ev stava pensando a un modo per affiancare attività pratica ed esperienza fruitiva. Nel giro di due settimane Pierino e il lupo (questa sera la fiaba musicale è introdotta dalla Troïka del Luogotenente Kijé, sempre di Prokof’ev) era pronto per essere eseguito; l’evento avvenne il 2 maggio del 1936 a Mosca, senza eccessivi clamori da parte della critica; ma fu il pubblico degli Stati Uniti a consacrare la composizione di Prokof’ev nell’empireo della letteratura musicale per l’infanzia: un consenso
vastissimo che spinse addirittura il coreografo Adolphe Bolm a trasformare la fiaba musicale in balletto.
Ma qual’è il segreto di Pierino e il lupo? Che cosa c’è in quella partitura che avvicina da decenni i bambini alla musica? Il messaggio più semplice e più difficile nello stesso tempo: docere, senza dimenticare di movere e delectare, per dirla con i vecchi termini della retorica classica; ovvero insegnare senza dare l’impressione di farlo. La vicenda in se non ha nulla di eccezionale: Pierino è il piccolo eroe; e come tutti gli eroi si trova a contatto con amici (il Gatto, l’Uccellino,
l’Anatra), alleati fedeli (il Nonno e i Cacciatori) e un inevitabile nemico: il Lupo. Questi divora l’Anatra in un solo boccone, ponendo le basi di un piccolo dramma da giardino; ma il Nonno aiuta Pierino a trovare i Cacciatori, i quali catturano il Lupo, recuperano l’Anatra dalla pancia del suo divoratore, e riportano il microcosmo infantile alla sua
ordinaria tranquillità. Un buono, un cattivo e un lieto fine.
Ciò che rende Pierino e il lupo uno straordinario strumento educativo non è tanto la morale, vecchia come le favole di Esopo, ma il messaggio artistico; ogni personaggio è incarnato musicalmente da uno strumento o da un piccolo impasto di strumenti (gli archi per Pierino, il flauto per l’Uccellino, l’oboe per l’Anatra, il Clarinetto per il gatto, il fagotto per il Nonno, i tre corni per il Lupo, timpani e grancassa per i Cacciatori); soluzione ideale per educare i bambini al riconoscimento dei colori che compongono la tavolozza orchestrale. Ma non basta, perchè Prokof’ev in Pierino e il lupo non insegna solo a individuare timbri; la sua scrittura educa con vivida efficacia alla semantica musicale. Che cosa c’è di più felino del tema associato al Gatto? Quell’incedere sornione racconta alla perfezione la coscienza sporca di chi ha sempre qualche marachella da farsi perdonare. Che cosa c’è di più aereo del volteggio affidato al flauto per dipingere l’Uccellino? Come si potrebbe esprimere meglio il brontolio di un nonno, che bonariamente si trova costretto a
dire spesso la parola ‘no’? Infine, che cosa c’è di più spaventoso e nello stesso tempo silvestre dell’idea affidata ai tre corni per tratteggiare i lineamenti del Lupo?
Ecco il vero segreto di Pierino e il lupo: insegnare il potere allusivo della musica, creando corrispondenze perfette tra suoni e immagini. Altro che simbolismi ispirati alle idee del potere dominante, come sostenuto da alcuni commentatori: Pierino come giovane proletario sovietico, l’Anatra come borghese codardo, i Cacciatori come burocrati e il Lupo come emblema del capitalismo. Prokof’ev pensava a qualcosa di molto più ambizioso, impossibile da imprigionare tra le sbarre della storia: l’idea che la musica sia sempre in contatto con il mondo dei significati e che poche note, a volte, siano molto più espressive di mille parole.
Riadattamenti di Pierino e il lupo
La fiaba musicale di Prokof’ev ha goduto di grande fortuna anche al di fuori delle sale da concerto. Walt Disney nel 1946 ne produsse una versione animata, con la voce narrante di Sterling Holloway. Non abbiamo documenti utili per stabilire quale opinione avesse Prokof’ev del lavoro di Disney, perchè le testimonianze in merito ai dialoghi con il
maestro del cartone animato sono piuttosto laconiche. Ma i personaggi del riadattamento disneyano continuarono a vivere fino al 1988, quando furono ripresi dal film di animazione intitolato Chi ha incastrato Roger Rabbit. Anche l’azienda russa Soyuzmultfilm nel 1958 realizzò una fiaba animata di Pierino e il lupo. Nel 1962 la Clyde Valley Stompers ne registrò una versione jazz; mentre nel 1975 Robin Lumley e Jack Lancaster hanno prodotto un remake rock. Nel 2004 Bill Clinton, Mikhail Gorbacev e Sophia Loren hanno vinto un Grammy Award per aver inciso le tracce narrate di Pierino e il lupo con la Russian Symphony Orchestra diretta da Kent Nagano.
Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
Wayne Marshall
direttore
Arturo Brachetti
attore e regista
Sergej Prokof’ev (1891-1953)
Pierino e il lupo, fiaba musicale per bambini op. 67 (1936)
su testo proprio
Questo brano è preceduto dall’esecuzione della Troïka, dalla suite LieutenantKij
op. 60 di Sergej Prokof’ev
adattamento, scena e regia Arturo Brachetti
bambina che disegna Rebecca Covaciu, EveryOne - Group for International Cooperation on Human Right Culture
costumi Roberta Spegne
effetti speciali Michele Guaschino, Joy Project, Danilo Bassetto
animazioni Dario Picciau
In collaborazione con il Centro di Produzione Rai di Torino
Sergej Prokof’ev
Pierino e il lupo, fiaba musicale per bambini op. 67
su testo proprio
Prokof’ev per i bambini
Tratto dal libretto di sala dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai
La nascita di Pierino e il lupo non fu un fulmine a ciel sereno. Prokof’ev nel 1935 era padre di due bambini alle prese con i primi compiti e le prime letterine. Spesso amava stare li, fermo per ore, a osservare i movimenti dei suoi figlioletti, ammaliato dalla spensieratezza dei giochi infantili. Quanto a educatore, pare che non fosse dei migliori; ai due piccoli ci pensava soprattutto la madre. Ma la produzione di quel periodo riflette un acume didattico straordinario,
quell’esigenza di spargere i semi della bellezza che matura solo in chi è da poco diventato padre.
Il primo passo, come sempre, venne dal pianoforte: Dodici pezzi infantili che fondono psicologia infantile, sensibilità artistica e tecnica elementare. Ma l’anno successivo, il 1936, era già tempo di Tre canzoni infantili, che alla didattica tastieristica aggiungevano i primi problemi della vocalità: un pezzo alla volta, proprio come si fa quando si impara qualcosa da zero. Da lì il passo era breve alla fase successiva: l’educazione all’ascolto. E la commissione del
Teatro Centrale per l’Infanzia di Mosca giunse proprio nel momento più opportuno, mentre Prokof’ev stava pensando a un modo per affiancare attività pratica ed esperienza fruitiva. Nel giro di due settimane Pierino e il lupo (questa sera la fiaba musicale è introdotta dalla Troïka del Luogotenente Kijé, sempre di Prokof’ev) era pronto per essere eseguito; l’evento avvenne il 2 maggio del 1936 a Mosca, senza eccessivi clamori da parte della critica; ma fu il pubblico degli Stati Uniti a consacrare la composizione di Prokof’ev nell’empireo della letteratura musicale per l’infanzia: un consenso
vastissimo che spinse addirittura il coreografo Adolphe Bolm a trasformare la fiaba musicale in balletto.
Ma qual’è il segreto di Pierino e il lupo? Che cosa c’è in quella partitura che avvicina da decenni i bambini alla musica? Il messaggio più semplice e più difficile nello stesso tempo: docere, senza dimenticare di movere e delectare, per dirla con i vecchi termini della retorica classica; ovvero insegnare senza dare l’impressione di farlo. La vicenda in se non ha nulla di eccezionale: Pierino è il piccolo eroe; e come tutti gli eroi si trova a contatto con amici (il Gatto, l’Uccellino,
l’Anatra), alleati fedeli (il Nonno e i Cacciatori) e un inevitabile nemico: il Lupo. Questi divora l’Anatra in un solo boccone, ponendo le basi di un piccolo dramma da giardino; ma il Nonno aiuta Pierino a trovare i Cacciatori, i quali catturano il Lupo, recuperano l’Anatra dalla pancia del suo divoratore, e riportano il microcosmo infantile alla sua
ordinaria tranquillità. Un buono, un cattivo e un lieto fine.
Ciò che rende Pierino e il lupo uno straordinario strumento educativo non è tanto la morale, vecchia come le favole di Esopo, ma il messaggio artistico; ogni personaggio è incarnato musicalmente da uno strumento o da un piccolo impasto di strumenti (gli archi per Pierino, il flauto per l’Uccellino, l’oboe per l’Anatra, il Clarinetto per il gatto, il fagotto per il Nonno, i tre corni per il Lupo, timpani e grancassa per i Cacciatori); soluzione ideale per educare i bambini al riconoscimento dei colori che compongono la tavolozza orchestrale. Ma non basta, perchè Prokof’ev in Pierino e il lupo non insegna solo a individuare timbri; la sua scrittura educa con vivida efficacia alla semantica musicale. Che cosa c’è di più felino del tema associato al Gatto? Quell’incedere sornione racconta alla perfezione la coscienza sporca di chi ha sempre qualche marachella da farsi perdonare. Che cosa c’è di più aereo del volteggio affidato al flauto per dipingere l’Uccellino? Come si potrebbe esprimere meglio il brontolio di un nonno, che bonariamente si trova costretto a
dire spesso la parola ‘no’? Infine, che cosa c’è di più spaventoso e nello stesso tempo silvestre dell’idea affidata ai tre corni per tratteggiare i lineamenti del Lupo?
Ecco il vero segreto di Pierino e il lupo: insegnare il potere allusivo della musica, creando corrispondenze perfette tra suoni e immagini. Altro che simbolismi ispirati alle idee del potere dominante, come sostenuto da alcuni commentatori: Pierino come giovane proletario sovietico, l’Anatra come borghese codardo, i Cacciatori come burocrati e il Lupo come emblema del capitalismo. Prokof’ev pensava a qualcosa di molto più ambizioso, impossibile da imprigionare tra le sbarre della storia: l’idea che la musica sia sempre in contatto con il mondo dei significati e che poche note, a volte, siano molto più espressive di mille parole.
Riadattamenti di Pierino e il lupo
La fiaba musicale di Prokof’ev ha goduto di grande fortuna anche al di fuori delle sale da concerto. Walt Disney nel 1946 ne produsse una versione animata, con la voce narrante di Sterling Holloway. Non abbiamo documenti utili per stabilire quale opinione avesse Prokof’ev del lavoro di Disney, perchè le testimonianze in merito ai dialoghi con il
maestro del cartone animato sono piuttosto laconiche. Ma i personaggi del riadattamento disneyano continuarono a vivere fino al 1988, quando furono ripresi dal film di animazione intitolato Chi ha incastrato Roger Rabbit. Anche l’azienda russa Soyuzmultfilm nel 1958 realizzò una fiaba animata di Pierino e il lupo. Nel 1962 la Clyde Valley Stompers ne registrò una versione jazz; mentre nel 1975 Robin Lumley e Jack Lancaster hanno prodotto un remake rock. Nel 2004 Bill Clinton, Mikhail Gorbacev e Sophia Loren hanno vinto un Grammy Award per aver inciso le tracce narrate di Pierino e il lupo con la Russian Symphony Orchestra diretta da Kent Nagano.