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 Nello spazio della programmazione di

Rai 3 bis (canale 810 del d.t.)




MERCOLEDI 17 LUGLIO alle ore 21.20 ca








vanno in onda 

ALPE ADRIA MAGAZINE 

 

e

 

 SEMI DI FUTURO

- un’esperienza di rinascita nelle Valli del Natisone -

di Ivo Pecile e Marco Virgilio

 


In questo numero di Alpe Adria Magazine troviamo un servizio di Antonia Pillosio dedicato a Celso Costantini. Questi, sacerdote friulano, fu il primo nunzio apostolico in Cina, nominato da Pio XI nel 1922. Nel periodo in cui Costantini rimase in Cina, fu celebrato il primo concilio plenario cinese a Shangai. Ora il Museo diocesano di Arte Sacra di Pordenone gli ha dedicato un’intera sezione.

Tanja Marmai ha raccolto l’esperienza di Servola, rione triestino, nel quale, grazie al tam tam dei social, si è concretizzato un progetto di comunità (foto): un gruppo di persone di età diversa hanno creato ad uncinetto una colorata copertura per una zona di ritrovo comune.  Un’esperienza intergenerazionale che, oltre ad abbellire il rione, ha dato vita a nuove amicizie.

Sempre all’insegna dell’arte anche la proposta ungherese, nella quale conosciamo lo scultore Tamás Kánya che, con i prodotti della natura, come foglie, gusci di lumaca, bacche, dà vita ad opere suggestive e uniche.

In Croazia, più precisamente nello Zagorje, esiste un sentiero ispirato allo scrittore Ksaver Šandor Gjalski . Un modo un po’ originale per scoprire un territorio e un autore di pregio.

Alle volte per tutelare la naturale biodiversità dei luoghi basta conservare le antiche tradizioni: lo sa bene Simon Witting, che, in Baviera, d’estate, falcia i suoi ettari di  prato a mano. E non è il solo in quella zona. Un lavoro faticoso e forse dal sapore retrò, ma molto importante per la natura.

 

Semi di futuro

A partire dagli anni cinquanta del ‘900 le zone prealpine e pedemontane del Friuli Venezia Giulia hanno sofferto un inesorabile declino economico che ha avuto come conseguenza un progressivo spopolamento dei paesi e della terra e un degrado dell’ambiente.

Questa sorte è toccata anche alle Valli del Natisone dove le attività agricole e pascolive, dopo il secondo conflitto mondiale e le conseguenti grandi trasformazioni nel modello di sviluppo, non erano più in grado di offrire una remunerazione sufficiente alla sopravvivenza.

Con il trascorrere degli anni tutto il lavoro di trasformazione della natura operato dal contadino, i prati, i campi terrazzati, gli edifici rurali e i sentieri di collegamento sono stati fagocitati dal bosco. La natura, in queste zone di collina e montagna, è vigorosa e vitale ed in poco tempo si è ripresa gli spazi che l’uomo le aveva conteso.

A partire dal 2015 però, grazie ad un virtuoso utilizzo degli strumenti amministrativi regionali, un gruppo di abitanti delle Valli e di persone che hanno mantenuto forti radici in quelle zone nonostante si siano dovute trasferire altrove, ha sviluppato una serie di iniziative di rinascita del territorio.

Tutto è cominciato dal piccolo Comune di Stregna, dal suo Sindaco e da tante persone delle frazioni che ne fanno parte. Nel giro di pochi anni si va consolidando un progetto ad ampio respiro che, ripartendo dalla ricchezza paesaggistica del passato, possa garantire un futuro sostenibile dal punto di vista umano e ambientale. Non un’operazione nostalgica e velleitaria ma progetti solidi, partecipati e sostenuti dai più moderni processi di sviluppo dei territori.

Il documentario prodotto da Marco Virgilio e Ivo Pecile racconta proprio questa storia di rinascita che potrebbe nei prossimi anni espandersi aa tutte le Valli del Natisone e forse varcarne i confini.






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