In evidenza

Ospiti

David Anzalone

    » Segnala ad un amico

    (Tratto dal sito www.zanza.it)

    Sono nato... Sì lo ricordo! Uscire da lì, ha lasciato un segno indelebile in me: un amore sconfinato per il profondo! Sono riconoscente a quell'organo di mia mamma: grazie mamma!


    I primi e unici ricordi che ho sono quelli dell'arrivo nell'asilo d'una periferia di città periferica, una periferia al quadrato. Floriana, la maestra giovane e carina, non sapeva che il suo debutto nell'insegnamento sarebbe stato un vero battesimo di fuoco.

    Quel primo anno, si trovò una classe di alunni un po' particolari: io, Mick Jagger, Jimi Hendrix, la Joplin, Jim Morrison e Fabrizio De Andrè. Sì, era una classe creata per combattere il disagio sociale nelle periferie! Io, come avrete intuito, ero il meno a rischio, il più tranquillo...

    L'incontro con i miei compagni di classe non è stato facile, ognuno diceva che da grande sarebbe diventato qualcuno ed io, che non sapevo neanche a che cazzo di gioco giocare durante l'ora libera, non sapevo come farmi accettare.

    Poi, un giorno, mi capitò di fare una delle mie solite capriole volanti e mi ruppi la testa. Corsi dalla Flo che era in classe con gli altri e, con la faccia coperta di sangue, dissi: "Da grande farò lo Stunt Man!"

    In quel momento, anche De André, che era il più solitario, mi corse incontro e con gli altri sussultò un giro di DO di rispetto, così entrai a pieno titolo nel clan dei diseredati. Da lì in avanti, quei miei compagni divennero per me veri e propri maestri con cui condividere le tremende crisi esistenziali che colpiscono i 3enni.

    Giocavo spesso con Mick Jagger che già fregava i foulard alle maestre e, banana in mano, urlava "Time is on my side" ed io pensavo: "Cazzo, è un grande, ha ragione, il tempo è dalla nostra parte!"

    Sarà scontato cantarlo a tre anni ma mi caricava un casino! Poi, distruggeva tutte le costruzioni Lego e, saltandoci sopra, mi ammoniva "Il R'n'R è una danza sopra le macerie!" Ogni volta, le maestre ci facevano un culo così ma noi lo rifacevamo sempre, come un rito...

    Con Jimi facevo una coppia strepitosa! Un negro ed un handicappato, l'esser contro per eccellenza... Ci dilungavamo in discussioni di rivolta delle classi deboli, mentre lui già tentava di rollare le betulle del giardino dell'asilo. Succhiavamo quella pianta dolce e lui partiva con un manico di scopa facendoci scorrere sopra le dita e sembrava proprio di sentirli quei suoni acidi e viscerali. Alla fine, tutto sudato, mi confessava che per lui la chitarra era il prolungamento del pene: è vero, Jimi, magari tutti gli attori suonassero il proprio corpo- strumento come te!

    Il più fuori di testa era certamente Jim Morrison! Non gli stavamo dietro... Girava sempre per la scuola con il "birillino" di fuori e diceva alle maestre "Baby, light my fire! Siete tutti schiavi della morale, perchè un alunno non può trombarsi la maestra?!" E la Flo gli rispondeva: "Te l'accendo io il fuoco, ma usando come miccia quel filino che hai sotto le mutande di Topolino!"

    E lui ribatteva:"Fuggo nelle porte della percezione, ma tornerò! Break on trought to the other side!" Aveva un sacco di problemi con i genitori... Però, sicuramente, ci ha insegnato ad allargare gli orizzonti!

    Un rapporto molto intenso l'ho avuto con la Janis, forse perchè era la figa indiscussa della classe e, come gli altri, ne ero innamorato pazzo. Lei era veramente mattacchiona e sorrideva sempre ma io sapevo che soffriva tantissimo per la mancanza d'amore. Io le chiedevo, quando ci nascondevamo ore e ore sotto la casetta a parlare, perchè non le bastassero i giochi come agli altri e lei mi diceva sorridendo: "C'è qualcosa di più... Ma noi non siamo figli d'Apollo e questo qualcosa forse non ci arriverà mai..." Poi cantava 'Piece of my heart' e io rimanevo come ipnotizzato, tirava fuori il suo biberon di Southern Comfort e davamo sorsate come poppanti. Da lei ho imparato che ciò che rende affascinante un essere umano non è la bellezza ma il suo grido per affermare la propria esistenza.

    Sempre in un angolo, in disparte, fuori dal casino, c'era Fabrizio. Lui scriveva meglio di tutti e non voleva rotture di palle. Anche se passavo più tempo con gli altri, avevo un gran piacere nello starci assieme, era come se ti tirava fuori dal casino della classe per farti guardare oltre, almeno per un momento. E' riuscito a farmi capire che la solitudine è un valore, non dev'essere una paura.

    Comunque, Mick Jagger gli dava dell'autistico...

    Così finì il primo anno d'asilo, i miei compagni furono tutti bocciati ma per me furono la base per capire che non potevo vivere senza comunicare in modo artistico.

    Rai.it

    Siti Rai online: 847