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Puntate 2016

PALUDI PONTINE
L’AMAZZONIA PERDUTA

Lunedì 1^ agosto, 23:30, Rai1

01-08-2016 23:30

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    PALUDI PONTINE<br>L&#8217;AMAZZONIA PERDUTA

    Torna la nuova edizione di Fuori Luogo e nella quarta puntata il geologo e divulgatore Mario Tozzi ci porta nella pianura Pontina, un territorio del Lazio, a pochi chilometri da Roma, che un tempo era la più grande foresta di pianura d’Europa.

    Insomma, l’Amazzonia italiana. Erano ben 11.000 ettari di foresta costiera, una zona umida che oggi sarebbe considerata preziosa e verrebbe protetta gelosamente anche per contrastare i cambiamenti climatici, ma che invece quasi un secolo fa venne cancellata per sempre dalla bonifica del regime fascista.
    Si trattò di un’opera necessaria o fu piuttosto un grave errore dell’uomo nei confronti dell’ambiente? Sicuramente quello è stato il più grande massacro di alberi mai perpetrato in tutto il continente europeo. Un danno ambientale paragonabile oggi al disboscamento della foresta amazzonica.

    La prima tappa del nostro viaggio nella pianura Pontina è Latina, città di fondazione del periodo fascista e simbolo della colonizzazione e dell’urbanizzazione di tutto quel territorio.
    Aiutandoci con uno speciale strumento, un “vetrino prospettico” che consente di disegnare sulle linee del paesaggio, cercheremo di capire come si è formata questa grande pianura e come nei secoli si è trasformata in palude.

    Raggiunto il Parco del Circeo, potremo vedere come si conserva ancora oggi un piccolo lembo dell’antica palude. Ma quell’ambiente selvaggio era anche malsano per l’uomo, lì regnava la malaria e i pochi che ci abitavano vivevano in condizioni ai limiti dell’umano.
    Grazie a esperimenti realizzati in piazza tra la gente, cercheremo di capire perché erano così pericolose le sabbie mobili presenti nella zona e anche come si comportano i vari tipi di terreno a contatto con l’acqua e qual è il loro grado di permeabilità.

    Dopo i lavori di bonifica, la palude venne completamente prosciugata, grazie soprattutto allo scavo di chilometri di canali, divenne terreno da coltivare, uno dei campi più fertili per la Battaglia del grano di Mussolini.
    Sulla trasformazione della pianura Pontina ascolteremo l’opinione dello scrittore Antonio Pennacchi, fiero sostenitore delle ragioni della bonifica e della colonizzazione, a cui ha dedicato i due romanzi intitolati ‘Canale Mussolini”. Il punto di vista di Pennacchi, che sposa entusiasticamente l’opera di deforestazione che ha consentito agli uomini di abitare la pianura, inevitabilmente si “scontra” con le ragioni dell’ambientalismo sostenute dal conduttore dando vita a un’intervista molto vivace e ricca di momenti e scambi “frizzanti”.

    Oggi la pianura Pontina è un territorio che basa il proprio equilibrio su una continua manutenzione dei canali e degli impianti idrovori, come quello di Mazzocchio, che ogni giorno scongiurano il rischio di nuovi allagamenti. E rimane comunque una regione con una forte vocazione agricola. Nel tempo, però, qui sono state impiantate nuove coltivazioni, come quella del kiwi, che hanno bisogno di tantissima acqua. Ma questo territorio che gli uomini continuano a prosciugare è ancora in grado di fornire tutta l’acqua necessaria?

    Il nostro viaggio si concluderà nella città costiera di Sabaudia, che conserva intatto ancora oggi tutto il fascino dell’architettura razionalista. In questo scorcio di costa meravigliosa sotto il promontorio del Circeo, oggi, però, un’economia basata fondamentalmente sul turismo sta mettendo a rischio l’ambiente naturale della duna con una speculazione edilizia che risponde a pressanti esigenze di mercato.

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