Puntate
La Cina è vicina
19 giugno 2013
Questa puntata di Moviextra è dedicata al Far East Festival, manifestazione recentemente conclusasi ad Udine e giunta alla sua 15° edizione. Dal suo esordio nel 1999, il Far East ha avuto come centro di interesse la conoscenza e la diffusione del cinema popolare dell’estremo oriente; stiamo parlando di un cinema che quasi mai, al di fuori di quei film considerati d’autore, trovava posto nei festival cinematografici e che invece rappresentava il prodotto cinematografico maggiormente visto, consumato ed apprezzato nei singoli paesi del continente: Cina, Giappone, Corea, Hong Kong e Taiwan, Filippine, Thailandia, Vietnam, ecc. ecc. Dalla prima edizione il Far East Festival si è posto come un appuntamento ineludibile per quanti seguono il cinema dell’Estremo Oriente, siano essi appassionati, critici e studiosi, operatori del settore, diventando, di fatto, uno dei più importanti appuntamenti cinematografici internazionali. Un’intervista realizzata con Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche nell’aprile scorso, durante lo svolgimento del Festival, ci aiuterà a ripercorrere l’avventura del Far East, insieme a brani delle tante trasmissioni che Rai Movie gli ha dedicato nel corso degli anni.
I PROTAGONISTI
Sabrina Baracetti, Thomas Bertacche, Johnnie To, Hideo Nakata, Miike Takashi , Tinto Brass, Marco Muller, Bruce Lee, Akira Kurosawa
LE TRASMISSIONI
Intervista con Sabrina Baracetti e Thomas Bertacche realizzata il 20aprile 2013.
Sabrina e Thomas sono il filo rosso della puntata; ricordano come già nel 1998 come CEC-Centro Espressioni Cinematografiche di Udine costruirono il primo appuntamento sul cinema orientale, dove alla già più nota produzione di Hong Kong affiancarono film provenienti dalla Cina, Corea del Sud… L’avventura era cominciata e nel 1999 trovava già la sua forma compiuta nella prima edizione del Far East Film Festival. La conoscenza delle cinematografie dell’Estremo Oriente era allora molto avventurosa; poteva contare su cassette VHS fortunosamente fatte entrare nel nostro paese, e sulla totale ignoranza di autori, generi, scuole, mercati. Nonostante questo, furono immediati i rapporti con registi e produttori, presenti, ed in maniera qualificata. Dai primi anni Il Far East è oggi la manifestazione più importante in Europa (e forse nel mondo) per la conoscenza e la diffusione del cinema popolare dell’Estremo Oriente. Nel corso degli anni la manifestazione ha di fatto sdoganato una maniera stessa, “altra da noi”, di fare cinema; ha prodotto una vera e propria alfabetizzazione del pubblico (critici, cinefili, produttori, distributori, organizzatori), dimostrando come questo cinema sia di fatto l’unica alternativa allo strapotere hollywoodiano; ha contribuito alla promozione di tanti film in altri festival , direttamente o indirettamente, alla loro diffusione commerciale; ha offerto uno spazio di confronto anche per gli stessi autori delle diverse cinematografie, spesso lontani tra di loro ed ignoti gli uni agli altri; pur tra ristrettezze economiche, perduranti ignoranze e diffidenze (basti ricordare le paradossali difficoltà procurate al Festival dal caso della Sars…) la manifestazione ha costruito uno spazio di confronto culturale tanto particolare quanto mai importante tra l’Oriente e l’Occidente ; ed ha fatto tutto questo avendo sempre come punto di riferimento il pubblico, sia quello che continua ad emozionarsi alle proiezioni di mezzanotte su grande schermo che quello che segue gli incontri, i workshop e tutte le stimolanti sollecitazioni che la manifestazione ha offerto o ha in animo di offrire nei prossimi anni.
CINEMA D’ORIENTE di M. Galimberti e L. Santovincenzo 2008
Alcuni registi raccontano i loro rapporti con il Festival in occasione della 10° anniversario del Far East; Johnnie To: “… considero Udine come casa mia, fin dalla prima edizione del 1999, mi ha aperto la strada per la mia presenza in altri festival…”; Hideo Nakata: ”…sono stato presente fin da i titoli della mia “saga Ringu”… riflessione sul potere immenso dei media…”; Miike Takashi:”…considero il Far East come una porta per l’Europa per tutti i film orientali…”
RAISAT SPECIALE – FAR EAST FILM di L. Santovincenzo ed E. Sallustro 2002
Si dà conto della grande crescita della manifestazione, del suo grande richiamo nei confronti non solo degli appassionati, ma anche della stampa specializzata europea e mondiale; nonostante le difficoltà organizzative per questo tipo di intervento, si continua a lavorare sulle retrospettive: quelle di questa edizione (Pink Movies giapponesi e Animazione cinese) hanno riscosso un enorme successo.
VERTIGO NEWS 2004
Commento alla 6° edizione; una intervista non montata di Tinto Brass sul cinema erotico coreano
VERTIGO NEWS 2005
Inizia la collaborazione con la Mostra del Cinema di Venezia
VERTIGO NEWS 2006
Importante retrospettiva sul Musical panasiatico
TG1,TG2, TG3
Vari servizi sulle diverse edizioni del Festival, il grande numero degli accreditati, il successo di pubblico e di critica, gli ospiti; intervista (2006) a Marco Muller, allora Direttore della Mostra di Venezia, sulla importanza del Far East e sulla sua unicità nel saper cogliere e mostrare le tendenze di fondo delle cinematografie dell’Estremo Oriente
WONDERLAND di L. Santovincenzo e C. Modesti Pauer 2012
Intervista a JohnnieTo: il suo sentirsi “classico”, il suo debito nei confronti del cinema occidentale e di quello poliziesco di Jean Pierre Melville in particolare.
LADRI DI BICICLETTE di S. Murri, G. Bucchi e G. Russo 2012
Thomas Bertacche traccia le possibili linee di evoluzione del Festival: da Far East Film Festival a semplicemente “Festival”, non solo cinema dunque, ma tutto un mondo a 360 gradi perché l’Oriente è già nella nostra vita quotidiana: da come mangiamo a come comunichiamo, da come ci spostiamo fino a come cerchiamo di interpretare la realtà circostante.
MOVIEXTRA SPECIALE
DOLLY 1980
Intervista al Maestro Akira Kurosawa, in occasione dell’uscita del suo film Kagemusha – L’ombra del guerriero. Il regista spiega come pur essendo profondamente contrario alla guerra, nondimeno nel film si possa riscontrare una certa fascinazione nei confronti delle ritualità guerresche della storia che ha voluto raccontare; del resto, il suo cinema è pieno di contraddizioni, che lui lascia, come sempre, alla critica e al giudizio di ogni singolo spettatore.