Puntate
Carlo Lizzani
14 dicembre 2013
Questa puntata è dedicata agli esordi di Carlo Lizzani, un maestro che tutti coloro che si occupano di cinema hanno avuto modo di conoscere e apprezzare per la sua intelligenza, disponibilità e gentilezza. E' stato prima critico cinematografico e poi partigiano; ha attraversato come sceneggiatore e aiutoregista la stagione più straordinaria del cinema italiano lavorando in capolavori come Germania anno zero di Rosellini e Riso amaro di De Santis. Nel 1951 ha debuttato nella regia con Achtung Banditi!, un film sulla resistenza di Genova.
E' l'ultimo esponente del neorealismo italiano e recentemente ha deciso di lasciarci.
Ha girato circa settanta titoli, affrontando la storia dei grandi e quella degli «umili», adattandosi a tutti i generi, lanciando persino il poliziottesco all'italiana, con "Banditi a Milano".
Carlo Lizzani, sin da giovanissimo appassionato di cinema, viene invitato da Giuseppe De Santis a lavorare come critico alla Rivista Cinema, una rivista diretta da un pittore, Domenico Purificato, attorno a cui ruotano personaggi che faranno la storia del nostro cinema e della resistenza a Roma.
In alcuni rari materiali del convegno sul neorealismo della Cineteca di Bologna del 1982, trasmessi solo in Emila Romagna dalla nostra sede regionale, sentiremo alcuni interessanti interventi di De Santis e di Gianni Mida Puccini.
Lizzani ha vissuto gli esordi di personaggi come Rossellini e Visconti. Ora vengono ricordati la critica negativa di un "Pilota Ritorna" di Rossellini, tratto da un soggetto di Vittorio Mussolini , e i dubbi che si avevano sulle capacità di regista di Luchino Visconti che debuttava con "Ossessione",
Il film, scritto con i ragazzi della rivista cinema, Puccini, Alicata, De Santis e, non accreditati, Alberto Moravia, Antonio Pietrangeli e Pietro Ingrao, viene girato nel 1943, pochi mesi prima dell'occupazione nazifascista di Roma segnando la nascita del filone neorealista del cinema italiano.
Sotto l'occupazione di Roma, casa Lizzani viene utilizzata dal Partito Comunista per incontri clandestini e Carlo diviene il responsabile degli studenti romani. Lizzani ricorda il rastrellamento del Ghetto Ebraico, che poi porterà sullo schermo con "L'Oro di Roma", i progetti di insurrezione, lo sciopero delle scuole e le manifestazioni della resistenza in attesa della liberazione.
Nel dopoguerra Cinecittà è occupata dagli sfollati, nelle sale vengono proiettati film americani e il cinema italiano stenta a ripartire. Carlo Lizzani si dedica a tempo pieno alla politica e lavora fianco a fianco con personaggi del livello di Enrico Berlinguer.
Ma la realizzazione di Roma Città Aperta coglie tutti di sorpresa e lancia la stagione del neorealismo. Nel 1946 Lizzani ritorna allora ad occuparsi di cinema come sceneggiatore e aiuto regista di "Il sole sorge ancora" di Vergano, "Caccia Tragica" dell'amico De Santis, poi segue Rossellini nella incredibile avventura di "Germania Anno Zero" e debutta alla regia con il documentario "Nel Mezzogiorno qualcosa è cambiato".
Ma cos'è stata la stagione del neorealismo e che tipo di cambiamenti ha provocato? Lo sentirete dallo stesso Lizzani che, sempre in veste di critico, si dipinge come un regista "minore" del cinema del '900, con una modestia e una umiltà toccanti, di quelle che soli i grandi possiedono.
Una lunga carrellata con i titoli dei film e documentari di Lizzani ci ricorda invece l'importanza e la vastità della sua opera.
Nella prossima puntata attraverso lo sguardo di Gigi Magni vedremo una divertente inchiesta sui nuovi comici in una importante trasmissione di cinema andata in onda negli anni '80: Movie Movie