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La Cina sintetica

in onda domenica 15 gennaio 2012 alle 13.20

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    La puntata di questa domenica è il primo di tre episodi dedicati interamente alla Cina.

    «L'unico stato senza debito pubblico – spiega Daverio – il nostro opposto. Anzi con tremila miliardi di dollari che investe nel mondo, comprando blocchi di debito degli altri, USA compresi, pezzi interi d'Africa e d'America latina. Mentre i suoi cittadini, non potendo comperare più di due case a casa loro, comperano da noi, tramite i parenti, i bar e i negozi in disarmo. La Cina investe, sul suo presente, sul suo futuro, e l'Expo di Shanghai ne è stato, con i giochi olimpici prima, un momento di eccitata esaltazione».

    Si comincia così questo affascinante viaggio con un reportage dedicato all’Esposizione Universale di Shanghai del 2010, si visitano i padiglioni nazionali, constatando il particolare successo di quello italiano forse secondo solo a quello cinese per numero di visitatori. Probabilmente perché, guardando al nostro passato, il titolo della mostra Better cities make better life sembra trovare conferma, anche se ai cinesi interessa anche il nostro presente, soprattutto quello legato al design.

    Il padiglione più significativo è però ovviamente quello della Cina: un formidabile manufatto che porta il passato nella contemporaneità, con giochi di ombre cinesi in versione moderna, quindi video, e che diventa ancor più attraente di notte, quando tutto il complesso assume un carattere quasi fiabesco, rendendosi simile a una sorta di Luna Park della città possibile.

    Una vera esaltazione della vita urbana, che testimonia l’autentico intento dell’Esposizione, che presenta nella traduzione cinese del titolo internazionale una lieve ma sostanziale differenza di significato, dicendo semplicemente Cities make better life, le città rendono la vita più bella. Un invito trasversale e politico all’inurbamento che rivela il vero segreto di questa Expo: la Cina si sta preparando a un ulteriore enorme trasformazione urbanistica con centinaia di milioni di contadini che diventeranno cittadini nel giro di pochissimi anni.

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