Anno : 2014
Associazione :
Comitato Organizzatore del Giro d’Italia di HandBike
Associazione :
Comitato Organizzatore del Giro d’Italia di HandBike
E' partita il 21 aprile la 5^ Edizione del Giro d’Italia di Handbike. Attraverso le 8 tappe del giro si farà conoscere la disciplina dell’handbike attraverso la quale atleti diversamente abili (ma anche normodotati) possono pedalare utilizzando gli arti superiori.
Il Comitato Organizzatore del Giro d’Italia di HandBike (di seguito C.O.) propone da tempo all’opinione pubblica ed agli addetti ai lavori aspetti di chi deve fare i conti con un’invalidità che ne ha compromesso drasticamente non solo l’attività lavorativa e il suo ruolo sociale ma, nella maggior parte dei casi, la sua “normale esistenza” quotidiana.
Rispetto a questo mondo di sofferenza fisica e interiore, oltre ad uno stato di assoluta solitudine, il C.O. ricerca costantemente modalità innovative sia per promuovere un’attenzione diffusa e concreta sul ruolo fondamentale della prevenzione per la salvaguardia della salute e della vita umana, sia per far conoscere la condizione degli invalidi del lavoro ed il loro disagio sociale.
Su queste premesse, è quindi identificato nello sport, fattore di promozione umana, di educazione e di valori autentici, uno strumento straordinario che può spingere gli invalidi sul lavoro a rimettersi in gioco poiché l’attività sportiva in qualsiasi forma e a qualsiasi livello porta:
· ad uno sviluppo delle potenzialità individuali;
· l’incremento della capacità e dell’acquisizione di abilità;
· all’integrazione in contesti di vita ricchi di relazioni significative, che rendono il ruolo dell’attività motoria e sportiva fondamentale nell’intervento rivolto a soggetti disabili i quali, in questo modo, hanno la possibilità di trovare elementi di successo e valorizzazione personale, praticando, con alta motivazione e soddisfazione, un’attività in ogni caso particolarmente benefica.
Infatti resta comunque innegabile il miglioramento dell’intera persona quando la menomazione può essere in parte recuperata con un rafforzamento della muscolatura dell’intero corpo.
Tra l’altro, oltre al miglioramento della forma fisica, allo sviluppo cognitivo conseguente all’apprendimento motorio, alla socializzazione derivante dall’integrazione nel mondo sportivo, vi è poi da considerare un miglioramento dell’autostima. L’attività motoria per la persona disabile è infatti l’esaltazione delle sue, anche se pur residue, capacità e di ciò che sa fare, in un mondo che sempre gli ricorda ciò che non è in grado di essere più e ciò che gli manca.
Si aggiunga a questo, il fatto che lo sport è considerato tra i giovani uno dei fattori più importanti per lo sviluppo della vita, e che svolge un ruolo rilevante nella formazione e nell’educazione. Per molti, infatti, rappresenta un’opportunità con cui tenere in allenamento il fisico e la mente, per altri invece una guida educativa molto importante perché fa comprendere che le più difficili imprese sono raggiungibili quando ci si prepara ad affrontarle con metodo, con tenacia, con pazienza; fa apprezzare la bellezza di una vittoria dalla somma dei sacrifici che essa è costata, a conoscere se stessi nel successo e nella sconfitta, nella forza di impeto e nella resistenza; allo stesso tempo, fa capire il prossimo attraverso il confronto; e da ultimo e sicuramente, non meno importante, facilita le relazioni sociali.
Peraltro i giovani vivono lo sport in maniera diretta ed indiretta, ossia come protagonisti e come tifosi, ma in ambedue i casi pongono un forte interesse nello sport come elemento di rilievo della loro vita quotidiana.
Ne consegue che lo sport attira senza alcuna esclusione un elevato numero di soggetti appartenenti a target differenziati per età, sesso, area geografica e condizione sociale.
Condividendo queste considerazioni, il C.O. deve tuttavia porsi davanti alle opportunità di crescita numerica e di visibilità attraverso il mondo dello sport con un impegno basato su valutazioni preliminari indispensabili.
In quest’ottica si propone di realizzare una mappatura per conoscere: come gli invalidi del lavoro “vivono” lo sport inteso come attività di supporto e sostegno al superamento delle difficoltà conseguenti ad un incidente sul lavoro; il loro rapporto con l’attività fisica sia in qualità di atleti “attivi” che “passivi”; il loro interesse verso un’attività sportiva specifica o di preferenza.
Alla luce di quanto sopra spiegato, risulta quindi fondamentale “cavalcare l’onda” dello sport e iniziare a realizzare progetti importanti che vedano la nostra Associazione coinvolta in eventi ed iniziative a carattere amatoriale e agonistico, sia a livello locale che nazionale, rafforzando i rapporti con il Comitato Italiano Paralimpico innanzitutto.
Oltre a questa attività di prima valutazione, è strategicamente interessante quanto il C.O. prevede per la sensibilizzazione e la promozione dell’HandBike con, tra l’altro, la creazione dei momenti di socializzazione dedicati all’insegnamento delle basi di questa disciplina sportiva con l’ausilio di atleti e tecnici competenti e motivati in modo che i futuri fruitori possano toccare con mano una realtà sportiva che può dare loro un incentivo e un interesse diverso per affrontare la disabilità.