Anno : 2017
Associazione :
AIRC
Associazione :
AIRC
Domenica 14 maggio 2017 | Festa della Mamma
L’Azalea della Ricerca di AIRC sboccia in oltre 3.600 piazze per la salute delle donne
L’Azalea della Ricerca dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro dal 1985 fiorisce ogni anno, in occasione della Festa della Mamma, per portare nuovi fondi ai migliori ricercatori italiani impegnati a rendere i tumori femminili sempre più curabili.
Domenica 14 maggio si rinnova in oltre 3.600 piazze l’appuntamento con l’Azalea della Ricerca, distribuita dai 20 mila volontari dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro a fronte di una donazione di 15 euro. Questa colorata pianta, in più di trent’anni di storia, è diventata un prezioso alleato per la salute delle donne, consentendo di destinare risorse fondamentali per finanziare i migliori progetti di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori femminili.
Nel 2016, in Italia, oltre 65.000 donne sono state colpite da un tumore al seno o agli organi riproduttivi.
Il cancro al seno è il più frequente, con circa 50.000 nuove diagnosi, ma è anche la patologia per la quale, negli ultimi due decenni, la ricerca ha ottenuto i migliori risultati portando la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi dal 78 all’85,5 per cento. Un traguardo importante, ma ancora lontano dal 100%, soprattutto se si considera l’aumento dell’incidenza del tumore al seno nella fascia di età 30-40 anni: sono infatti circa 3.000 le giovani donne ogni anno sottoposte a protocolli di cura per questa malattia.
I tumori ginecologici interessano, invece, circa 15.000 pazienti. Mentre per endometrio e cervice uterina la sopravvivenza a cinque anni ha registrato una crescita costante arrivando rispettivamente al 77% e al 71%*, resta ancora molto da fare per combattere il tumore all’ovaio, su cui si stanno concentrando gli sforzi di molti ricercatori.
“Il carcinoma ovarico purtroppo è spesso un male silente, difficile da diagnosticare precocemente, con un alto tasso di recidiva e di resistenza ai farmaci – spiega Anna Bagnato, ricercatrice AIRC, alla guida del laboratorio di Modelli preclinici e nuovi agenti terapeutici dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma – Ogni anno, a livello mondiale, sono circa 225 mila le donne colpite da questa forma di cancro e il 45% di loro sopravvive oltre i cinque anni. Molto spesso, infatti, la malattia si ripresenta e non risponde più ai farmaci. Per questo oggi la ricerca è focalizzata sulla messa a punto e sull’identificazione di nuove combinazioni di farmaci capaci di abbattere la resistenza del tumore. Questo è anche uno degli obiettivi del mio lavoro. Un secondo filone di ricerca molto promettente, e che in futuro potrebbe rivelarsi un obiettivo vincente, è quello degli studi incentrati sull’immunoterapia che mirano a stimolare la risposta immune dei pazienti”.
La dottoressa Anna Bagnato, insieme ai due figli Marco e Tommaso, è il volto della campagna dell’Azalea della Ricerca, scelta per rappresentare i circa 5.000 scienziati sostenuti da AIRC, e in particolare tutti quelli impegnati nell’area dei tumori femminili. Negli ultimi cinque anni l’Associazione ha investito oltre 70 milioni di euro per finanziare 661 progetti in quest’ambito, tra programmi pluriennali guidati dai migliori ricercatori italiani e borse di studio per la crescita e la formazione dei giovani talenti.
Domenica 14 maggio, insieme alle piantine di azalea, i volontari AIRC distribuiranno anche una speciale Guida con preziose informazioni in tema di cure: dagli elementi da valutare nella scelta delle strutture a cui affidarsi fino alla presentazione delle nuove “breast unit”, centri interdisciplinari di senologia che rappresentano una nuova opportunità di cura e assistenza per affrontare il tumore al seno con gruppi di specialisti dedicati. In copertina Carolyn Smith, presidente di giuria del fortunato programma ‘Ballando con le stelle’, ballerina e coreografa di fama internazionale, che racconta la sua esperienza legata alla malattia parlando del tumore al seno che l’ha colpita due anni fa: “Il mio consiglio a tutte le donne che come me si trovano a combattere questa malattia è di non fermarsi nel primo ospedale che incontrano ma di accertarsi che sia effettivamente un centro specializzato nella cura dei tumori, perché l’esperienza fa la differenza e può salvare una vita. Dobbiamo capire che un secondo parere medico, se il primo non ci convince, è un nostro diritto e non uno sgarbo che facciamo al medico”.
(*Dati AIOM e AIRTUM, I numeri del cancro in Italia 2016)