A Roma come nella Penisola Italiana vi sono stanziati diversi reparti. Nell'Urbe e con mansioni di polizia ci sono solo i cosiddetti urbaniciani agli ordini di un praefectus urbi senatorio. Vi sono poi i vigili, un corpo composto da uomini di origine libertina, comandati da tribuni alle dipendenze del praefectus vigilum equestre. Questi ordini hanno l'incarico di presiedere la città, combattere soprattutto gli incendi che sono piuttosto frequenti e di vigilare la notte.
Sempre a Roma sono infine stanziate tre corti pretorie che hanno il quartiere presso la zona detta Castra Preatoria. Le corti, istituite da Augusto come guardia dell'imperatore, rispondono agli ordini dei praefecti pretorio, che sono di solito due. Si tratta di una forza militare privilegiata, con uno stipendio più alto ed una ferma più breve (di sedici anni).
A questi reparti si aggiungono le grandi flotte praetoriae di stanza a Miseno, sul Golfo di Napoli e di Classe presso Ravenna. Esse hanno l'incarico di controllare i due bacini del Mediterraneo. La flotta ha equipaggi composti da liberti e peregrini ovvero i provinciali non romanizzati, arruolati negli eserciti (ad esempio gli egiziani).
Le armate a Roma sono imponenti anche se lievemente ridotte rispetto al periodo delle guerre civili. A disposizione dell'imperatore vi sono comunque 28 legioni di cives per un totale di 150 mila cittadini romani dell'esercito. Essi rispondono agli ordini dei legati imperiali che provengono da ranghi pretori e del senato. Come affiancamento a queste legioni vi è la forza di auxilia: soldati ausiliari divisi tra fanteria e ordine equestre al cui capo vi è un comando di praefecti di cavalleria. Questi reparti sono presenti nelle aree controllate direttamente dall'imperatore e dal senato.
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