Di origine etrusca, il Re romano Servio Tullio, è tra i primi a dedicarsi alla struttura militare di Roma.
La cosiddetta "riforma serviana" vincola il principio secondo il quale sono i cittadini delle classi abbienti - ed in funzione del loro patrimonio terriero - a doversi preoccupare della difesa della "cosa pubblica".
Secondo questo criterio, la cittadinanza si articola in rapporto al censo in cinque distinte classi che ognuna si suddivide ulteriormente in centurie.
Da queste ripartizioni proviene la composizione delle forze armate della res publica.
E nasce il concetto della leva militare, cui si riferisce lo stesso termine legio, da legere ovvero riunire, raccogliere assieme.
All'interno di ogni classe vi sono i seniores, gli anziani, che costituiscono la riserva, e gli iuniores, i giovani, che prestano servizio sul campo.
Ai membri della prima classe (la più importante per censo) e ai cavalieri (equites) viene attribuita oltre la metà delle centurie.
Questi organismi hanno anche diritto di voto, così che le prime due classi di censo si trovano ad avere il controllo dei comitia centuriata, vere e proprie assemblee militari.
La differenza di censo è dunque la chiave di volta dell'organizzazione militare di Roma antica.
La più grande ripartizione in legioni si articola in 4 gruppi principali ed in due secondari.
I primi sono i velites, gli hastati, i principi e i triarii mentre i secondi sono i rorarii e gli accensi.
In combattimento, i velites hanno armi da lancio (archi e fionde).
In prima fila sono invece schierati gli hastati, ovvero armati di hasta che è un'arma da urto, a protezione dei principi: legionari disposti in seconda linea, i più addestrati.
Della terza linea sono invece i triarii ovvero soldati anziani, considerati come riserve.
In terza linea sono anche i rorarii, giovani poco esperti e gli accensi, soldati non molto affidabili.
I componenti della terza fila sono organizzati in tre gruppi, detti ordo, di 180 uomini ciascuno.
In epoca repubblicana la legione è suddivisa in manipoli (coppie di centurie) che poi in epoca imperiale vengono trasformate in coorti.
In battaglia la disposizione è a scacchiera, prima le armi da lancio poi i soldati per il combattimento corpo a corpo ed in ultimo le riserve.
Sicché il motto latino: "Res ad Triarios rediit", la cosa è affidata ai triarii, ha il senso dell'ultima spiaggia, dell'ultima carta giocata, dell'ultima possibilità di riuscita...
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