Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti
"O combatti o scappi oppure .... disegni"
Popshopia indaga l'arte del fumetto
Può la realtà fantasticata del fumetto, tracciata in linee di grafite su foglio bianco rappresentare un oblò aperto al di là della tragedia quotidiana?
Questa è una delle domande con cui Popsophia, giovedì 29 agosto, apre le Giornate della Rancia, la quattro giorni al Castello della Rancia di Tolentino.
Il festival è incentrato sulla riflessione filosofica a partire dal tema della XXVII Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte, “O combatti o scappi (oppure ridi)”.
L’aforisma di John Morreall che ha mosso l’estro artistico di più di 1000 artisti da tutto il mondo, è stato preso come fulcro d’indagine per interpretare uno dei più gradi dilemmi della vita umana: davanti alla drammaticità del quotidiano l’uomo può scegliere, alla stregua degli animali, di combattere o di scappare oppure può fare l’unica cosa che lo differenzia dai quadrupedi: ridere.
Il riso, metodo sublime di conoscimento del mondo e di superamento del dramma, attraversa tutte le arti e passa anzitutto per la nona arte, il fumetto.
A confrontarsi con il tema “Oppure…disegni”, giovedì 29 alle 19.30 il giornalista, blogger del Sole 24 ore, fumettista e già direttore culturale di Lucca Comics e Napoli Comicon Luca Boschi con un intervento focalizzato proprio su “Il fumetto”.
Un modo per introdurre il mondo a strisce e balloon e per intendere il suo linguaggio e l’ironia che lo caratterizza.
Così lo stesso Boschi ci anticipa il suo intervento di giovedì 29: "UN SECOLO (E OLTRE) DI FUMETTI UMORISTICI ITALIANI
Il Fumetto italiano è nato comico, anzi... la comicità in vignette nasce, in Italia, prima ancora che il fumetto vero e proprio, quello con le nuvolette, sia introdotto e accettato, per essere poi maldestramente sabotato dal regime fascista e stupidamente osteggiato nel dopoguerra da educatori ciechi e genitori ottusi.
Le storielle per bambini, con personaggi leggendari come Sor Pampurio, il Signor Bonaventura, il soldato Marmittone, il Mago Bacù e una miriade di altri si affiancano ai protagonisti delle vignette dei fogli satirici, spesso realizzati dagli stessi autori, che giocano su due tavoli per sbarcare il lunario.
Finalmente, nel Dopoguerra, una grande e prosperosa stagione di fumetti umoristici si apre, sull'esempio del successo ottenuto dal Topolino di Arnoldo Mondadori.
Centinaia di testate in formato tascabile affollano le edicole, con eroi ancora presenti nella fantasia collettiva e spesso ristampati o proseguiti da nuovi autori.
Sono il lupo della steppa Pugacioff, lo sceriffo Pedrito El Drito, l'ometto elastico Tiramolla, l'energica Nonna Abelarda, i due amici Cucciolo e Beppe, il piccolo corsaro Pepito, il "cow boy alla camomilla" Cocco Bill, il diavolo buono Geppo, il "fusto della Jungla" Tarzanetto e una miriade di altri.
La stagione delle riviste a fumetti, inaugurata nel 1965 dal debutto di "Linus", offrirà l'opportunità per la crescita di un humour più adulto, con strisce come Sturmtruppen e Lupo Alberto.
Se ne nutriranno i cartoonist umoristici di oggi, responsabili del para-supereroico Rat-Man e del fantareligioso Suore Ninja.
Per descrivere un percorso così ricco è complesso servirebbe un seminario di approfondimento, ma a grandi linee, come assaggio, con l'aiuto di immagini documentative, tenterò di parlarne in qualche decina di minuti."
A seguire il contest del fumetto della Scuola Internazionale di Comics che porta tra le cinta merlate del Castello della Rancia “Vignette sul ring” con la conduzione di Gianfranco Tartaglia, meglio conosciuto, assieme all’amico Pietro Gorini, con lo pseudonimo di Passpartout. Il match umoristico-sportivo vedrà i fumettisti sfidarsi tra loro a suon di matite, chiamati a interpretare il tema di Morreall.
La seconda serata, alle 22.30, invece ci porta nel mondo Disney con “La filosofia di Topolino”. Alla difficile impresa di tracciare un nesso tra la speculazione filosofica e il topo più famoso del mondo, l’epistemologo Giulio Giorello e la filosofa Ilaria Cozzaglio, autori del saggio omonimo.
Al “Topo che pensa”, vengono ricondotte molte delle questioni propriamente filosofiche ed etiche.
Il saggio oltre ad evidenziare, in un nesso ludico, il legame tra due ambiti generalmente considerati distanti, focalizza l’attenzione sull’effettiva potenza espressiva del fumetto, un genere autonomo, nobile, altro dalla letteratura o dal cinema ma comunque riconducibile al piano alto dell’arte.