Da Malala alle atlete del Brunei 2012 anno delle donne
STAMPA ESTERA - Da Malala Yousafzai, a Aung Sang Suu Kyi, da Hillary Clinton alle atlete saudite ai Giochi di Londra. Il 2012 è stato un anno importante per le donne, che hanno fatto grandi passi avanti in politica e nel mondo degli affari. Ma è stato anche l'anno di terribili violenze contro le donne, in India e in Pakistan, a dimostrazione del fatto che ancora molto resta da fare
Di Faine Greenwood per Global Post (Usa), 1 gennaio 2013
1) Le elezioni in America
20 donne vanno al Senato All’indomani delle elezioni presidenziali Usa 2012 la notizia è stata non tanto la conferma di Barack Obama quanto che 20 donne sono state elette al Senato. Un record. Anche se i numeri stanno ancora dalla parte degli uomini, si direbbe che a partire dal 2013 le donne impegnate in politica negli Stati Uniti inizieranno ad avere più voce in capitolo. Anche le elettrici hanno avuto il loro peso, visto che un buon 55% dell'elettorato femminile si è orientato a favore di Obama. Spinte dall'interesse per temi quali economia, diritti e maternità, matrimonio omosessuale, le donne alle urne sono state il 6% in più degli uomini, e hanno spostato il voto verso Obama e i Democratici. I politici che hanno assunto, diciamo così, atteggiamenti ‘anti femminili’ - schierandosi nella cosiddetta Guerra alle Donne o per lo stupro legittimato - si sono guadagnati un bel biglietto di sola andata verso l'addio al mandato
2) Il mondo si accorge di cosa vuol dire nascere femmina in Pakistan
Malala YousufzaiLe hanno sparato in testa i Talebani che la ritenevano colpevole di voler andare a scuola. A quindici anni Malala Yousufzai, coraggiosa e sicura nelle sue convinzioni, ha aperto gli occhi del mondo su cosa significa nascere femmina in Pakistan. Le hanno sparato a ottobre, in un puntino sulla mappa della Valle dello Swat. Per curare le ferite dalle quali si sta apparentemente riprendendo bene, l’hanno portata in Inghilterra. E' diventata un simbolo e a suo modo una celebrità, a quanto pare anche contro la sua natura schiva. L'hanno premiata, ha ricevuto massima attenzione dai media e si è guadagnata l’ammirazione di milioni di persone. Malala è diventata l'astro luminoso che ha fatto luce sulla condizione di oppressione delle donne pakistane, costringendo addirittura il governo del suo paese a intraprendere, per la prima volta, azioni concrete. Quando le hanno sparato, comunque, Malala non era esattamente una sconosciuta: scriveva di tematiche sociali su un blog della BBC già da quando aveva undici anni ed è la figlia di un attivista, che ha già subito in passato minacce perché promotore della parità tra i sessi in Asia.
3) Malawi e Sud Corea eleggono presidenti donna
Per la prima volta La Corea del Sud ha eletto prima presidente donna della sua storia Park Geun-hye, 60 anni, figlia del generale Park Chung-hee, diventato presidente dopo il colpo di stato del 1961. L’assassinio del padre nel 1979, solo cinque anni dopo quello della madre, aveva spinto Geun-hye verso l’impegno in politica. Membro dell'Assemblea Nazionale di Corea dal 1998, Geun-hye è un ingegnere che aspira alla "democratizzazione economica" del suo Paese.
Joyce Banda si è ritrovata invece presidente del Malawi ad aprile, dopo la morte del predecessore Bingu wa Mutharika. Appena nominata, la presidente ha abolito le leggi contro l'omosessualità; per il resto, la signora ha dichiarato che lotterà fino allo stremo per tirare fuori il piccolo paese sudafricano dalla crisi che lo strangola. D’altra parte è tutta la vita che Banda si batte per i diritti e la parità sessuale; dal punto di vista economico non ha ancora ottenuto gran che, ma forse è solo una questione di tempo
4) Sudest Asiatico e Pacifico, l'ora delle donne
Finalmente anche nel Sudest Asiatico le donne hanno ottenuto visibilità nella vita pubblica; tra gli esempi più clamorosi la Birmania, dove Aung San Suu Kyi ha sfidato apertamente l'oramai indebolito regime militare. Le leader donna sono state anche le protagoniste della visita nella regione del Presidente Obama, che ha abbracciato Aung San Suu Kyi, 'flirtato' con la tailandese Yingluck Shinawatra e scherzato con il primo ministro australiano Julia Gillard. Tutte queste signore rappresentano il cambiamento in atto nelle società asiatiche, nelle quali sempre più donne arrivano alla leadership in piccole comunità quando non al governo. Negli anni a venire, la media del 18,5% di donne nei parlamenti asiatici potrebbe inesorabilmente cambiare.
5) L'orrore di uno stupro di gruppo in India e l’inimmaginabile reazione
La storia della studentessa di medicina di Delhi vittima di una brutale violenza di gruppo e morta dopo alcuni giorni di agonia ha scosso il mondo. La società indiana ha però reagito male, molto male. L'omicidio della ragazza ha messo in moto la società civile, in migliaia hanno continuato a riversarsi per le strade per chiedere al governo, e agli uomini, maggiore impegno per proteggere le donne dallo stupro. Chissà se questa tragedia sarà davvero la scintilla che avvierà cambiamenti epocali, ma si direbbe che la misura sia davvero colma; il muro del silenzio è stato abbattuto e i difensori dei diritti delle donne in India sono sul piede di guerra
6) Un anno niente male per Hillary Clinton
WikiLeaks, Siria, Nord Corea, Sudest Asiatico e crisi libica sono solo alcune delle voci sul diario dell'ultimo anno da segretario di stato di Hillary Clinton, che ha anche accompagnato il Presidente Obama in Birmania. Come se non bastasse, la signora ha dimostrato di avere un gran senso dell'umorismo, al punto di rispondere per le rime alle ironie del blog di Tumbir "Sms da Hillary". E non è tutto, perché ha raccolto la 17esima nomination a donna USA più ammirata dell’anno - che è un bel segno di longevità, comunque la pensiate. Non si è fatta nemmeno mancare un ricovero per trombosi, dalla quale si sta riprendendo bene, prima di comparire nell'inchiesta riguardo i fatti di Bengasi. C'è anche chi la da in corsa per le presidenziali del 2016...
7) Donne che controllano grandi economie
Germania, Brasile e Fondo MonetarioIn un mondo agonizzante sotto il peso di una crisi finanziaria dopo l'altra, alcune donne si sono trovate a occupare posti chiave nella scena economica, magari a capo di uno stato o del FMI. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha guidato l'Unione Europea attraverso le turbolente acque della crisi dell'Eurozona e ha fatto di tutto per tenere insieme la coalizione, nonostante tutto remasse contro. L'Eurozona al momento sembrerebbe trovarsi su un sentiero più sicuro, grazie all'avvio di una serie di riforme e anche se la Merkel stessa sostiene che la crisi non sia ancora passata. In mezzo alla tempesta si è trovata anche la presidente del Brasile, sesta economia mondiale, Selma Roussef, che ha varato provvedimenti che dovrebbero confermare il tasso di crescita intorno al 3,3% per il 2013. Nonostante gli economisti prevedano l'avvento di periodi di minore ottimismo, ritmi di crescita più lenti e ulteriore inflazione, il Brasile resta una delle più forti tra le economie in via di sviluppo, con la Rousseff ancora molto popolare a dispetto degli scandali.
E poi c'è la carismatica francese Christine Lagarde, la prima donna a capo del Fondo Monetario Internazionale, che ha dovuto cavarsela in un clima politico ed economico denso di difficoltà. Negli ultimi tempi la Lagarde è stata chiamata anche a dire la sua sul fiscal cliff statunitense e ha dichiarato alla CNN che la "riparazione" veloce non è forse ‘la’ soluzione
8) Donne in affari, sempre di più
Il 2012 è stato un buon anno anche per le donne in affari. 20 donne hanno conquistato i piani alti delle più importanti corporation americane. Sono ancora poche, va bene, ma si tratta comunque di un grosso passo avanti rispetto al passato. ‘Fortune’ scrive che le donne sono ormai quasi il 16% nelle 500 aziende più grandi d’America e addirittura il 40% nel corrispettivo norvegese sempre all’avanguardia su questo fronte. Ci sono donne alla guida di IBM, Sam's Club, HP, Petrobras, Avon e Time Inc. ‘Forbes’ ci racconta anche che cinque delle signore in oggetto amministrano capitali nell'ordine di 36 miliardi di dollari... Eppure più della metà di queste donne sono arrivate là dove sono solo nel 2011, compresa Marissa Meyer, la nuova celebrata CEO di Yahoo. Che stia davvero arrivando la parità?
9) Tutti, dico, tutti i paesi hanno mandato almeno una donna alle Olimpiadi di Londra
Le Olimpiadi di Londra 2012 rimarranno nella storia, anche perché le donne hanno primeggiato e battuto record in sport un tempo prerogativa solo dei maschi, raggiungendo risultati impensabili fino a non molto tempo fa. Il 45% degli atleti in gara a Londra erano donne, sfiorando la agognata parità dei generi in un evento sportivo di portata internazionale. E’ successo che anche la restia Arabia Saudita ha mandato ben due ragazze ai Giochi, la diciottenne velocista Sarah Attar e la judoka Wojdan Shahrkhani. Accanto a loro hanno messo il primo piede su terreno olimpico anche colleghe del Brunei e del Qatar. 37 ragazze hanno battuto record mondiali, contro i 29 dei colleghi maschi... Meditate, gente, meditate...