Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti
Falcone, Borsellino e l'eroica stagione dell'antimafia a fumetti
Una serie di libri a fumetti raccontano, ognuno con la propria sensibilità, le storie dei giudici del "pool".
"Un fatto umano", di Giffoni, Longo e Parodi, edito da Einaudi.
Riprendendo una tradizione che va da Fedro a Orwell a Spiegelman, gli autori hanno deciso di assegnare sembianze animali ai protagonisti della loro storia. Così Falcone è diventato un gatto e Borsellino un fox terrier, Riina e Provenzano sono dei cinghiali, Cossiga è un ariete, Andreotti un pipistrello, Dalla Chiesa un bulldog, Vito Ciancimino è un lupo.
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"Antonino Caponnetto, non è finito tutto", di Salici e Ferrara, edito da Round Robin, la storia del padre del pool antimafia.
Palermo, luglio 1992. Sono i giorni della strage di via D'Amelio. "È finito tutto" dice uno scosso Antonino Caponnetto a un giornalista, uscendo dall'obitorio dopo l'ultimo saluto a Paolo Borsellino.
Il rammarico per quella frase detta in un momento di sconforto è un motivo in più per farsi coraggio, per riprendere le forze e la speranza, e lavorare sul cambiamento culturale e sulla lotta alla mafia.
È l'inizio della primavera palermitana. Nella sua "preghiera laica", al funerale di Borsellino, c'è il progetto dei dieci anni seguenti: Caponnetto diventa il primo rappresentante della società civile, gira l'Italia per testimoniare nelle scuole la sua esperienza e portare avanti le idee dei magistrati uccisi dalla mafia.
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Il Giornalino sta pubblicando, in 13 puntate, la storia “Per questo mi chiamo Giovanni”, adattamento a fumetti di Claudio Stassi dell'omonimo romanzo di Luigi Garlando.
Giovanni è un bambino siciliano di 10 anni. il giorno del suo compleanno il padre decide di portarlo in giro per Palermo e raccontargli la storia di Giovanni Falcone, dal maxiprocesso alla sua morte, avvenuta per mano della mafia.
Giovanni capisce, girando per la città, che il padre non parla di cose astratte: la mafia c’è anche a scuola, nei soprusi dei compagni di classe bulli, ed è un nemico contro cui opporsi subito, senza aspettare di diventare grandi.
Giovanni, al termine di questa giornata densa di emozioni, decide di portare dei fiori alla signora Maria, sorella di Falcone che lo accompagna all'albero sui cui rami i bambini appendono i loro pensieri per il coraggioso magistrato.
Là il padre gli spiega che Falcone non è stato sconfitto, nella morte. Ma invece il suo sacrificio è una vittoria, un simbolo di speranza per l'Italia.
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"Giovanni Falcone", di Giacomo Bendotti, edito da Becco Giallo. ricostruisce la storia e la figura del magistrato siciliano: i successi personali, i momenti difficili come l’attentato all’Addaura, fino alla strage di Capaci, dove Falcone trova la morte il 23 maggio 1992 insieme alla moglie e alla scorta.