12/12/2011
Uno sguardo su tutto il mondo del fumetto e su tutto il mondo, visto dai fumetti
"Fratelli" - incontro con Alessandro Tota a Roma
Martedì 13 dicembre alle ore 18.30, presso Fandango Incontro
Alessandro Tota è nato a Bari nel 1982.
Diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, vive e lavora a Parigi.
È tra i fondatori della rivista “Canicola” (Prix Bd Alternative, Festival del fumetto di Angouleme 2007).
Ha pubblicato su numerose riviste, tra le quali "Hamelin", "Lo Straniero", "Orang", "Black", "Internazionale", "Repubblica XL".
Per Coconino Press sono usciti il lungo racconto “Fratelli” nel volume Gli Intrusi e il graphic novel Yeti, pubblicato anche in Francia.
Suoi lavori sono stati esposti in mostre a Bologna, Napoli, Milano, Helsinki, Parigi, Amburgo.
Con la fotografa Caterina Sansone sta preparando Palacinche, memoria per immagini tra fotografia e fumetto, che uscirà nel 2012 per Fandango Libri.
Il suo sito è http://alessandrotota.com/
Martedì 13 dicembre alle ore 18.30, presso lo spazio "Fandango Incontro" (Via dei Prefetti, 22 – Roma), Tota incontra il pubblico, introdotto da Nicola Lagioia. L'occasione è la presentazione del suo ultimo libro "Fratelli".
Bari, sul finire degli anni Novanta.
Due fratelli trentenni, Cosimo e Nerone, hanno sperperato l’eredità del padre.
Si ritrovano a vagare per la città cercando di vendere l’unico oggetto di valore rimasto alla famiglia: un quadro del pittore pop Mario Schifano.
La loro vicenda si intreccia con quella di due adolescenti, Claudio e Nicola, e della loro iniziazione all’eroina in un sottobosco metropolitano popolato di tossici, spacciatori, alcolisti, punkabestia…
Con due lunghi racconti, divisi da un intermezzo, Alessandro Tota costruisce un graphic novel che diventa un toccante romanzo di formazione e di perdizione. Al centro della storia i rapporti familiari e l’amicizia, l’incapacità di crescere, le relazioni tra i giovani della generazione nata all’inizio del vuoto degli anni Ottanta.
È la cronaca di giornate passate a far niente, tra piccoli furti, apatia, incontri grotteschi e brevi esplosioni di vitalità. Solo Claudio, uno dei protagonisti della storia, con la sua grande passione per la letteratura sembra coltivare una scintilla di speranza e la possibilità di una via di fuga.
Senza moralismi, giudizi o facili spiegazioni psicologiche Tota racconta in modo quasi documentaristico. Sullo sfondo il paesaggio urbano di Bari, il degrado delle periferie e le droghe, molto diffuse anche tra i giovanissimi.
Dal racconto a fumetti emerge il ritratto di una generazione disorientata e bruciata, di una rabbia giovane che non trova sfoghi negli anni post ’77: quelli del vuoto di valori, dell’individualismo esasperato, del culto del successo e della ricchezza facile.
Dopo la favola metropolitana del precedente graphic novel Yeti, Tota cambia decisamente atmosfere e torna a un segno essenziale e underground.
Ma continua a raccontare la durezza del presente, disegnando le radici di una generazione smarrita e senza identità.
Più volte accostato come tematiche e come sensibilità ad Andrea Pazienza, Tota su "Fratelli" in realtà acquista una sua piena potenza narrativa. I suoi personaggi, pur muovendosi in uno scenario urbano dove la droga è compagna e stimolo di giornate uggiose, si discostano e si evolvono dal trio Zanardi-Colasanti-Petrilli o da Pompeo.
La lente di ingrandimento puntata da Tota sui giovani di Bari inquadra senza pietà la schizofrenia di una generazione che da una parte vuole arrivare subito, staccarsi dalle proprie radici e rinnegarle in quanto pesanti e antiche zavorre; dall'altra, va ancora avanti con la pasta al forno cucinata e recapitata a casa dalla mamma, e mangiata avidamente chiusi al gabinetto, nascondendosi per prima cosa da se stessi.
Se siete a Roma, vi consigliamo caldamente questo incontro.