La trattativa

AGGIORNAMENTO DEL 07/06/0026

Prima di cominciare non possiamo non fare il punto su quello che è successo domenica scorsa mentre eravamo in onda con l’inchiesta dedicata a Eni, alle inchieste giudiziarie in corso e ai piani di dismissione. Si è scatenato, per la prima volta in Italia, dicono, quello che fanno le corporation americane del tabacco, per esempio ma non solo, contro i grandi programmi d’inchiesta: quello che state vedendo è tutta fuffa.

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Collaborazione di Carla Rumor
Report ha cercato di ricostruire il percorso di quella che si sospetta essere una delle più grosse tangenti mai pagate al mondo. Parliamo di circa un miliardo di dollari che l’Eni avrebbe sborsato per l'acquisto della licenza per sondare i fondali marini del blocco petrolifero denominato Opl245 in Nigeria. Il sospetto che sia stata pagata una tangente emerge per puro caso durante un processo civile presso l'Alta Corte di giustizia inglese...

Collaborazione di Carla Rumor

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Report ha cercato di ricostruire il percorso di quella che si sospetta essere una delle più grosse tangenti mai pagate al mondo. Parliamo di circa un miliardo di dollari che l’Eni avrebbe sborsato per l'acquisto della licenza per sondare i fondali marini del blocco petrolifero denominato Opl245 in Nigeria. Il sospetto che sia stata pagata una tangente emerge per puro caso durante un processo civile presso l'Alta Corte di giustizia inglese dove nel 2012 si celebra una disputa tra due società, la Malabu oil, dell'ex ministro del petrolio della Nigeria Dan Etete, e una società delle British Virgin Islands, la Energy Venture Partners, del mediatore nigeriano, Emeka Obi. E’ il mediatore Obi che chiede all’ex ministro Etete il riconoscimento ufficiale del suo ruolo nella compravendita della Opl245. A scoprire tutte le tre organizzazioni, le inglesi Global Witness e Corner House e l'italiana Re:common che denunciano tutto alla Procura di Milano che nel 2013 apre un'inchiesta sull'acquisto dell'Opl245.

Tra le carte del processo inglese spunta anche il nome di Luigi Bisignani che, intercettato in quel periodo dalla procura di Napoli per la P4, parla con i massimi vertici dell'Eni dando indicazioni per concludere l'affare. Bisignani, intervistato da Report, ammette di aver avuto un ruolo di “attivatore” dell’affare, e ammette anche di aver avuto contatti con i massimi vertici dell’ Eni, vecchi e nuovi. E’ stata l'Eni, guidata da Paolo Scaroni, che nel 2011 ha comprato per oltre un miliardo di dollari la licenza per il blocco petrolifero nigeriano. Eni da parte sua afferma di aver svolto la trattativa e concluso l’accordo senza i mediatori. Ma Report nel corso della sua inchiesta ha raccolto testimonianze che suscitano interrogativi su questa versione.

Inoltre buona parte dei soldi pagati da Eni, ben 800 milioni, non sarebbero andati al governo, ma nelle tasce di società private nigeriane riconducibili al misterioso, Aliyu Abubakar, definito nel suo paese l’uomo ombra. Anche se l’ambasciata nigeriana ha inspiegabilmente negato il visto ai giornalisti, Report è riuscito a documentare a Lagos le sedi delle società a cui Eni ha versato gran parte degli 800 milioni: e vedremo che cosa ha trovato.






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La trattativa - Aggiornamento del 20/12/2015

Non possiamo non fare il punto su quello che è successo domenica scorsa mentre eravamo in onda con l’inchiesta dedicata a Eni, alle inchieste giudiziarie in corso e ai piani di dismissione. Si è scatenato, per la prima volta in Italia, dicono, quello che fanno le corporation americane del tabacco, per esempio ma non solo, contro i grandi programmi d’inchiesta: "Quello che state vedendo è tutta fuffa". 
 

La trattativa - Aggiornamento del 20/12/2015

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