Ritenuto il vero braccio destro del presidente americano Donald Trump, di cui ha finanziato la campagna elettorale con 250 milioni di dollari, occupa un ruolo chiave in tecnologie delicatissime. Non solo le auto elettriche, ma anche i social network, la robotica e poi i lanci spaziali e i satelliti per le telecomunicazioni, fondamentali anche nell’uso militare. Oggi il miliardario sudafricano è sceso nell’agone politico europeo: grande sostenitore di Giorgia Meloni, si è schierato con i partiti di estrema destra nel Regno Unito e in Germania, dove ha dichiarato il suo sostegno al movimento anti-immigrazione Alternative für Deutschland. Una scelta controversa, che non è mossa solo da ragioni ideali. Il connubio tra politica e affari, spesso garantiti da ingenti finanziamenti pubblici, è centrale per i business di Musk. Le telecamere di Report sono arrivate fino al confine meridionale del Texas, dove avvengono i lanci spaziali di SpaceX; e in Germania, dove anche grazie a Musk e alla sua influenza sul social X, l’estrema destra è in vantaggio per le prossime elezioni. E infine a Bruxelles, dove in molti storcono la bocca per l’intenzione del governo Meloni di affidare proprio a Musk le delicate comunicazioni militari, proprio mentre Musk viola ogni regola sulla neutralità dei social network. L’Ue si sta attrezzando per garantire la propria indipendenza dagli Usa nello spazio e nelle comunicazioni satellitari, ma l’Italia parrebbe voler andare in un’altra direzione.