“Era l’uomo potente che poteva garantire la possibilità di ottenere sostegno e favori”. Con queste parole la Corte d’Appello di Caltanissetta descrive, nelle motivazioni della condanna a 8 anni di reclusione in carcere, l’ex paladino antimafia e leader di Confindustria Sicilia, Antonello Calogero Montante. In primo grado erano stati chiesti 14 anni.
Montante è stato condannato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, accesso abusivo al sistema informatico: “Ha approfittato di opportunità che avrebbe potuto perseguire per coltivare ambizioni, interessi particolari e al contempo anche valori civici e obiettivi ideali, invece le ha piegate per pratiche di natura illecita”, si legge ancora nelle oltre 400 pagine di motivazione della sentenza d’Appello.
Report nel 2018, con l’inchiesta di Paolo Mondani “Codice Montante”, aveva portato alla luce il sistema di potere, fatto di ricatto, mistificazione e segreti, che aveva trasformato un costruttore di ammortizzatori e biciclette in uno degli uomini più potenti del nostro Paese. Montante era accusato di aver creato un “governo parallelo” in Sicilia per gestire la spartizione dei fondi alle imprese, e disporre delle carriere di politici e uomini delle istituzioni. Aveva inoltre creato una rete di spionaggio per ottenere informazioni riservate. Fra loro, uomini dei servizi, delle istituzioni e investigatori in prima linea nella lotta alle mafie.