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Prix Italia 2021: il rilancio della cultura nel post-pandemia. A Milano la 73esima edizione. Oltre 240 le opere in concorso
“Rebuilding Culture and Entertainment. Media’s Role for a New Start” è il titolo della 73esima edizione del Prix Italia, che si svolgerà quest’anno dal 14 al 18 giugno a Milano e affronterà il tema del “ruolo dei media per un nuovo inizio”. Un’edizione che guarda alla duplice sfida dell’innovazione e dell’offerta di nuovi prodotti e conferma l’impegno del servizio pubblico, e della Rai in particolare, per il rilancio della cultura post-pandemia da Covid-19. L’obiettivo è quello di riportare al centro del dibattito pubblico il mondo dell’arte in tutte le sue espressioni.
I numeri di quest’anno confermano la capacità di attrazione e l’originalità espansiva del concorso, con 241 opere presentate da 56 broadcaster di tutto il mondo. Cifre straordinarie, se si considera che per più di un anno le produzioni si sono quasi del tutto fermate. Oltre 60 i giurati, che decideranno i 10 prestigiosi riconoscimenti.
L’edizione di Milano è segnata da importanti ritorni. Mediaset, nel Prix Italia dal 1996, torna dopo sei anni di assenza con tre programmi televisivi e la presenza in giuria. Dopo una pausa di due anni, concorre anche Radio24 – Il Sole24 Ore, che al Prix aveva aderito nel 2010. E quanto ai partner internazionali, Russia Television and Radio (RTR), la principale emittente pubblica della Russia, membro del Prix Italia dal 1974, era assente dal 2003: partecipa quest’anno al concorso con tre programmi televisivi.
Da sempre mosaico che unisce Paesi, stili e linguaggi diversi, il concorso anche quest’anno offrirà uno spaccato unico sui temi d’attualità, dalle analisi dei cambiamenti al confronto sulle prospettive future (come il moltiplicarsi dei servizi in streaming), attraverso un fitto programma di panel e anteprime con i massimi esperti del settore.
Ma la sfida decisiva di questa 73esima edizione del Prix Italia consiste nel farsi occasione di scambio e riflessione per superare la battuta d’arresto che ha colpito tutto il mondo della cultura, indicando le possibili strategie per una rinascita autentica degli spettacoli teatrali, degli eventi dal vivo, del cinema e dei festival culturali nel contesto post-pandemico.
Del resto, l’apertura al futuro è nel Dna del Concorso. La sua nascita, a Capri nel 1948, rappresentò un “nuovo inizio” dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, che aggregò i grandi autori dell’epoca. Allo stesso modo, oggi il Prix si candida a essere un momento di rilancio e un contributo alla rinascita del vasto e ricco mondo culturale in una fase storica dolorosa per tutti.
Un ruolo di primo piano avranno, come sempre, i giovani e gli universitari, grazie a un accordo firmato tra Rai e CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. La giuria degli studenti premierà il miglior video in concorso, e avranno anche la possibilità di effettuare dirette e interviste tramite i social dei rispettivi atenei. Perché questo Concorso, conosciuto in tutto il mondo, è anche una preziosa opportunità di far conoscere e circolare le idee di giovani autori. Come quelli che, numerosi, hanno partecipato nelle scorse settimane alla prima edizione delle master class del Prix Italia in collaborazione con Rai Academy.
I numeri di quest’anno confermano la capacità di attrazione e l’originalità espansiva del concorso, con 241 opere presentate da 56 broadcaster di tutto il mondo. Cifre straordinarie, se si considera che per più di un anno le produzioni si sono quasi del tutto fermate. Oltre 60 i giurati, che decideranno i 10 prestigiosi riconoscimenti.
L’edizione di Milano è segnata da importanti ritorni. Mediaset, nel Prix Italia dal 1996, torna dopo sei anni di assenza con tre programmi televisivi e la presenza in giuria. Dopo una pausa di due anni, concorre anche Radio24 – Il Sole24 Ore, che al Prix aveva aderito nel 2010. E quanto ai partner internazionali, Russia Television and Radio (RTR), la principale emittente pubblica della Russia, membro del Prix Italia dal 1974, era assente dal 2003: partecipa quest’anno al concorso con tre programmi televisivi.
Da sempre mosaico che unisce Paesi, stili e linguaggi diversi, il concorso anche quest’anno offrirà uno spaccato unico sui temi d’attualità, dalle analisi dei cambiamenti al confronto sulle prospettive future (come il moltiplicarsi dei servizi in streaming), attraverso un fitto programma di panel e anteprime con i massimi esperti del settore.
Ma la sfida decisiva di questa 73esima edizione del Prix Italia consiste nel farsi occasione di scambio e riflessione per superare la battuta d’arresto che ha colpito tutto il mondo della cultura, indicando le possibili strategie per una rinascita autentica degli spettacoli teatrali, degli eventi dal vivo, del cinema e dei festival culturali nel contesto post-pandemico.
Del resto, l’apertura al futuro è nel Dna del Concorso. La sua nascita, a Capri nel 1948, rappresentò un “nuovo inizio” dopo gli orrori della Seconda guerra mondiale, che aggregò i grandi autori dell’epoca. Allo stesso modo, oggi il Prix si candida a essere un momento di rilancio e un contributo alla rinascita del vasto e ricco mondo culturale in una fase storica dolorosa per tutti.
Un ruolo di primo piano avranno, come sempre, i giovani e gli universitari, grazie a un accordo firmato tra Rai e CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane. La giuria degli studenti premierà il miglior video in concorso, e avranno anche la possibilità di effettuare dirette e interviste tramite i social dei rispettivi atenei. Perché questo Concorso, conosciuto in tutto il mondo, è anche una preziosa opportunità di far conoscere e circolare le idee di giovani autori. Come quelli che, numerosi, hanno partecipato nelle scorse settimane alla prima edizione delle master class del Prix Italia in collaborazione con Rai Academy.