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"Storia dei colori"

Il blu

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I colori sono ovunque, permeano il mondo, abitano la vita in ogni sua piega: dall'arte, alla natura, alla moda, al make-up, fino ad arrivare alla scelta di una automobile o di un elettrodomestico.  Ma i pigmenti, le misteriose sostanze che servono a dare colore alle cose, sono invece rari, anzi, rarissimi, e quasi sempre nella storia sono stati scoperti per caso, perché la Natura si tiene ben stretta i suoi segreti. Per i colori si sono combattute guerre, come per il rosso di cocciniglia proveniente dal Nuovo Mondo; intere economie sono fiorite e poi crollate, come è accaduto con l’industria medievale del guado. Lo racconta la serie “Storia dei colori”, in onda da lunedì 19 agosto alle 19.25 su Rai 5, con il colore blu.
La storia del blu è la storia di una rimonta affascinante: inesistente nella preistoria, poco amato dai greci e dai romani che gli preferivano il rosso come simbolo della regalità, nel Medioevo diventa il colore dei re di Francia e del manto della Vergine, delle volte stellate dei mosaici bizantini e dei cieli giotteschi; spopola addirittura nel Rinascimento, dove il costo dell’esoso oltremare è molto spesso a carico dei committenti, nei contratti dei grandi pittori.  Oggi, dicono i sondaggi, è il colore preferito dell’Occidente.
Il blu è sempre stato un pigmento difficile, elusivo: dal blu di lapislazzuli, o ultramarino, proveniente dalle montagne dell’Afghanistan e più caro dell’oro, al blu egizio, primo colore artificiale dell’umanità, creato quasi cinquemila anni prima dell’invenzione della chimica; dai blu artificiali settecenteschi, come il blu di Prussia, il blu cobalto, il blu di Brema, tutti vagamente pericolosi, che servirono agli impressionisti per le loro famose ombre colorate, alla sensazionale scoperta dell’YlnMn, un blu stabile e brillante scoperto per caso da uno scienziato americano.