Rai5
Le tre Manon per tre grandi serate d'opera dal Regio di Torino
I capolavori di Auber, Massenet e Puccini
Tre opere. Tre compositori. Un’unica protagonista: Manon. È il viaggio in tre tappe proposto per la prima volta in Italia dal Teatro Regio di Torino, che Rai Cultura presenta in prima Tv alle 21.15 per tre serate consecutive: giovedì 24 ottobre è in programma la Manon Lescaut di Daniel Auber; venerdì 25 ottobre è la volta della Manon di Jules Massenet; mentre sabato 26 ottobre il ciclo si chiude con Manon Lescaut, l’eroina di Giacomo Puccini, celebrato nei cent’anni dalla scomparsa.
Tre opere autonome ma complementari, affidate a tre direttori d’orchestra diversi, e con tre diversi cast. Uno solo invece il regista: Arnaud Bernard, che si è chiesto: «Chi sono le nostre Manon? La Manon di Prévost è piuttosto avventurosa, ma è anche una donna libera che scopre il vero amore solo tardi. Per Auber sarà un uccello in trappola, per Massenet una donna alla ricerca di sé stessa, per Puccini una donna libera e ribelle. È l’unione di tutte le Manon che fa Manon, e rappresentare le tre Manon insieme è il punto centrale di questa impresa colossale. Le tre opere – prosegue il regista –sono autonome, e occorre dunque un prisma comune attraverso il quale guardarle: ho scelto il cinema. Meglio ancora: tre epoche simbolo del cinema francese. L’estetica del cinema muto sarà la chiave per interpretare al meglio la Manon di Auber, la più delicata, la più fragile, la più “vecchio stile” delle tre. Per Massenet saranno Brigitte Bardot e la Parigi anni Sessanta dell’emancipazione femminile, BB anticonformista e fatale, con i suoi atteggiamenti disinvolti, il suo lato selvaggio, il carattere ribelle, emblema della tentazione e del peccato. Per Puccini – conclude Bernard – il punto di vista sarà invece quello del ‘realismo poetico’ del cinema francese anni Trenta, quello de Il porto delle nebbie, di Amanti perduti e L’angelo del male, il cinema di Jean Gabin e Michèle Morgan, che romanticizza e mette in risalto le questioni drammatiche».
Le tre produzioni vedono impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito dal maestro Ulisse Trabacchin. Le scene dei tre nuovi allestimenti sono firmate da Alessandro Camera, i costumi da Carla Ricotti, le luci da Fiammetta Baldiserri e i video da Marcello Alongi.
La Manon Lescaut di Daniel Auber, composta nel 1856 su libretto di Eugène Scribe, è diretta da Guillaume Tourniaire, che debutta al Teatro Regio. Protagonisti della produzione sono Rocío Pérez (Manon Lescaut), Armando Noguera (Il marchese d’Hérigny), Francesco Salvadori (Lescaut), Sébastien Guèze (Des Grieux) e Manuela Custer (Madame Bancelin). La regia televisiva è affidata ad Ariella Beddini.
La Manon di Jules Massenet, creata nel 1884 su libretto di Henry Meilhac e Philippe Gille invece, è affidata alla bacchetta di Evelino Pidò. Protagonisti sono Ekaterina Bakanova (Manon Lescaut), Atalla Ayan (Des Grieux), Roberto Scandiuzzi (Il conte Des Grieux) e Björn Bürger (Lescaut). Regia TV di Barbara Napolitano.
In chiusura il capolavoro di Puccini, Manon Lescaut, che vide la sua prima rappresentazione assoluta proprio al Regio di Torino nel 1893, su libretto di Luigi Illica, Domenico Oliva e Marco Praga. La direzione è affidata a Renato Palumbo. Protagonisti sono Erika Grimaldi nel ruolo del titolo, Roberto Aronica in quello di Renato Des Grieux, Alessandro Luongo è Lescaut e Carlo Lepore Geronte di Ravoir. Regia televisiva a cura di Rossella De Bonis.
Tre opere autonome ma complementari, affidate a tre direttori d’orchestra diversi, e con tre diversi cast. Uno solo invece il regista: Arnaud Bernard, che si è chiesto: «Chi sono le nostre Manon? La Manon di Prévost è piuttosto avventurosa, ma è anche una donna libera che scopre il vero amore solo tardi. Per Auber sarà un uccello in trappola, per Massenet una donna alla ricerca di sé stessa, per Puccini una donna libera e ribelle. È l’unione di tutte le Manon che fa Manon, e rappresentare le tre Manon insieme è il punto centrale di questa impresa colossale. Le tre opere – prosegue il regista –sono autonome, e occorre dunque un prisma comune attraverso il quale guardarle: ho scelto il cinema. Meglio ancora: tre epoche simbolo del cinema francese. L’estetica del cinema muto sarà la chiave per interpretare al meglio la Manon di Auber, la più delicata, la più fragile, la più “vecchio stile” delle tre. Per Massenet saranno Brigitte Bardot e la Parigi anni Sessanta dell’emancipazione femminile, BB anticonformista e fatale, con i suoi atteggiamenti disinvolti, il suo lato selvaggio, il carattere ribelle, emblema della tentazione e del peccato. Per Puccini – conclude Bernard – il punto di vista sarà invece quello del ‘realismo poetico’ del cinema francese anni Trenta, quello de Il porto delle nebbie, di Amanti perduti e L’angelo del male, il cinema di Jean Gabin e Michèle Morgan, che romanticizza e mette in risalto le questioni drammatiche».
Le tre produzioni vedono impegnati l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito dal maestro Ulisse Trabacchin. Le scene dei tre nuovi allestimenti sono firmate da Alessandro Camera, i costumi da Carla Ricotti, le luci da Fiammetta Baldiserri e i video da Marcello Alongi.
La Manon Lescaut di Daniel Auber, composta nel 1856 su libretto di Eugène Scribe, è diretta da Guillaume Tourniaire, che debutta al Teatro Regio. Protagonisti della produzione sono Rocío Pérez (Manon Lescaut), Armando Noguera (Il marchese d’Hérigny), Francesco Salvadori (Lescaut), Sébastien Guèze (Des Grieux) e Manuela Custer (Madame Bancelin). La regia televisiva è affidata ad Ariella Beddini.
La Manon di Jules Massenet, creata nel 1884 su libretto di Henry Meilhac e Philippe Gille invece, è affidata alla bacchetta di Evelino Pidò. Protagonisti sono Ekaterina Bakanova (Manon Lescaut), Atalla Ayan (Des Grieux), Roberto Scandiuzzi (Il conte Des Grieux) e Björn Bürger (Lescaut). Regia TV di Barbara Napolitano.
In chiusura il capolavoro di Puccini, Manon Lescaut, che vide la sua prima rappresentazione assoluta proprio al Regio di Torino nel 1893, su libretto di Luigi Illica, Domenico Oliva e Marco Praga. La direzione è affidata a Renato Palumbo. Protagonisti sono Erika Grimaldi nel ruolo del titolo, Roberto Aronica in quello di Renato Des Grieux, Alessandro Luongo è Lescaut e Carlo Lepore Geronte di Ravoir. Regia televisiva a cura di Rossella De Bonis.