Rai Radio 3 e Raiplay
Tra Ucraina e Boemia: musica e interpreti dall'Est per l'Orchestra Rai
Con Kirill Karabits sul podio
È il direttore d’orchestra ucraino Kirill Karabits il protagonista del concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, in onda giovedì 12 dicembre alle 20.30 su Radio 3, RaiPlay, e nel circuito Euroradio dall’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino.
Nato a Kiev nel 1976, Kirill Karabits è figlio del compositore Ivan Karabits ed è cresciuto circondato dalla musica. Si è formato nella sua città natale e successivamente a Vienna. Ha diretto le più importanti orchestre europee e americane, dall’Orchestre National de France alla Philharmonia Orchestra passando per i Wiener Symphoniker; dalle orchestre di Cleveland, Philadelphia e Dallas fino a quelle di San Francisco e Chicago.
In apertura di serata Karabits propone la prima esecuzione assoluta di “La nymphe larmoyante” (La ninfa lacrimosa) di Théodore Akimenko: breve brano orchestrale recentemente ritrovato e revisionato proprio da Karabits alla Bibliothèque Nationale di Parigi, che custodisce l’archivio del compositore franco-ucraino. Nato nel 1876 vicino a Kharkiv e scomparso a Parigi nel 1945, dopo aver passato gran parte della sua esistenza in Francia, Akimenko è stato allievo di Rimskij-Korsakov e maestro di Stravinskij.
Sul palco dell’Auditorium Rai sale anche il violinista armeno Sergey Khachatryan, il più giovane vincitore della storia del Concorso Sibelius di Helsinki, abituale solista con orchestre come i Berliner Philharmoniker, la London Symphony Orchestra e l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. Khachatryan propone il Concerto per violino e orchestra in re minore del suo conterraneo Aram Il’ič Chačaturjan. Nato durante l’estate del 1940, il lavoro è dedicato al violinista russo David Oistrach e si è aggiudicato nel 1941 il Premio Stalin, uno dei più alti riconoscimenti da parte dello stato sovietico.
In chiusura di serata la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Antonín Dvořák, scritta nel 1885 per la Società Filarmonica di Londra, di cui il compositore era divenuto membro onorario un anno prima, sull’onda del successo riscosso dallo Stabat Mater, e la cui notorietà internazionale era legata soprattutto alla caratterizzazione folclorica delle sue Danze slave.
Nato a Kiev nel 1976, Kirill Karabits è figlio del compositore Ivan Karabits ed è cresciuto circondato dalla musica. Si è formato nella sua città natale e successivamente a Vienna. Ha diretto le più importanti orchestre europee e americane, dall’Orchestre National de France alla Philharmonia Orchestra passando per i Wiener Symphoniker; dalle orchestre di Cleveland, Philadelphia e Dallas fino a quelle di San Francisco e Chicago.
In apertura di serata Karabits propone la prima esecuzione assoluta di “La nymphe larmoyante” (La ninfa lacrimosa) di Théodore Akimenko: breve brano orchestrale recentemente ritrovato e revisionato proprio da Karabits alla Bibliothèque Nationale di Parigi, che custodisce l’archivio del compositore franco-ucraino. Nato nel 1876 vicino a Kharkiv e scomparso a Parigi nel 1945, dopo aver passato gran parte della sua esistenza in Francia, Akimenko è stato allievo di Rimskij-Korsakov e maestro di Stravinskij.
Sul palco dell’Auditorium Rai sale anche il violinista armeno Sergey Khachatryan, il più giovane vincitore della storia del Concorso Sibelius di Helsinki, abituale solista con orchestre come i Berliner Philharmoniker, la London Symphony Orchestra e l’Orchestra del Concertgebouw di Amsterdam. Khachatryan propone il Concerto per violino e orchestra in re minore del suo conterraneo Aram Il’ič Chačaturjan. Nato durante l’estate del 1940, il lavoro è dedicato al violinista russo David Oistrach e si è aggiudicato nel 1941 il Premio Stalin, uno dei più alti riconoscimenti da parte dello stato sovietico.
In chiusura di serata la Sinfonia n. 7 in re minore op. 70 di Antonín Dvořák, scritta nel 1885 per la Società Filarmonica di Londra, di cui il compositore era divenuto membro onorario un anno prima, sull’onda del successo riscosso dallo Stabat Mater, e la cui notorietà internazionale era legata soprattutto alla caratterizzazione folclorica delle sue Danze slave.