
Giovedì 13 marzo, in occasione dei 70 anni del calciatore Bruno Conti (nato a Nettuno il 13 marzo del 1955), Rai Teche pubblicherà su RaiPlay il programma “Bruno Conti – Una vita da goal” (https://www.raiplay.it/programmi/brunocontiunavitadagoal).
Si tratta di un’intervista del giornalista Gianni Minà al grande attaccante nella quale il calciatore ripercorre i momenti più significativi della sua carriera sportiva legata indissolubilmente alla A.S. Roma, squadra con cui disputò quasi tutta la carriera tra il 1973 e il 1991 (eccetto due campionati con il Genoa in Serie B) indossando sempre la sua iconica maglia numero sette. Bruno Conti contribuì in modo decisivo alla conquista del secondo scudetto vinto dalla squadra giallorossa nella stagione 1983/84 ed al raggiungimento della finale di Coppa dei Campioni nonché alla vittoria di ben cinque Coppe Italia da parte del club capitolino. Esordì nella nazionale azzurra di Enzo Bearzot nel 1980 giocando per 47 volte con la maglia dell’Italia e con le sue giocate risultò decisivo per la vittoria del Campionato mondiale di calcio del 1982 in Spagna.
Attraverso le domande di Gianni Minà, Bruno Conti rivela molto anche della sua vita personale e familiare, rievocando la sua passione giovanile per un altro sport, il baseball, che avrebbe potuto portarlo negli Stati Uniti d’America a giocare nelle fila del Santa Monica. La squadra americana di baseball, colpita dal talento di un giovanissimo Bruno Conti, gli offrì infatti una borsa di studio ed un ingaggio che egli rifiutò per via della ferma opposizione di suo padre che voleva il figlio vicino a sé e che gli sconsigliò d’intraprendere questa avventura sportiva oltreoceano. Attraverso il dialogo con Gianni Minà si scoprono molte curiosità sul suo esordio nel mondo del calcio quando pochi avrebbero scommesso che quel ragazzo dal fisico esile, che per aiutare la famiglia consegnava bombole del gas a domicilio, sarebbe diventato un vero fuoriclasse e si osserva Bruno Conti nella sua vita familiare quotidiana scoprendo la generosa dimensione umana di un semplice ragazzo di provincia diventato un grande campione. Un calciatore che è rimasto nel cuore dei tifosi anche per le sue giocate fantasiose che cercavano sempre di regalare uno spettacolo al pubblico e che proprio per questa ragione Gianni Minà definiva “un calciatore di tipo brasiliano”.
Si tratta di un’intervista del giornalista Gianni Minà al grande attaccante nella quale il calciatore ripercorre i momenti più significativi della sua carriera sportiva legata indissolubilmente alla A.S. Roma, squadra con cui disputò quasi tutta la carriera tra il 1973 e il 1991 (eccetto due campionati con il Genoa in Serie B) indossando sempre la sua iconica maglia numero sette. Bruno Conti contribuì in modo decisivo alla conquista del secondo scudetto vinto dalla squadra giallorossa nella stagione 1983/84 ed al raggiungimento della finale di Coppa dei Campioni nonché alla vittoria di ben cinque Coppe Italia da parte del club capitolino. Esordì nella nazionale azzurra di Enzo Bearzot nel 1980 giocando per 47 volte con la maglia dell’Italia e con le sue giocate risultò decisivo per la vittoria del Campionato mondiale di calcio del 1982 in Spagna.
Attraverso le domande di Gianni Minà, Bruno Conti rivela molto anche della sua vita personale e familiare, rievocando la sua passione giovanile per un altro sport, il baseball, che avrebbe potuto portarlo negli Stati Uniti d’America a giocare nelle fila del Santa Monica. La squadra americana di baseball, colpita dal talento di un giovanissimo Bruno Conti, gli offrì infatti una borsa di studio ed un ingaggio che egli rifiutò per via della ferma opposizione di suo padre che voleva il figlio vicino a sé e che gli sconsigliò d’intraprendere questa avventura sportiva oltreoceano. Attraverso il dialogo con Gianni Minà si scoprono molte curiosità sul suo esordio nel mondo del calcio quando pochi avrebbero scommesso che quel ragazzo dal fisico esile, che per aiutare la famiglia consegnava bombole del gas a domicilio, sarebbe diventato un vero fuoriclasse e si osserva Bruno Conti nella sua vita familiare quotidiana scoprendo la generosa dimensione umana di un semplice ragazzo di provincia diventato un grande campione. Un calciatore che è rimasto nel cuore dei tifosi anche per le sue giocate fantasiose che cercavano sempre di regalare uno spettacolo al pubblico e che proprio per questa ragione Gianni Minà definiva “un calciatore di tipo brasiliano”.