Rai
24 mar 2025, 11:00
Pace e cooperazione energetica nel Mediterraneo
La Rai media partner dell'iniziativa della Rete delle Cattedre Unesco in Italia
Il Mediterraneo, culla della civiltà, e l’Italia baricentro fra le due sponde del Mare Nostrum, hanno un ruolo chiave nel diffondere una cultura di pace e sostenibilità, premessa necessaria della lotta ai cambiamenti climatici e di una giusta transizione energetica. A Roma, lunedì 24 marzo alle 11.00 - presso la Rappresentanza in Italia del Parlamento europeo in via IV Novembre, 149 - la Rete delle Cattedre Unesco in Italia , specializzate sui 17 obiettivi di sostenibilità dell’Agenda Onu 2030, rilancia il dibattito su questi temi, in un contesto geopolitico di profonda trasformazione, nel convegno “Pace e cooperazione energetica nel Mediterraneo: l’Italia come ponte fra le due sponde” in collaborazione con la Fondazione Ecco – il think tank italiano per il clima – e in media partnership con Rai Radio 1, Rai Cultura e Rai Italia.
Per il portavoce della Rete delle Cattedre Unesco, l’economista Patrizio Bianchi “in questa fase critica, l’Italia ha l’opportunità di rendere il Mediterraneo un teatro di pace, nel quadro di una nuova auspicata unità dell’Europa, che in questo Mare Nostrum riponga una prospettiva di convergenza con l'Africa ed l'Oriente. Il nostro Paese può contribuire puntando su asset strategici come la ricerca e l’innovazione e anche in campo energetico, attraverso eccellenze come il Tecnopolo di Bologna, il più grande centro di supercalcolo europeo, o, tra gli altri, il Centro internazionale di ricerca genetica e biotecnologica di Trieste, già perni di una rete europea di ricerca e di strutture educative”.
Dopo i saluti istituzionali del Capo della Rappresentanza del Parlamento Ue in Italia Carlo Corazza, di Andrea Lenzi, neo-portavoce della Rete Cattedre Unesco in Italia, del Direttore di Radio1 - Giornale Radio Rai Francesco Pionati, e del Segretario Generale Copeam, Claudio Cappon, e l’introduzione di Patrizio Bianchi, il dibattito moderato dall’inviata del Tg3 Romana Fabrizi vedrà la partecipazione, in equilibrio di genere, di esperti ed esperte: per questo motivo è stato attribuito all’evento anche il logo del progetto Rai “No Women No Panel – Senza donne non se ne parla”, condiviso con la Rappresentanza della Commissione Ue.
Sono previsti gli interventi di Francesco Corvaro, Inviato Speciale del Governo per il Clima, Anna Teresa Rondinella, coordinatrice Commissione Rapporti Istituzionali per la Rete della Cattedre Unesco in Italia, Cattedra UNESCO in comunità energetiche sostenibili, Università di Pisa; Alessandro Politi, direttore Nato Defense College Foundation; Grammenos Mastrojeni, Segretario Generale Aggiunto Unione per il Mediterraneo con delega all’energia e al clima; Emanuela Colombo, Cattedra UNESCO in energia per lo sviluppo sostenibile, Politecnico di Milano; Giulia Giordano, Direttrice Strategia Mediterraneo e Globale Fondazione Ecco. Le considerazioni finali sono affidate all’ Ambasciatore Pietro Sebastiani, Responsabile LUMSA University Africa Center.
Secondo Giulia Giordano, “gli impatti della crisi climatica nel Mediterraneo si fanno sempre più evidenti su ecosistemi, economie e società. Tuttavia, nonostante le vulnerabilità, la regione può essere il motore di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, fondato su rinnovabili, efficienza energetica e tecnologie della transizione. Investire in questa trasformazione permetterebbe di rafforzare la sicurezza economica ed energetica della regione, creando nuove opportunità di lavoro e cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo, per costruire un futuro di pace, stabilità e prosperità condivisa".
Per il portavoce della Rete delle Cattedre Unesco, l’economista Patrizio Bianchi “in questa fase critica, l’Italia ha l’opportunità di rendere il Mediterraneo un teatro di pace, nel quadro di una nuova auspicata unità dell’Europa, che in questo Mare Nostrum riponga una prospettiva di convergenza con l'Africa ed l'Oriente. Il nostro Paese può contribuire puntando su asset strategici come la ricerca e l’innovazione e anche in campo energetico, attraverso eccellenze come il Tecnopolo di Bologna, il più grande centro di supercalcolo europeo, o, tra gli altri, il Centro internazionale di ricerca genetica e biotecnologica di Trieste, già perni di una rete europea di ricerca e di strutture educative”.
Dopo i saluti istituzionali del Capo della Rappresentanza del Parlamento Ue in Italia Carlo Corazza, di Andrea Lenzi, neo-portavoce della Rete Cattedre Unesco in Italia, del Direttore di Radio1 - Giornale Radio Rai Francesco Pionati, e del Segretario Generale Copeam, Claudio Cappon, e l’introduzione di Patrizio Bianchi, il dibattito moderato dall’inviata del Tg3 Romana Fabrizi vedrà la partecipazione, in equilibrio di genere, di esperti ed esperte: per questo motivo è stato attribuito all’evento anche il logo del progetto Rai “No Women No Panel – Senza donne non se ne parla”, condiviso con la Rappresentanza della Commissione Ue.
Sono previsti gli interventi di Francesco Corvaro, Inviato Speciale del Governo per il Clima, Anna Teresa Rondinella, coordinatrice Commissione Rapporti Istituzionali per la Rete della Cattedre Unesco in Italia, Cattedra UNESCO in comunità energetiche sostenibili, Università di Pisa; Alessandro Politi, direttore Nato Defense College Foundation; Grammenos Mastrojeni, Segretario Generale Aggiunto Unione per il Mediterraneo con delega all’energia e al clima; Emanuela Colombo, Cattedra UNESCO in energia per lo sviluppo sostenibile, Politecnico di Milano; Giulia Giordano, Direttrice Strategia Mediterraneo e Globale Fondazione Ecco. Le considerazioni finali sono affidate all’ Ambasciatore Pietro Sebastiani, Responsabile LUMSA University Africa Center.
Secondo Giulia Giordano, “gli impatti della crisi climatica nel Mediterraneo si fanno sempre più evidenti su ecosistemi, economie e società. Tuttavia, nonostante le vulnerabilità, la regione può essere il motore di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, fondato su rinnovabili, efficienza energetica e tecnologie della transizione. Investire in questa trasformazione permetterebbe di rafforzare la sicurezza economica ed energetica della regione, creando nuove opportunità di lavoro e cooperazione tra i Paesi del Mediterraneo, per costruire un futuro di pace, stabilità e prosperità condivisa".