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Francesco Coco. In nome della legge

Su Rai Storia (canale 54) a 45 anni dall'omicidio

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Francesco Coco viene ucciso a Genova l’8 giugno del 1976: è il primo cadavere eccellente, il primo attacco delle Brigate Rosse al cuore dello Stato, perché per la prima volta decidono di uccidere con premeditazione. Nel giorno dell’anniversario della morte, il documentario “Francesco Coco. In nome della legge”, in onda martedì 8 giugno alle 21.10 Rai Storia, racconta quel giorno e la figura di Francesco Coco, un uomo per il quale la legge è l’unico riferimento con il quale confrontarsi: un dogma, quasi una religione alla quale affida il credo di tutta la sua vita. Nato in Sardegna nel 1908, Coco si laurea in giurisprudenza e inizia da subito una brillante carriera come Pretore e come Sostituto Procuratore, prima a Nuoro e poi a Cagliari. La sua battaglia contro il banditismo sardo fa storia: una trentina di ergastoli portano la sua firma perché chi va contro la legge va punito severamente e senza sconti di genere o caso. Nel 1960 viene nominato procuratore della Repubblica a Genova dove rimane fino al 1972. Dopo essersi occupato delle indagini della morte del Giudice Pietro Scaglione, a Palermo, viene nominato Procuratore Generale. Ancora una parentesi di due anni a Cagliari, prima di tornare a Genova dove però ad accoglierlo c’è un clima totalmente diverso da quello che aveva lasciato. I pretori della sua procura lo considerano un reazionario che insabbia le inchieste e l’opinione pubblica non è da meno: boia dei capitalisti, fascista, servo del potere. Coco diventa un bersaglio pubblico. 
Nel 1974 arriva il rapimento di Sossi, suo collega e amico. Le Brigate Rosse chiedono un riscatto per la liberazione del magistrato genovese: la Corte d’Assise di Genova deve scarcerare gli 8 detenuti del gruppo XXII ottobre, messi alla sbarra da Sossi qualche anno prima. Dopo giorni di tensione la Corte accetta il ricatto delle Br, ma Coco non ci sta. Impugna la sentenza e ricorre in Cassazione. Richiesta accolta. Sossi è libero e i detenuti rimangono in carcere. Due anni dopo, Coco sarà ucciso nella salita di Santa Brigida insieme alla sua scorta. Nel documentario intervengono Nicola Marvulli, collega di Coco ed ex Presidente della Corte di Cassazione; Ettore Angioni, magistrato, amico e collega di Coco a Cagliari; il figlio Massimo Coco; lo storico Giovanni Mario Ceci; i giornalisti Giovanni Bianconi, Andrea Ferro e Luciano Garibaldi; la sociologa Donatella Della Porta; l’ex magistrato Gian Carlo Caselli, e Alessandro Orsini, sociologo, docente e direttore del centro per lo studio sul terrorismo a Tor Vergata. A interpretare i comunicati delle Br è l'attore Andrea Bosca.