Il ritratto di uno dei più prolifici e poliedrici artisti della contemporaneità internazionale: lo propone il doc in prima visione tv “Mimmo Paladino. Il linguaggio dei segni”, in onda venerdì 27 maggio alle 21.15 su Rai 5 per “Art Night” con Neri Marcorè.
Scritto da Nunzio Massimo Nifosì e Layla Bartlett Parry, diretto da Nunzio Massimo Nifosì e prodotto da Laboratorio, in associazione con Luce Cinecittà e in collaborazione con Rai Cultura, il documentario racconta il “padre” di un’arte eclettica e multilinguistica, che spazia dalla pittura alla scultura, dal cinema al teatro, dall’opera grafica alla fotografia. Paladino pratica quello che Achille Bonito Oliva ha definito nomadismo culturale, ovvero la libertà propria di quegli artisti che si muovono incessantemente da un territorio stilistico all’altro. Con la pubblicazione nel 1980 de La Transavanguardia Italiana di Bonito Oliva, Paladino viene incluso tra quegli artisti che, in risposta a movimenti quali la Minimal e Conceptual Art, riprendono in mano il pennello e segnano un ritorno ai moduli artistici tradizionali. Il suo dipinto del 1977 “Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro” viene considerato oggi dalla critica il quadro simbolo del ritorno alla pittura.
I numerosi viaggi nel Sud America lo portano a interessarsi alla cultura locale permeata da un animismo primitivo di cui la sua pittura porta l’eco e nel corso della sua carriera sperimenta le tecniche più disparate, dall’incisione al collage, dal mosaico all’encausto: l’elemento costante è un immaginario fantastico e metaforico, ricco di figure allegoriche, segni geometrici, arcaica sacralità, maschere, teschi, animali. Mimmo Paladino si conferma uno degli artisti contemporanei più riconosciuti a livello internazionale perché il suo segno parla una lingua comune a tutti, perché il simbolo è “la scheggia che custodisce l’anima di ogni creazione”. Il film, oltre al racconto in prima persona dell’artista, propone anche importanti testimonianze: da Mario Martone a Michelangelo Pistoletto, a Germano Celant in una delle ultime interviste rilasciate prima della sua scomparsa.
A seguire, “Art Night” propone il documentario delle Teche Rai “Il gioco delle mura” di Nico Garrone, dedicata alla mostra del 1982 “Avanguardia Transavanguardia 1968-1977”, curata da Achille Bonito Oliva. Al ’68, momento di massima mobilitazione dell’arte e della cultura, corrisponde l’Avanguardia; il decennio che segue, fino al ’77, fa emergere una profonda crisi dei modelli e dei valori che porta ad un nuovo modello di comportamento culturale, quello che Bonito Oliva battezza appunto Transavanguardia.
Scritto da Nunzio Massimo Nifosì e Layla Bartlett Parry, diretto da Nunzio Massimo Nifosì e prodotto da Laboratorio, in associazione con Luce Cinecittà e in collaborazione con Rai Cultura, il documentario racconta il “padre” di un’arte eclettica e multilinguistica, che spazia dalla pittura alla scultura, dal cinema al teatro, dall’opera grafica alla fotografia. Paladino pratica quello che Achille Bonito Oliva ha definito nomadismo culturale, ovvero la libertà propria di quegli artisti che si muovono incessantemente da un territorio stilistico all’altro. Con la pubblicazione nel 1980 de La Transavanguardia Italiana di Bonito Oliva, Paladino viene incluso tra quegli artisti che, in risposta a movimenti quali la Minimal e Conceptual Art, riprendono in mano il pennello e segnano un ritorno ai moduli artistici tradizionali. Il suo dipinto del 1977 “Silenzioso mi ritiro a dipingere un quadro” viene considerato oggi dalla critica il quadro simbolo del ritorno alla pittura.
I numerosi viaggi nel Sud America lo portano a interessarsi alla cultura locale permeata da un animismo primitivo di cui la sua pittura porta l’eco e nel corso della sua carriera sperimenta le tecniche più disparate, dall’incisione al collage, dal mosaico all’encausto: l’elemento costante è un immaginario fantastico e metaforico, ricco di figure allegoriche, segni geometrici, arcaica sacralità, maschere, teschi, animali. Mimmo Paladino si conferma uno degli artisti contemporanei più riconosciuti a livello internazionale perché il suo segno parla una lingua comune a tutti, perché il simbolo è “la scheggia che custodisce l’anima di ogni creazione”. Il film, oltre al racconto in prima persona dell’artista, propone anche importanti testimonianze: da Mario Martone a Michelangelo Pistoletto, a Germano Celant in una delle ultime interviste rilasciate prima della sua scomparsa.
A seguire, “Art Night” propone il documentario delle Teche Rai “Il gioco delle mura” di Nico Garrone, dedicata alla mostra del 1982 “Avanguardia Transavanguardia 1968-1977”, curata da Achille Bonito Oliva. Al ’68, momento di massima mobilitazione dell’arte e della cultura, corrisponde l’Avanguardia; il decennio che segue, fino al ’77, fa emergere una profonda crisi dei modelli e dei valori che porta ad un nuovo modello di comportamento culturale, quello che Bonito Oliva battezza appunto Transavanguardia.