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Rai 3 e Rai Storia

Edoardo Camurri va "Alla scoperta del ramo d'oro" 

La cultura come cambiamento e consapevolezza

Esiste un “ramo d’oro” del sapere? Come può la cultura fornire strumenti, concreti, per dare speranza e combattere l’ansia del presente e quello che pare essere un istinto di “distruzione”? Domande alle quali - da lunedì 31 ottobre alle 15.25 su Rai 3 e alle 17.50 su Rai Storia, per 141 puntate - prova a rispondere Edoardo Camurri nel nuovo programma di Rai Cultura “Alla scoperta del ramo d’oro”: un titolo che fa riferimento all’Eneide virgiliana, in cui è proprio quel ramo simbolico che permette a Enea la discesa nell’Ade per conoscere dal padre Anchise il destino che l’attende. 
Con lo stesso spirito del “conoscere”, Edoardo Camurri – ogni giorno, dal lunedì al giovedì – incontra importanti esponenti della cultura italiana, all’insegna della multidisciplinarietà, in una sorta di grande enciclopedia del sapere. Ad Alessandra Viola, divulgatrice scientifica e docente di Comunicazione dell’ambiente all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano, invece, il compito di “curare” il giardino del programma e le sue piante, simboli della crescita della conoscenza.
Protagonisti della prima settimana, da lunedì 31 ottobre, il professor Maurizio Bettini, antropologo, filologo e direttore del Centro di Antropologia e Mondo Antico dell'Università di Siena che si sofferma sugli insegnamenti delle civiltà antiche, mentre martedì Telmo Pievani - evoluzionista, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova – racconta le diverse fasi dell’evoluzione che hanno portato alla nascita dell’homo sapiens.
Mercoledì è la volta della professoressa Ines Testoni, docente di Psicologia applicata all’Università degli Studi di Padova che approfondisce uno dei tabù della nostra epoca, la morte; e la prima settimana si chiude, giovedì, con la storica dell’arte Maria Grazia Messina, che analizza l’arte come espressione e, al tempo stesso, strumento di protesta
“In ogni puntata – dice Camurri - coltiveremo simbolicamente una pianta sempre diversa, per un’idea di cultura aperta e interdisciplinare che, nel farsi del suo percorso, proverà a creare un’immaginaria foresta di significati dalla quale provare a ricostruire pazientemente un ambiente nuovo e aperto. ‘Alla scoperta del ramo d’oro’ vorrebbe quindi essere quel giardino di cui Voltaire chiedeva di occuparci per rispondere alle barbarie”.