Nel 1943 Stanisława Leszczyńska viene arrestata dalla Gestapo per aver aiutato i prigionieri del ghetto di Łódź e mandata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau insieme ai suoi tre figli. Lì lavora come levatrice in condizioni disumane, fin quasi all'esaurimento. I bimbi appena nati dovevano essere soppressi per ordine del dottor Mengele, ma Stanisława si rifiuta di farlo, rischiando la vita. Una donna alla quale la nipote Maria Stachurska ha dedicato il docufilm “L’ostetrica di Auschwitz” che, nella Giornata della Memoria, Rai Storia propone in prima tv venerdì 27 gennaio alle 21.10. Tra il 1943 e il 1945, Stanisława dà assistenza a 3000 partorienti senza perdere nemmeno un bambino, nonostante il destino che avrebbe atteso moltissimi di loro, tra violenze, freddo e fame. Ma alcune centinaia, grazie alle caratteristiche somatiche “ariane” - ad esempio gli occhi azzurri – finiscono in orfanotrofio per essere adottati da coppie tedesche senza figli. E in molti casi – adottando uno stratagemma - Stanisława riesce a far sì che le madri possano poi risalire a loro, dopo la liberazione dal campo.