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La vita di Alberto Savinio si snoda, tra Otto e Novecento, tra i centri culturali più importanti d’Europa, lo racconta il doc “L’enigma Savinio” in onda venerdì 3 febbraio alle 19.35 su Rai 5. Alla ricerca perenne di un ambiente consono alle sue aspirazioni artistiche, il fratello altrettanto talentuoso di Giorgio De Chirico si sposta inquieto tra le città e le nazioni. La Grecia della nascita e della prima infanzia, avvolta nel mito e nell’epica, la Germania dell’apprendistato musicale, la Parigi delle avanguardie, convivono in lui con un’Italia mediterranea, patria ritrovata solo in parte. Nel regime fascista, Savinio risulta, infatti, un corpo estraneo, poco utilizzabile ai fini del consenso. Nel suo cosmo non ci sono eroi tutti d’un pezzo, ma solo miti da rivisitare e destrutturare, con la leggerezza acuta e ironica della sua penna e del suo pennello.
Si contrappone anche all’idealismo, e allo specialismo del suo tempo. Si sente un dilettante, ma non nel senso comune del termine, piuttosto per l’inesauribile diletto del creare, del misurarsi con pratiche diverse. E questo è, forse, il tratto più incisivo della sua contemporaneità.
Il documentario è arricchito dagli interventi di Ester Coen, storica dell’arte; Lucia Poli, attrice; Ruggero Savinio De Chirico, artista; Marco Scolastra, musicista; Alessandro Tinterri, storico dello spettacolo; e dalle letture di Elio Turno Arthemalle.
Si contrappone anche all’idealismo, e allo specialismo del suo tempo. Si sente un dilettante, ma non nel senso comune del termine, piuttosto per l’inesauribile diletto del creare, del misurarsi con pratiche diverse. E questo è, forse, il tratto più incisivo della sua contemporaneità.
Il documentario è arricchito dagli interventi di Ester Coen, storica dell’arte; Lucia Poli, attrice; Ruggero Savinio De Chirico, artista; Marco Scolastra, musicista; Alessandro Tinterri, storico dello spettacolo; e dalle letture di Elio Turno Arthemalle.