In tutto il mondo esistono ancora oggi luoghi pieni di mistero. E ci sono persone che lottano per cercare di preservarli. Una sfida al centro della serie in sei episodi “Paradisi da salvare”, in onda in prima visione da domenica 4 giugno alle 21.15 su Rai 5. Nel primo episodio si va alla scoperta della foresta tropicale, sul confine fra Brasile e Argentina. Qui il fiume Iguaçu precipita in una gola profonda, dando vita a 275 altissime cascate, annoverate fra le sette meraviglie del mondo e patrimonio dell’Unesco. Protette dal popolo Guaranì, leggenda vuole che siano nate dall’ira di un Dio. Le cascate sono meta ogni anno di milioni di turisti, che giungono sin qui per ammirare non solo il paesaggio mozzafiato, ma anche habitat di tantissime specie endemiche che trovano rifugio nei due parchi nazionali ai lati delle cascate. Dai tapiri ai formichieri a varie specie di scimmie. E poi ci sono le piante, come il palmito, dal quale si estraggono i succulenti cuori di palma. Grazie a una moltitudine di rifugi, il sito di Iguaçu ospita migliaia di uccelli, come i rondoni che, per ripararsi dai predatori fanno il nido sulle pareti rocciose proprio dietro al getto d’acqua. L’area intorno alle cascate è un corridoio ecologico di vitale importanza anche per i grandi felini, come i maestosi giaguari, oggi a rischio di estinzione. La principale minaccia della foresta atlantica è il bracconaggio, praticato in Brasile da bande organizzate che saccheggiano di tutto: dalle palme alla selvaggina, dai pesci agli animali più rari.
Con un po’ di fortuna e giuste politiche di tutela messe in campo dai due Stati, gli effetti negativi del turismo di massa sono stati limitati, così come le conseguenze devastanti del bracconaggio. Ma il fragile ecosistema è ancora minacciato dal pericolo più insidioso, rappresentato purtroppo dalla rarefazione delle piogge, enfatizzato dalla deforestazione. Un passo dopo l’altro la grande Foresta Atlantica sta cercando di cucire le antiche ferite, aiutata da progetti di tutela visionari oltre che dalle preziose benedizioni del popolo Guaranì.
Con un po’ di fortuna e giuste politiche di tutela messe in campo dai due Stati, gli effetti negativi del turismo di massa sono stati limitati, così come le conseguenze devastanti del bracconaggio. Ma il fragile ecosistema è ancora minacciato dal pericolo più insidioso, rappresentato purtroppo dalla rarefazione delle piogge, enfatizzato dalla deforestazione. Un passo dopo l’altro la grande Foresta Atlantica sta cercando di cucire le antiche ferite, aiutata da progetti di tutela visionari oltre che dalle preziose benedizioni del popolo Guaranì.