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Telemaco 

Dalla tragedia di Ribolla alla pellicola di Ferrania

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Quattro giovani storici alla ricerca di storie poco conosciute e dei luoghi legate ad esse: Emanuela Lucchetti, Carla Oppo, Pietro Sorace e Charlotte Marincola sono i protagonisti e gli “esploratori” di “Telemaco”, che Rai Cultura ripropone da martedì 25 luglio alle 22.10 su Rai Storia. Nel primo appuntamento, Emanuela Lucchetti racconta la tragedia di Ribolla dove, il 4 maggio del 1954 un’esplosione di grisou in un pozzo della miniera di lignite, a 260 metri di profondità, provoca la più grave tragedia mineraria italiana del secondo dopoguerra. Quarantatré minatori perdono la vita. Il processo contro i dirigenti della società si conclude con l'assoluzione di tutti gli imputati. La storia ha tuttavia sancito la responsabilità morale di chi, all'epoca, probabilmente non fece tutto il possibile per garantire maggiori misure di sicurezza. Tra i più strenui difensori dei minatori della Toscana, lo scrittore Luciano Bianciardi che dalla tragedia di Ribolla fa partire la storia del suo capolavoro La vita agra.  Domenico Gamberi, minatore di Ribolla, figlio di minatori, ricorda quel giorno tragico della sua infanzia e come ha cambiato la storia del villaggio operaio. 
Piero Sorace, invece, è a Pomposa per narrare la storia dell’abbazia di Pomposa, dal fiorire nell’anno Mille alla crisi alla rinascita nel Trecento, mentre Charlotte Marincola entra nel “Bunker Soratte”, un dedalo di gallerie antiaeree fatto costruire da Mussolini e riconvertito, negli anni ’60, in bunker anti-atomico, per ospitare il governo italiano e il Presidente della repubblica in caso di attacco atomico sulla capitale.
La puntata si chiude con Carla Oppo a Ferrania, nell’entroterra di Savona, il paese che ha dato il nome alla pellicola cinematografica più famosa degli anni ’60. Quello di Ferrania è stato uno dei primi e dei pochissimi stabilimenti produttori di pellicole al mondo e ha funzionato fino agli anni 2000, dando lavoro a migliaia di famiglie della Val Bòrmida. Oggi un museo raccoglie le testimonianze, gli oggetti e i filmati amatoriali di questa esperienza. Lo dirige un ex dipendente Ferrania, Alessandro Bechis.