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"Fuori Orario cose (mai) viste"

In prima tv, in lingua originale, "Kill it and leave this town", di Mariusz Wilczyński

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Un film che parla di un eroe, in fuga dalla disperazione dopo aver perso le persone più care, che si nasconde in una terra sicura di ricordi, dove il tempo si è fermato e tutte le persone a lui care sono vive. "Fuori Orario cose (mai) viste", l’appuntamento notturno con il cinema d’autore di Rai Cultura propone, in originale con sottotitoli italiani, venerdì 3 novembre all'1.45 su Rai 3, la prima visione "Kill it and leave this town", il rivoluzionario film d’animazione di Mariusz Wilczyński. Presentato al Festival Internazionale del Film di Berlino 2020, "Kill It and Leave This Town" è il risultato di quattordici anni di lavoro in cui l’artista Mariusz Wilczyński si è dedicato alla propria biografia e ha deciso di mettersi a nudo. Rovistando in modo irriverente e disinibito nella sua memoria personale e collettiva, questo film popola la città industriale di Lodz con personaggi, frammenti di memoria e melodie orecchiabili che riportano al mondo infantile degli anni Sessanta e Settanta. Personaggi letterari, eroi dei fumetti, familiari e amici si aggirano anacronisticamente in un vero e proprio cupo labirinto che tuttavia sfida l'oscurità e l’oblio. Wilczyński spinge all'estremo lo stile e la poesia dei suoi precedenti film più brevi, che oscillavano tra i disegni per bambini e l’estetica gotica, testando finanche i limiti di ciò che può essere proiettato, sperimentando ogni sfumatura immaginabile tra il grigio e il nero. 
Il regista spiega così il risultato di questo lungo lavoro: "Naturalmente, tutto si basa sui miei disegni. Ho disegnato a mano tutti gli scenari e i personaggi, ma abbiamo dovuto escogitare nuove idee quando si è andati oltre il semplice disegno. Per esempio, abbiamo ordinato dei piccoli neon personalizzati che abbiamo illuminato. Tutte le luci e i neon sono stati realizzati a mano, così come il vetro con l’acqua che scende. Non abbiamo usato il computer per questo. Quando il treno passa, si può vedere il paesaggio che cambia dal finestrino. Anche questi sono stati disegnati a mano da me e poi abbiamo regolato l’illuminazione in analogico. Solo in un secondo momento abbiamo usato il greenbox per mettere insieme il tutto. Tutto è stato ugualmente affascinante e impegnativo. Tutte queste soluzioni erano nuove: non le avevo mai fatte prima e dovevo inventarmi qualcosa. Ho dovuto diventare un po’ uno scienziato che escogita un’idea per far funzionare le cose. È così che lavoro sempre sui miei film. Prima penso a quello che dovrebbe essere il tema del film, poi penso a tutte queste macchine magiche che mi aiutano a farlo vivere".