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Sciarada, il circolo delle parole

Etimo. La conquista dell'italiano

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Un viaggio alla scoperta di documenti, luoghi, voci e presenze per capire i passaggi salienti che punteggiano la storia della lingua italiana, analizzando il rapporto tra dialetti e lingua ufficiale e l’avvento della comunicazione digitale come naturale evoluzione della corrispondenza tradizionale. Lo propone la prima delle due puntate della serie “Etimo, per il museo della lingua italiana”, in onda da lunedì 29 gennaio alle 22.45 su Rai 5 per “Sciarada, il circolo delle parole”.
Al “timone” del racconto c’è lo storico della lingua italiana e divulgatore Giuseppe Antonelli, docente presso l’Università degli Studi di Pavia e presidente del comitato tecnico scientifico del prestigioso Centro Manoscritti di Pavia fondato da Maria Corti, e responsabile del Multi e del Mundi, i musei dedicati alla lingua italiana, il primo digitale e il secondo con documenti materiali. 
Si comincia con la puntata “La conquista dell’Italiano”. Tra gli ospiti c’è Luca Zingaretti che rende omaggio al mondo e alla lingua di Andrea Camilleri, un “dialetto per diletto”, come osserva Giuseppe Antonelli che, presso il Fondo dedicato allo scrittore siciliano, si sofferma sull’opera, i manoscritti, le prove di un intellettuale eclettico molto amato dal pubblico. La bella notizia è che, a differenza di quanto temuto e profetizzato da molti, la conquista dell’italiano non ha portato alla scomparsa dei dialetti. Anzi, dialetto e italiano oggi convivono di fatto in armonia, perché, come diceva proprio Camilleri, “L’albero è la lingua, i dialetti sono la linfa”. Un albero e una linfa che diventano portatori di una storia davvero singolare, quella del contadino siciliano analfabeta Vincenzo Rabìto, che volle consegnare alla carta la sua autobiografia “Terra matta”, e dalle infinite pagine di Rabìto, custodite presso l’Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano, la regista Costanza Quatriglio si è ispirata per il film “Terramatta!” Ma è l’avvento della radio prima e della televisione poi a ridefinire il rapporto degli italiani con la lingua di cui Giuseppe Antonelli parla al Museo della Radio e della Televisione Rai di Torino. Ma sono stati soprattutto lo sport, il calcio e il ciclismo a portare nelle case degli italiani una lingua in continua evoluzione, come ricorda il telecronista Rai della nazionale italiana di calcio Alberto Rimedio.